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Friday 9 May 2025
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Spinaceto, famiglie sfollate ancora senza casa dopo l’incendio: la rabbia dei residenti

È passato oltre un mese dal devastante incendio a Spinaceto che ha costretto decine di famiglie a lasciare le proprie abitazioni, ma ancora oggi molti degli sfollati non hanno potuto far ritorno a casa. L’incendio, divampato il 3 marzo scorso in un palazzo di edilizia popolare in via Caduti della Resistenza, ha lasciato dietro di sé non solo danni strutturali enormi, ma anche una profonda frustrazione tra i residenti che si sentono abbandonati dalle istituzioni.

Un mese di attesa e promesse non mantenute

Le famiglie coinvolte nel rogo sono ancora in attesa di una sistemazione definitiva. Alcuni nuclei sono stati ospitati temporaneamente in case famiglia o strutture di accoglienza, altri sono stati costretti a dormire da parenti o amici, mentre una parte dei residenti è rimasta in strada. Il disagio cresce ogni giorno, così come la rabbia nei confronti del Comune di Roma, accusato di non aver fornito risposte concrete e tempestive.

“Ci avevano promesso che nel giro di pochi giorni avremmo avuto una sistemazione adeguata”, racconta una delle residenti sfollate. “Ma dopo un mese siamo ancora qui, senza sapere cosa ne sarà di noi. È inaccettabile”.

Le cause dell’incendio e i danni all’edificio

L’incendio, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe partito da un appartamento al piano terra, forse a causa di un corto circuito. Le fiamme si sono propagate rapidamente, coinvolgendo più piani del palazzo popolare. I vigili del fuoco hanno lavorato per ore per domare il rogo e mettere in sicurezza l’edificio. Fortunatamente non ci sono state vittime, ma i danni strutturali sono ingenti.

L’intero stabile è stato dichiarato inagibile e necessita di interventi di messa in sicurezza e ristrutturazione prima che le famiglie possano farvi ritorno. Tuttavia, ad oggi, non è ancora stato avviato alcun lavoro, né è stata fornita una data precisa per l’inizio degli interventi.

Spinaceto: un quartiere dimenticato?

Il caso dell’incendio a Spinaceto ha riportato alla luce le difficoltà strutturali e sociali che affliggono questo quartiere della periferia sud di Roma. Da anni i residenti denunciano il degrado, l’abbandono delle istituzioni e la mancanza di servizi adeguati. L’edilizia popolare, in particolare, versa in condizioni critiche, tra infiltrazioni, impianti obsoleti e mancanza di manutenzione.

“Non è la prima volta che succede qualcosa del genere”, spiega un residente. “Viviamo in edifici fatiscenti, e nessuno fa nulla. Questo incendio era una tragedia annunciata”.

La mobilitazione degli sfollati e la protesta in Campidoglio

Di fronte al silenzio delle istituzioni, gli sfollati hanno deciso di farsi sentire. Il 5 aprile scorso, una delegazione di residenti ha manifestato sotto il Campidoglio, chiedendo un incontro urgente con il sindaco di Roma e l’assessora alle Politiche Abitative. Con striscioni e cartelli, hanno denunciato l’assenza di soluzioni e la mancanza di comunicazione da parte del Comune.

“Non vogliamo elemosine, vogliamo solo tornare a vivere in una casa sicura”, ha dichiarato uno dei portavoce. La protesta ha attirato l’attenzione dei media locali e ha riacceso il dibattito sulla gestione dell’edilizia residenziale pubblica a Roma.

La risposta del Comune di Roma

In seguito alla protesta, il Comune ha rilasciato una nota in cui si dichiara disponibile a trovare soluzioni per le famiglie sfollate. Tuttavia, non sono stati forniti dettagli concreti né tempistiche precise. L’assessora alle Politiche Abitative ha parlato di un “percorso di accompagnamento” per garantire una sistemazione temporanea dignitosa, ma per molti queste parole suonano come l’ennesima promessa non mantenuta.

Intanto, le famiglie continuano a vivere nell’incertezza, senza sapere se e quando potranno tornare nelle loro case. La mancanza di un piano chiaro e condiviso alimenta il malcontento e la sfiducia nei confronti delle istituzioni.

Solidarietà e supporto dal territorio

Nonostante l’assenza delle istituzioni, la comunità di Spinaceto ha mostrato grande solidarietà verso le famiglie colpite. Associazioni locali, comitati di quartiere e semplici cittadini si sono mobilitati per offrire aiuto materiale e supporto psicologico agli sfollati. Sono stati organizzati punti di raccolta per beni di prima necessità e iniziative di sensibilizzazione per tenere alta l’attenzione sull’emergenza.

Tra le realtà più attive c’è il comitato Spinaceto Libera, che ha lanciato una campagna di raccolta fondi e continua a fare pressione sulle istituzioni affinché vengano prese misure concrete e tempestive.

Le richieste dei residenti: casa, sicurezza e dignità

Le famiglie sfollate non chiedono solo una sistemazione temporanea, ma un intervento strutturale che garantisca il diritto alla casa e alla sicurezza. Tra le richieste principali:

  • Ripristino immediato dell’edificio danneggiato e verifica della sicurezza strutturale
  • Assegnazione di alloggi temporanei dignitosi e vicini al quartiere di origine
  • Un piano di manutenzione straordinaria per l’edilizia popolare di Spinaceto
  • Presenza costante delle istituzioni sul territorio

“Non vogliamo essere dimenticati. Abbiamo diritto a vivere in un luogo sicuro, con servizi adeguati e attenzione da parte delle istituzioni”, ribadiscono i residenti.

Spinaceto: un’emergenza che diventa simbolo

La vicenda degli sfollati di Spinaceto non è un caso isolato, ma il simbolo di un problema più ampio che riguarda molte periferie italiane. Edifici pubblici trascurati, mancanza di manutenzione, lentezze burocratiche e assenza di piani di emergenza sono elementi comuni in molte realtà urbane.

Questo episodio rappresenta un campanello d’allarme per le amministrazioni locali e nazionali, che devono affrontare con urgenza il tema dell’edilizia popolare e della sicurezza abitativa. Non si può più attendere che accada l’ennesima tragedia per intervenire.

Prospettive future: cosa aspettarsi nei prossimi mesi

Al momento, la situazione resta in stallo. Le famiglie sfollate continuano a vivere in condizioni precarie, mentre il Comune non ha ancora presentato un cronoprogramma di interventi. Tuttavia, la mobilitazione cittadina e la pressione mediatica potrebbero spingere le istituzioni ad accelerare i tempi.

Nel frattempo, i residenti di Spinaceto non intendono arrendersi. Continuano a organizzarsi, a protestare e a chiedere ciò che spetta loro di diritto: una casa sicura, dignitosa e un futuro senza paura.

Un appello alle istituzioni: serve un piano strutturale per l’edilizia popolare

La vicenda di Spinaceto deve essere l’occasione per aprire un dibattito serio e costruttivo sullo stato dell’edilizia residenziale pubblica in Italia. Serve un piano strutturale che preveda:

  • Investimenti per la riqualificazione degli edifici esistenti
  • Piani di manutenzione ordinaria e straordinaria
  • Procedure rapide in caso di emergenza
  • Maggiore coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali

Solo così sarà possibile evitare che tragedie come quella di Spinaceto si ripetano e garantire a tutti il diritto a una casa sicura e dignitosa.

Per approfondire il tema dell’edilizia popolare a Roma e le politiche abitative in corso, visita la sezione Politiche Abitative del Comune di Roma.



Giornalista, appassionato di marketing e vero e proprio "Tecnico Umanista", Simone Durante naviga nel mondo digitale fin dai tempi del modem a 56k.