La questione dell’IMU sui centri sportivi comunali a Roma è tornata al centro del dibattito pubblico. Il Comitato No Imu, formato da decine di gestori di impianti sportivi in concessione dal Comune, ha lanciato un appello per chiedere l’esenzione dal pagamento dell’Imposta Municipale Unica. Secondo il Comitato, l’attuale normativa fiscale rischia di compromettere la sopravvivenza di numerose realtà sportive che svolgono un ruolo fondamentale nel tessuto sociale della Capitale.
Perché i centri sportivi comunali sono in difficoltà
I centri sportivi comunali sono strutture affidate in concessione dal Comune di Roma ad associazioni e società sportive dilettantistiche. Questi impianti rappresentano un presidio sociale e culturale nei quartieri, offrendo servizi sportivi accessibili a bambini, giovani, anziani e persone con disabilità. Tuttavia, a causa di una recente interpretazione normativa, tali centri si vedono ora costretti a pagare l’IMU, come se fossero attività commerciali a scopo di lucro.
Il problema nasce da una circolare dell’Agenzia delle Entrate e da alcune sentenze della Corte di Cassazione che hanno stabilito che anche le attività sportive in concessione, se non dimostrano un’effettiva assenza di fini di lucro, devono versare l’IMU. Questo ha generato una situazione di incertezza giuridica e fiscale per centinaia di impianti sportivi della Capitale.
Il ruolo del Comitato No Imu
Il Comitato No Imu si è costituito per rappresentare le istanze dei gestori dei centri sportivi comunali e per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni su un tema che rischia di avere gravi ripercussioni. Il Comitato ha già raccolto adesioni da oltre 100 impianti e ha avviato un dialogo con il Comune di Roma e con il Dipartimento Sport.
Tra le richieste principali del Comitato vi è l’esenzione totale dall’IMU per i centri sportivi affidati in concessione, in quanto considerati beni pubblici destinati a un servizio sociale. Inoltre, si chiede una modifica del regolamento comunale per chiarire in modo inequivocabile la natura non commerciale di queste attività.
Le conseguenze dell’applicazione dell’IMU
Secondo i dati forniti dal Comitato, l’applicazione dell’IMU potrebbe portare alla chiusura di numerosi centri sportivi comunali, con conseguenze drammatiche per migliaia di cittadini. Le associazioni sportive dilettantistiche che gestiscono questi impianti non hanno margini economici sufficienti per sostenere un’imposta che può raggiungere anche decine di migliaia di euro l’anno.
Le ricadute sarebbero molteplici:
- Interruzione delle attività sportive per bambini e ragazzi in età scolare
- Sospensione di programmi di inclusione sociale per soggetti fragili
- Licenziamenti di istruttori e personale amministrativo
- Degrado degli impianti per mancanza di fondi per la manutenzione
Molti gestori hanno già segnalato difficoltà nel mantenere l’equilibrio economico-finanziario delle loro attività, soprattutto dopo la crisi generata dalla pandemia da Covid-19.
La posizione del Comune di Roma
Il Comune di Roma ha avviato un tavolo tecnico per affrontare la questione e trovare una soluzione condivisa. L’assessore allo Sport Alessandro Onorato ha dichiarato che l’amministrazione è consapevole del problema e sta lavorando per tutelare i centri sportivi comunali, riconoscendo il loro valore sociale e educativo.
Tra le ipotesi al vaglio vi è la possibilità di introdurre una delibera che esenti in modo esplicito i centri sportivi comunali in concessione dal pagamento dell’IMU, equiparandoli ad altri enti del terzo settore che già godono di agevolazioni fiscali.
Un patrimonio da salvaguardare
I centri sportivi comunali rappresentano un patrimonio fondamentale per la città di Roma. Oltre a promuovere lo sport, svolgono un ruolo insostituibile nella prevenzione del disagio giovanile, nella promozione della salute e nella costruzione di comunità inclusive. La loro chiusura avrebbe un impatto devastante non solo sul piano sportivo, ma anche su quello sociale e culturale.
Il Comitato No Imu sottolinea come questi impianti non siano semplici strutture ricreative, ma veri e propri centri di aggregazione e coesione sociale. In molti casi, rappresentano l’unico spazio pubblico accessibile per lo sport in quartieri periferici o svantaggiati.
La normativa fiscale e le sue contraddizioni
Il nodo centrale della questione è la mancanza di chiarezza nella normativa fiscale. Mentre da un lato la legge riconosce il valore delle attività sportive dilettantistiche e ne promuove la diffusione, dall’altro impone obblighi fiscali che rischiano di vanificare gli sforzi di chi opera nel settore.
La riforma del terzo settore ha introdotto alcune agevolazioni, ma non ha risolto il problema dell’IMU per i centri sportivi in concessione. A ciò si aggiungono interpretazioni restrittive da parte dell’Agenzia delle Entrate, che spesso non tengono conto della specificità di queste realtà.
Le proposte del Comitato No Imu
Per risolvere la situazione, il Comitato No Imu propone:
- Un’esenzione esplicita dell’IMU per i centri sportivi comunali in concessione
- Una modifica del regolamento comunale in materia di tributi locali
- Un riconoscimento formale del valore sociale e pubblico di queste strutture
- Un dialogo permanente tra gestori, Comune e Agenzia delle Entrate
Il Comitato ha anche avviato una raccolta firme online per sostenere le proprie richieste e ha chiesto un incontro ufficiale con il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
Il sostegno della cittadinanza e del mondo sportivo
La mobilitazione del Comitato No Imu ha già ricevuto il sostegno di numerosi cittadini, atleti, dirigenti sportivi e rappresentanti del terzo settore. Anche alcune federazioni sportive hanno espresso preoccupazione per le conseguenze dell’applicazione dell’IMU e hanno chiesto un intervento urgente da parte delle istituzioni.
Inoltre, sono stati coinvolti anche parlamentari e consiglieri comunali, alcuni dei quali hanno presentato interrogazioni e mozioni per sollecitare un intervento normativo.
Un’occasione per riformare il sistema
La vicenda dei centri sportivi comunali e dell’IMU potrebbe rappresentare un’opportunità per rivedere in modo più ampio il sistema di concessione degli impianti pubblici e la loro fiscalità. Un approccio più equo e sostenibile potrebbe garantire la continuità delle attività sportive e valorizzare il ruolo delle associazioni sul territorio.
Il Comitato No Imu auspica che il Comune di Roma faccia da apripista per una riforma nazionale che riconosca il valore delle attività sportive dilettantistiche e ne tuteli la sostenibilità economica.
Verso una soluzione condivisa per i centri sportivi comunali
La questione dell’IMU sui centri sportivi comunali è complessa ma non irrisolvibile. Un confronto costruttivo tra istituzioni, gestori e cittadini può portare a una soluzione equa che salvaguardi il diritto allo sport e alla salute per tutti. In un momento storico in cui la coesione sociale e il benessere collettivo sono più che mai necessari, difendere i centri sportivi comunali significa investire nel futuro della città.
Per approfondire il tema, è possibile consultare il sito ufficiale del Dipartimento Sport del Comune di Roma e seguire gli aggiornamenti del Comitato No Imu su Facebook.
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