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Mannarino ubriaca Roma con Supersantos | Fuori le Mura





Mannarino ubriaca Roma con Supersantos

28 febbraio 2011

di Susanna D’Aliesio


Il fenomeno Mannarino è tornato a scaldare Roma con Supersantos. L’ultimo lavoro è stato presentato in anteprima ad un Auditorium sold out in tripudio solo per lui.

Mannarino è un acrobata della parola catapultato nella metropoli contemporanea da un quadro di Magritte. Malgrado viva immerso nel nostro mondo ormai da trentadue anni sembra come ripudiato dalla norma e mal cela l’appartenenza ad un universo altro di cui conserva lo sguardo surreale attraverso il quale filtra la nostra realtà. Capitalistica, occidentale, immorale e paradossale, insensatamente dolorosa e futilmente complessa.

Attraversa trasversalmente generi e culture, è un cittadino dalle multiple origini arricchito da scambi che azzerano le dimensioni del tempo e dello spazio fondendo sotto un tendone Kusturica, Gabriella Ferri, Dalì, Fellini, De Andrè, Montesano, Modugno, il jazz evocando una koinè ancestrale fatta di vibrazioni, pulsioni e libertà.

Ascoltare Mannarino è un’esperienza unica che coinvolge l’anima e il corpo, il cantautore mostra il cuore, il cui battito irregolare trascina in un luogo tra la tragedia e la commedia, un luogo di emarginati, reietti, incapaci ma veri. Oltre le ipocrisie, come se si togliesse un velo. Guardarlo esibirsi è ciò che più si avvicina ad uno spettacolo teatrale più che ad una circoscritta performance musicale. Anzi straborda da ogni ruolo definito talmente da rifiutare margini ed etichette. E’ fuor di dubbio un animale da palcoscenico ma che sia la strada o il palco dell’Auditorium lui è ugualmente a suo agio.

Mozza il fiato vedere il pubblico dell’Auditorium romano rompere le composte regole che il luogo e l’etichetta richiederebbero per soddisfare l’impulso di ballare, battere le mani, tamburellare sulla propria o sulla poltrona del vicino, cantare sussurrando o a squarciagola. Sentirsi trascinati dalla musica, tenere il ritmo con i piedi che sale incalzante e poi esplodere in un incontinente espressione irregolare e pura è una cosa che non capita tutti i giorni. Ed è stato uno spettacolo non comune sentire l’intero Audiorium unirsi in un unico afflato per cantare le canzoni di Alessandro Mannarino. Supersantos è frizzante e travolgente, cattura immediatamente attraverso testi diretti che, tuttavia, non risolvono la propria complessità ad un primo o ad un secondo ascolto. I pezzi sono in parte già successi sentiti l’anno scorso come L’Onorevole, Serenata Lacrimosa o Statte Zitta e non inseriti in Bar della Rabbia, il suo album di esordio, più intimista e in cu strideva maggiormente il rapporto fra amore e morte. Temi che comunque permangono in Supersantos ma più che un altro cd sembra un secondo volume di Bar dela Rabbia. Notevoli la collaborazioni con Claudia Angelucci e con la giovanissima Simona Sciacca, dalla voce sincera e suadente, con un forte potere evocativo.

Alessandro Mannarino nasce a Roma, classe 1979. Inizia la sua attività artistica a partire dal 2001, quando girando per l’antica suburra del rione Monti, si esibisce in strane session da dj con la chitarra a cavallo tra il djing e il live acustico. Il 20 marzo 2009 è uscito il suo album d’esordio Bar della rabbia, prodotto dalla Leave srl e distribuito dalla Universal Music. Nel 2009 è stato tra i finalisti del Premio Gaber e del Premio Tenco. Ha composto la sigla della trasmissione radiofonica Vasco de Gama condotta su Radio 2 da Davide Riondino e Dario Vergassola ed è spesso ospite della trasmissione televisiva Parla con me, condotta su Rai 3 da Serena Dandini.

Supersantos
Alessandro Mannarino
Etichetta: Leave Srl
Anno: 2011
Tracklist: 1. Rumba magica, 2. Serenata lacrimosa, 3. Statte Zitta, 4. Quando l’amore se ne va, 5. L’era della gran publicitè, 6. Serenata silenziosa, 7. Maddalena, 8. Marylou, 9. Merlo Rosso, 10. L’Onorevole, 11. L’Ultimo giorno dell’umanità

www.alessandromannarino.it

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