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Il novecento della “scalata al cielo” in un romanzo storico | Fuori le Mura

Il novecento della “scalata al cielo” in un romanzo storico

25 giugno 2012

di Ylenia Sina

Ecco l’ultimo libro di Filippo Manganaro: Un sogno chiamato rivoluzione

Ci sono molti elementi che ti portano a consigliare di leggere Un sogno chiamato rivoluzione (Ed. Nova Delphi, l’ultimo lavoro di Filippo Manganaro, autore di Senza patto né legge, antagonismo operaio negli Stati Uniti. Uno di questi è l’intensità e la precisione con la quale vengono raccontati, nella forma narrativa del classico romanzo storico, episodi noti e meno noti della storia popolare del secolo scorso. L’incendio della Triangle di New York, lo sciopero del “Pane e le rose” del 1912, l’occupazione della Bassa California da parte dell’armata anarchica partita dagli Stati Uniti in appoggio alla rivoluzione zapatista, la Spagna del 1936, con l’ingresso delle brigate internazionali a Madrid.

Nelle parole di Manganaro si percepisce quasi il dovere di sottrarre all’oblio vicende e momenti vissuti da coloro che lungo tutto il secolo breve hanno tentato quello che in molti hanno definito “assalto al cielo” cercando un riscatto sociale solo in piccola parte personale. Scrive l’autore nelle note al testo: «il contesto in cui si muovono (i personaggi, ndr) è autentico: gli avvenimenti sono effettivamente accaduti, i manifesti e gli articoli di giornale sono veramente stati stampati e anche i personaggi storici hanno veramente detto e fatto quanto riportato». Interessante notare che «per la costruzione della trama mi sono servito di una montagna di documenti sparsi, fotocopie e libri ormai introvabili». Il libro è pieno quindi di fatti e avvenimenti, ma anche pulsioni e ideali che non rimangono vite vissute nell’intimo del proprio privato ma che si fanno storia e la plasmano accomunando il destino di uomini e donne da una parte all’altra del pianeta.

Lo stile è asciutto ma ricco di particolari dovuto soprattutto al fatto che gli avvenimenti sono raccontati non senza un velo di passione come se la voce narrante non sia totalmente estranea alle pulsioni dei protagonisti. Nel particolare, Un sogno chiamato rivoluzione racconta le vicissitudini di una famiglia ebrea russa lacerata e dimezzata dalla violenza degli attacchi mirati degli “squadroni” zaristi che decide di migrare verso gli Stati Uniti. Ed è proprio in questo passaggio che Manganaro descrive con poche e definite parole il momento “mitico” dell’arrivo dei migranti al cospetto della Statua della libertà. Le riportiamo perché ne vale la pena: “La lentezza con cui la Blucher entrava nel porto di New York pareva un omaggio alla solennità del momento. Fermi e silenziosi sul pontile, i migranti dimenticarono per un attimo i contrattempi e le tensioni del viaggio […]. Ora, ognuno di loro sentiva vacillare le speranze con cui aveva affrontato la traversata”.

Un sogno chiamato rivoluzione
Autore: Filippo Manganaro
Casa editrice: Nova Delphi
Pagine: 268
Prezzo: 16,00 €

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