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Addio a Roma di Sandra Petrignani : Fuori le Mura


Addio a Roma di Sandra Petrignani





7 gennaio 2013 |



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Con Addio a Roma, Sandra Petrignani ci offre ancora una volta un racconto intenso, come è sempre intensa la sua scrittura. Ma questa volta lo fa in maniera corale, regalandoci gli anni più vivaci della cultura italiana, attraverso persone che si fanno personaggi e poi ancora persone, guardate con simpatia, leggerezza, affetto. Alcuni di loro hanno accompagnato il nostro Paese dal primo al secondo Novecento; altri si sono affermati (faticosamente) nei primi anni della Repubblica. Noi, comunque, li conosciamo tutti e non possiamo non leggere le loro storie con passione.

Così siamo invitati nel salotto di Maria Bellonci per la nascita del premio Strega, e al caffé Rosati per orecchiare le chiacchiere degli scrittori; partecipiamo alle discussioni tra figurativi e astrattisti e all’origine delle avanguardie, incontriamo in via Bagutta o via del Babuino Flaiano, Moravia, Pasolini. Li vediamo anche arrivare dai loro luoghi d’origine, gli intellettuali di mezzo secolo fa, a noi così familiari: Pasolini dal Friuli, Fellini dalla Romagna, l’ingener Gadda da Milano, Calvino dal Piemonte, spesso a Roma per lavoro e per amore.

Un’adesione, la nostra, che diventa ben presto nostalgia, per una realtà non vissuta, ma di cui abbiamo goduto gli effetti. Quel misto di provincialismo e clima internazionale, la stessa attrazione che ha portato a Roma Ingeborg Bachmann, Maria Zambrano, Rodolfo Wilcock. Siamo presenti anche alla prima mostra di Picasso del ’53, voluta dall’instancabile Palma Bucarelli, direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, dal 1942 al 1975. A lei è dedicato molto spazio nella narrazione, perché deve aver occupato davvero un posto di spicco, allora. Bella (come testimonia la foto di copertina), volitiva, corteggiatissima, elegantissima.

Ritratti di un’epoca, ritratti di artisti, ma soprattutto di uomini e donne che ora compaiono nei libri di testo e nelle librerie di casa nostra, e che negli anni ‘50 e ’60 erano alle prese con difficili affermazioni. Noi che li abbiamo mitizzati proviamo piacere a vederli ora sotto il loro aspetto più umano. C’è il gusto di accostarsi ai modelli letterari e artistici con ironia, con benevolenza, senza il piacere malsano dello scandalo a tutti i costi. Anche quando ci vengono rivelate le piccole grandi nevrosi, le manie, le ripicche, le gelosie professionali e personali, i grandi amori e i tradimenti, le amicizie che hanno tenuto nonostante le divergenze. Un po’ come per gli dei di un Olimpo che, se pure scesi dalla dimensione dorata, non perdono il loro fascino. Dei della classicità, fragili e spavaldi, rappresentati anche con il loro tratto distintivo: Elsa Morante, altezzosa, che vuole essere riconosciuta per i suoi meriti e non quelli del marito. E possessiva: “Una specie di regina temibile”, dice di lei Elio Pecora. Alberto Moravia,  solenne  consapevole nel posto più prestigioso, senza mai perdere la sua curiosa ingenuità; Dacia Maraini, con la sua pacatezza; Ennio Flaiano che scrive il suo sarcasmo anche sui tovaglioli dell’osteria, per non dimenticarsene; Pasolini, tra tutti il più delicato, ma non per questo meno deciso nell’andare controcorrente; Natalia Ginzburg, e la sua discrezione; Cristina Campo e la sua malinconia struggente; Sandro Penna, quasi “selvatico”. Caratterizzazioni, sì, ma mai a danno delle sfumature.

Lo sfondo iniziale dei loro incontri e delle loro vite è quella Roma appena uscita dal conflitto che s’interroga sul futuro politico e culturale. Ma si sa, Sandra Petrignani ha una sapienza tutta sua nel renderci i luoghi, come nel bellissimo La scrittrice abita qui, dove i ritratti di Grazia Deledda, Marguerite Yourcenar, Colette, Alexandra David- Néel, Karen Blixen, Virginia Woolf sono ricostruiti attraverso le loro abitazioni. O il più recente E in mezzo il fiume, in cui l’autrice dà voce alla bellezza di Roma, alla sua intima quotidianità, e al suo essere così nobile. Che a leggerlo da qui, tra le nebbie e le freddezze del Nord, vien proprio voglia di prendere il treno e farsi un giro nella capitale con la sua guida. O ancora quell’articolo dell’agosto 2011 sulle case di Jung, un saggio breve in cui le residenze junghiane ricostruiscono la vita e l’anima dello psicanalista.

Di molti artisti la Petrignani ricorda gli indirizzi, le vicinanze, le stanze in affitto, la vista panoramica dai terrazzi e dalle vetrate (De Chirico sulle sue faceva scorrere una grande tenda per non essere distratto dalla confusione di piazza di Spagna, grazie ad un lucernario che illuminava direttamente la tela su cui lavorava), le strade percorse in solitudine o in compagnia, i bar e le osterie, via Veneto e piazza del Popolo: testimoni della dolce vita, non quella felliniana, oramai al tramonto. Ma anche quella, perché il racconto procede per tutti gli anni Sessanta e si conclude con l’omicidio di Pasolini, sulla morte annunciata dai presagi, sulla commozione e la volontà di capire da parte degli amici.

Si permette, l’autrice, questa volta, chiedendo un po’ scusa, ma dandosene l’autorizzazione, di inserire un personaggio di fantasia: la giovanissima Ninetta, ragazza di talento, ma povera e senza mezzi, che, al servizio di Palma Bucarelli, riesce ad entrare in contatto con molte delle persone che contano, fino ad abitare disinvolta il loro mondo. Strana coincidenza: l’autrice immagina che Moravia raccomandi alla Bompiani un testo di Ninetta e proprio ora scopre che nella realtà Moravia ha scritto a Giulio Einaudi una lettera in cui elogiava la poesia di Sandra Petrignani!

La storia di Ninetta, le sue lettere da Parigi e il suo ritorno a Roma inseriscono un narratore di secondo livello che dà unità alle storie e non importa se la relazione tra lei e le persone incontrate non siano reali. Di vero ci sono gli accadimenti storici, le appartenenze politiche, le pubblicazioni che scandiscono un quarto di secolo, il più fervido della nostra cultura, dal neorealismo alle sperimentazioni più azzardate. Fenomeni culturali visti con il disincanto del tempo. Un Addio a Roma che ci piacerebbe, anche se ci crediamo poco, fosse un arrivederci.

Addio a Roma
Autore: Sandra Petrignani
Casa Editrice: Neri Pozza
Pagine: 336
Prezzo 16,50 €



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Category: Libri