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Sunday 15 June 2025
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Saluto fascista ad Acca Larentia: annullato il Daspo, la decisione del Tar del Lazio

Il caso del saluto fascista durante la commemorazione di Acca Larentia del 7 gennaio 2023 ha sollevato un acceso dibattito politico e giuridico in Italia. A distanza di oltre un anno dai fatti, il Tar del Lazio ha annullato il Daspo urbano emesso dalla Questura di Roma nei confronti di uno dei partecipanti alla manifestazione, ritenendo che non vi fossero elementi sufficienti per giustificare la misura restrittiva. La decisione ha riacceso l’attenzione sull’uso del saluto romano nei contesti pubblici, sul significato delle commemorazioni neofasciste e sull’applicazione delle normative legate all’ordine pubblico.

Il contesto della commemorazione ad Acca Larentia

Ogni anno, il 7 gennaio, militanti di estrema destra si radunano davanti alla sede dell’ex Movimento Sociale Italiano in via Acca Larentia, nel quartiere Tuscolano di Roma, per ricordare l’uccisione di tre giovani attivisti del Fronte della Gioventù avvenuta nel 1978. La commemorazione, pur essendo autorizzata, è spesso accompagnata da gesti e simboli riconducibili all’ideologia fascista, come il saluto romano.

Il saluto fascista e il Daspo urbano

Durante l’edizione del 2023, uno dei partecipanti è stato identificato dalle forze dell’ordine mentre eseguiva il saluto fascista. In seguito a questo gesto, la Questura di Roma ha emesso nei suoi confronti un Daspo urbano, misura che vieta l’accesso a determinate aree della città per un periodo di tempo prestabilito. Il provvedimento è stato giustificato con la necessità di prevenire comportamenti potenzialmente pericolosi per l’ordine pubblico e la sicurezza.

La decisione del Tar del Lazio: Daspo annullato

Il destinatario del Daspo ha impugnato il provvedimento davanti al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, sostenendo che il gesto compiuto non giustificasse una misura così restrittiva. I giudici del Tar hanno accolto il ricorso, sottolineando che la Questura non ha fornito prove sufficienti per dimostrare la pericolosità sociale del soggetto e l’effettiva minaccia all’ordine pubblico rappresentata dal gesto.

Secondo il Tar, il saluto fascista — pur essendo un gesto controverso e potenzialmente offensivo — non può essere automaticamente considerato un comportamento pericoloso ai fini del Daspo, se non accompagnato da ulteriori elementi che ne attestino l’intento violento o intimidatorio.

Il saluto fascista è reato?

La questione della legalità del saluto fascista in Italia è complessa. Secondo l’articolo 12 delle Legge Scelba (n. 645/1952), che attua la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, l’apologia del fascismo è vietata. Tuttavia, la Cassazione ha più volte stabilito che il saluto romano, se non accompagnato da atti di apologia o incitamento all’odio, non costituisce reato in sé. La valutazione rimane quindi soggettiva e dipende dal contesto in cui il gesto viene compiuto.

Reazioni politiche e sociali

La decisione del Tar ha suscitato reazioni contrastanti. Alcuni esponenti della destra hanno accolto con favore l’annullamento del Daspo, parlando di una vittoria della libertà di espressione e della legalità. Dall’altra parte, associazioni antifasciste e partiti della sinistra hanno criticato duramente la sentenza, ritenendo che rappresenti un pericoloso precedente e un segnale di tolleranza verso manifestazioni neofasciste.

In particolare, l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) ha espresso preoccupazione per l’interpretazione giuridica che potrebbe legittimare, di fatto, la ripetizione di gesti simbolici legati al regime fascista, soprattutto in occasioni pubbliche e commemorative.

Il ruolo delle forze dell’ordine e della magistratura

Il caso mette in luce anche le difficoltà operative delle forze dell’ordine nel gestire eventi come quello di Acca Larentia. La necessità di garantire il diritto di manifestazione si scontra con l’obbligo di prevenire comportamenti che possano incitare all’odio o alla violenza. La magistratura, dal canto suo, è chiamata a interpretare norme spesso ambigue e a bilanciare i diritti costituzionali con le esigenze di sicurezza pubblica.

Commemorazioni e tensioni ideologiche

Le commemorazioni ad Acca Larentia rappresentano da anni un terreno di scontro ideologico tra estrema destra e movimenti antifascisti. Ogni edizione è accompagnata da forti tensioni, presenza massiccia delle forze dell’ordine e polemiche politiche. Il fatto che il saluto fascista venga eseguito pubblicamente, spesso senza conseguenze penali immediate, alimenta il dibattito su quanto lo Stato italiano sia realmente in grado di contrastare il ritorno di simboli e retoriche del passato regime.

Il Daspo urbano: uno strumento discusso

Il Daspo urbano è una misura introdotta per contrastare fenomeni di degrado e comportamenti pericolosi nei centri urbani. Sebbene sia stato pensato principalmente per intervenire su episodi di violenza negli stadi o su situazioni di microcriminalità, negli ultimi anni è stato esteso anche a contesti politici e manifestazioni pubbliche. Questo ampliamento di applicazione ha generato numerose critiche, soprattutto da parte di giuristi e associazioni per i diritti civili, che temono un uso arbitrario e repressivo dello strumento.

Implicazioni per il futuro

La sentenza del Tar del Lazio potrebbe avere importanti ripercussioni su casi simili in futuro. L’annullamento del Daspo per il saluto fascista ad Acca Larentia stabilisce un precedente che potrebbe essere utilizzato da altri soggetti coinvolti in manifestazioni analoghe. Inoltre, potrebbe portare a una revisione delle modalità con cui le autorità valutano la pericolosità sociale di determinati comportamenti simbolici.

Approfondimenti giuridici e costituzionali

Dal punto di vista giuridico, il caso solleva interrogativi sulla compatibilità tra la libertà di espressione garantita dall’articolo 21 della Costituzione e il divieto di apologia del fascismo. La giurisprudenza italiana ha sempre cercato di bilanciare questi due principi, ma in assenza di una normativa chiara e aggiornata, le decisioni restano affidate alla discrezionalità dei giudici.

Inoltre, il fatto che il saluto romano venga talvolta considerato una semplice espressione ideologica, e non un atto penalmente rilevante, mostra le difficoltà del sistema normativo italiano nel trattare simboli del passato regime in un contesto democratico e pluralista.

Acca Larentia: simbolo di una memoria divisa

Acca Larentia non è solo un luogo fisico, ma un simbolo della memoria divisa del Paese. Per alcuni è il ricordo di un tragico episodio di violenza politica, per altri è diventato un punto di riferimento ideologico. La presenza costante di simboli fascisti durante le commemorazioni rende difficile una pacificazione della memoria storica e alimenta contrapposizioni che si riflettono anche nelle istituzioni.

Verso una maggiore chiarezza normativa

Alla luce di quanto accaduto, appare sempre più urgente un intervento legislativo che chiarisca definitivamente la natura giuridica del saluto fascista e stabilisca criteri oggettivi per l’applicazione di misure come il Daspo urbano. Solo attraverso una normativa chiara e coerente sarà possibile garantire il rispetto dei diritti fondamentali senza compromettere la sicurezza e la coesione sociale.

Un caso che divide l’Italia

Il caso del saluto fascista ad Acca Larentia e l’annullamento del Daspo da parte del Tar del Lazio rappresentano uno dei tanti episodi che continuano a dividere l’opinione pubblica italiana. Tra chi invoca la libertà di espressione e chi denuncia il ritorno di simboli autoritari, il dibattito resta aperto. È compito delle istituzioni, della magistratura e della società civile trovare un equilibrio tra memoria, legalità e democrazia.


Manifestazione Acca Larentia con saluto fascista




Giornalista, appassionato di marketing e vero e proprio "Tecnico Umanista", Simone Durante naviga nel mondo digitale fin dai tempi del modem a 56k.


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