Una svolta significativa per la salvaguardia del patrimonio culturale e architettonico della Capitale arriva con la decisione della Soprintendenza Speciale di Roma di apporre un vincolo storico-artistico su quattro ex sale cinematografiche dismesse: il cinema Metropolitan in via del Corso, il cinema Odeon in piazza Stefano Jacini, il cinema Delle Provincie in viale delle Provincie e il cinema Airone in via Lidia.
Questa scelta segna un punto di svolta nella battaglia per la tutela dei cinema storici di Roma, molti dei quali hanno chiuso i battenti negli ultimi decenni a causa della crisi del settore cinematografico e della riconversione urbanistica. Il vincolo imposto dalla Soprintendenza vieta modifiche strutturali, demolizioni e cambi di destinazione d’uso che possano compromettere il valore storico, architettonico e culturale di questi edifici.
Perché i cinema storici di Roma sono sotto tutela
La Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, ha motivato la propria decisione con l’esigenza di preservare “beni culturali di rilevante interesse storico e architettonico”. Le quattro sale cinematografiche rappresentano non solo un patrimonio edilizio, ma anche un elemento fondamentale della memoria collettiva della città.
Il cinema Metropolitan, ad esempio, è stato per decenni un punto di riferimento per la cultura cinematografica romana. Situato in pieno centro, su via del Corso, è stato chiuso nel 2017 e da allora è rimasto inutilizzato, con progetti di riconversione in attività commerciali che ora dovranno essere rivisti alla luce del vincolo.
Allo stesso modo, il cinema Odeon, chiuso nel 2014, era un importante presidio culturale nella zona nord della città. Anche le sale Delle Provincie e Airone hanno avuto un ruolo importante nella vita sociale e culturale dei rispettivi quartieri.
Il ruolo della Soprintendenza Speciale di Roma
La Soprintendenza ha agito in base al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004), che consente di sottoporre a tutela edifici e luoghi che rivestono un interesse storico-artistico. Il provvedimento è stato notificato ai proprietari degli immobili, che ora dovranno rispettare le prescrizioni imposte dal vincolo.
Questa azione rientra in un più ampio piano di salvaguardia dei cinema storici di Roma, molti dei quali sono stati riconvertiti in supermercati, palestre, negozi o addirittura abbattuti. La decisione della Soprintendenza rappresenta un segnale forte contro la speculazione edilizia e a favore della conservazione dell’identità culturale della città.
Le reazioni del Comune di Roma e del mondo culturale
La notizia del vincolo ha suscitato reazioni positive da parte dell’amministrazione capitolina e delle associazioni culturali. L’assessore alla Cultura del Comune di Roma, Miguel Gotor, ha dichiarato che si tratta di “una scelta importante per la città, che riconosce il valore simbolico e sociale di questi luoghi”.
Gotor ha anche sottolineato come la tutela dei cinema chiusi rappresenti un passo fondamentale per una futura rigenerazione urbana che non cancelli la memoria storica dei quartieri, ma la valorizzi. L’obiettivo è quello di restituire questi spazi alla collettività, magari mantenendone l’uso culturale o adattandoli a nuove funzioni pubbliche compatibili con la loro natura originaria.
Numerose anche le prese di posizione del mondo accademico e delle associazioni del settore audiovisivo, che da anni denunciano la scomparsa dei cinema storici a Roma. La decisione della Soprintendenza viene vista come un’azione concreta a tutela della cultura cinematografica italiana.
Un censimento dei cinema dismessi a Roma
Secondo i dati raccolti da Urban Experience, associazione attiva nella mappatura dei luoghi dismessi e nella promozione della rigenerazione urbana, nella Capitale ci sono oltre 40 cinema abbandonati o chiusi negli ultimi 20 anni. Un numero impressionante, che testimonia la crisi profonda del settore e la trasformazione del tessuto urbano.
Tra i cinema chiusi più noti vi sono anche l’America a Trastevere, il Maestoso in via Appia, il Paris in via Ostiense, il Giulio Cesare a Prati e il Reale a piazza del Popolo. Alcuni di questi sono stati trasformati in supermercati o catene di abbigliamento, altri sono in stato di abbandono.
Il vincolo della Soprintendenza potrebbe rappresentare un modello da replicare per tutelare altri luoghi simbolici della cultura cinematografica romana, evitando che vengano cancellati dalla memoria collettiva.
Prospettive future per i cinema vincolati
Quali saranno ora gli scenari per i quattro cinema vincolati? I proprietari dovranno presentare progetti compatibili con la destinazione d’uso culturale e con la tutela architettonica degli edifici. Potrebbero essere trasformati in centri culturali, spazi espositivi, teatri o sale polifunzionali, mantenendo però l’impianto originario e l’identità storica.
Il Comune di Roma potrebbe anche valutare l’acquisizione pubblica di alcuni immobili, magari attraverso fondi europei o partenariati pubblico-privato, per restituirli alla cittadinanza. In ogni caso, sarà fondamentale coinvolgere le comunità locali nei processi decisionali, per assicurare che le nuove destinazioni rispondano ai bisogni reali dei quartieri.
Un nuovo paradigma per la rigenerazione urbana
La battaglia per la tutela dei cinema storici a Roma si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sulla rigenerazione urbana sostenibile. In un’epoca di trasformazioni rapide e spesso aggressive, è essenziale trovare un equilibrio tra sviluppo economico e conservazione del patrimonio culturale.
La scelta della Soprintendenza dimostra che è possibile intervenire in modo intelligente e rispettoso, valorizzando la storia e l’identità dei luoghi. I cinema, in quanto spazi collettivi di aggregazione e cultura, possono ancora avere un ruolo centrale nella vita urbana, anche in forme nuove e ibride.
Il vincolo come strumento di tutela e valorizzazione
Il vincolo apposto dalla Soprintendenza non deve essere visto come un ostacolo, ma come un’opportunità per ripensare l’uso degli spazi urbani in chiave culturale e partecipativa. Un vincolo ben gestito può trasformarsi in un volano di innovazione sociale, economica e architettonica.
In questo senso, la tutela dei cinema chiusi a Roma può diventare un esempio virtuoso anche per altre città italiane ed europee, molte delle quali si trovano ad affrontare sfide simili. Il recupero di questi luoghi può contribuire a rafforzare il tessuto sociale, stimolare la creatività e promuovere un turismo culturale di qualità.
Salvaguardare la memoria per costruire il futuro
In un momento storico in cui la memoria collettiva rischia di essere erosa dalla logica del profitto e della velocità, la decisione di tutelare i cinema storici di Roma rappresenta un atto coraggioso e lungimirante. È un invito a riscoprire il valore dei luoghi, delle storie e delle esperienze condivise.
La sfida ora è trasformare questi vincoli in progetti concreti e sostenibili, capaci di restituire ai cittadini spazi vivi, inclusivi e culturalmente significativi. I cinema chiusi possono tornare a essere cuori pulsanti della città, se sapremo ascoltare le loro storie e immaginare insieme nuovi futuri possibili.
Link utili:
Immagini consigliate:
- Foto storiche dei cinema Metropolitan, Odeon, Delle Provincie e Airone (alt text: “Facciata storica del cinema Metropolitan in via del Corso, Roma”)
- Mappe dei cinema dismessi a Roma (alt text: “Mappa dei cinema chiusi a Roma con localizzazione dei principali edifici vincolati”)
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