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Wednesday 7 May 2025
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Ostiense, mamma e figlio occupano casa popolare in via Pescaglia: tensioni e denuncia

Un nuovo episodio di occupazione abusiva ha scosso il quartiere Ostiense a Roma, precisamente in via Pescaglia, dove una mamma e suo figlio hanno preso possesso di un alloggio popolare. L’intervento delle forze dell’ordine ha suscitato momenti di tensione con alcuni residenti della zona, esasperati da una situazione che si ripete troppo spesso nel tessuto urbano della Capitale.

Occupazione abusiva in via Pescaglia: cosa è successo

Lunedì 6 maggio 2024, una donna con il figlio piccolo ha forzato l’ingresso di un appartamento popolare di proprietà di Ater Roma, situato in via Pescaglia, nel quartiere Ostiense. L’immobile risultava momentaneamente vuoto, ma non abbandonato: era infatti in attesa di riassegnazione secondo le graduatorie ufficiali.

La donna, secondo quanto riferito da alcuni testimoni e confermato dalle forze dell’ordine, avrebbe scavalcato la recinzione e forzato la porta d’ingresso, insediandosi con il figlio all’interno dell’abitazione. Un gesto disperato, motivato – a quanto pare – da una situazione di grave disagio economico e abitativo.

Intervento della polizia e tensioni con i residenti

La presenza della donna non è passata inosservata. Alcuni residenti hanno immediatamente allertato le autorità, preoccupati per l’ennesimo caso di occupazione abusiva nel quartiere. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato San Paolo, che hanno trovato la donna già all’interno dell’appartamento insieme al figlio.

Durante l’intervento delle forze dell’ordine si sono registrati momenti di tensione con alcuni residenti, che hanno protestato contro l’occupazione, lamentando una gestione inefficace del patrimonio immobiliare pubblico. La situazione è rimasta sotto controllo, ma l’episodio ha riacceso il dibattito sulla gestione delle case popolari a Roma e sull’emergenza abitativa.

Emergenza abitativa a Roma: un problema strutturale

Il caso di via Pescaglia non è isolato. A Roma si contano centinaia di casi di occupazioni abusive, spesso da parte di famiglie in difficoltà economica, migranti o persone senza fissa dimora. Secondo i dati più recenti forniti dall’Osservatorio Casa del Comune di Roma, sono oltre 10.000 le famiglie in attesa di un alloggio popolare, mentre si stima che siano circa 6.000 gli alloggi occupati irregolarmente.

Il problema è aggravato dalla lentezza burocratica nella riassegnazione degli immobili e dalla carenza di interventi strutturali per aumentare la disponibilità di alloggi pubblici. Le case popolari, spesso in stato di degrado, diventano così bersaglio di occupazioni da parte di chi non ha alternative.

Il ruolo di Ater Roma e le criticità nella gestione

Ater Roma, l’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica, è l’ente preposto alla gestione degli alloggi popolari nella Capitale. Tuttavia, le critiche nei confronti dell’ente non mancano. I cittadini lamentano scarsa trasparenza, tempi lunghi di assegnazione e una gestione poco efficace del patrimonio immobiliare.

Nel caso specifico di via Pescaglia, l’appartamento occupato era in attesa di essere assegnato a un altro nucleo familiare secondo la graduatoria. Tuttavia, la mancanza di controlli e la facilità con cui l’alloggio è stato forzato sollevano interrogativi sulla sicurezza e sulla vigilanza degli immobili pubblici.

I residenti: “Siamo esasperati dalle occupazioni”

Molti abitanti della zona hanno espresso il loro malcontento. “Non è la prima volta che succede – racconta una residente –. Qui ci sono famiglie che aspettano da anni una casa, mentre altri entrano con la forza e si sistemano senza alcun diritto”. Un altro residente aggiunge: “Siamo stanchi. Le istituzioni devono intervenire seriamente, altrimenti la situazione degenererà”.

Questo sentimento di frustrazione è condiviso da molti romani, soprattutto in quartieri popolari come Ostiense, San Basilio, Tor Bella Monaca e Corviale, dove il fenomeno delle occupazioni abusive è particolarmente diffuso.

Le possibili conseguenze legali per la madre

La donna che ha occupato l’alloggio in via Pescaglia è stata denunciata per invasione di edifici. La legge italiana prevede sanzioni penali per chi occupa abusivamente un immobile, anche se si tratta di un alloggio pubblico. Tuttavia, in presenza di minori, le autorità spesso adottano un approccio più cauto, cercando soluzioni che tutelino i bambini coinvolti.

Non è ancora chiaro se la donna verrà sgomberata nei prossimi giorni o se le verrà offerta una sistemazione alternativa dai servizi sociali. Nel frattempo, la sua presenza nell’alloggio occupato continua a generare malumori tra i residenti.

Occupazioni abusive a Roma: dati e tendenze

Secondo un rapporto pubblicato nel 2023 dall’Assessorato alle Politiche Abitative del Comune di Roma, le occupazioni abusive sono in crescita, soprattutto nei quartieri periferici. Il fenomeno è alimentato dalla crisi economica, dalla mancanza di lavoro stabile e dalla carenza di politiche abitative efficaci.

Le case popolari, spesso fatiscenti e non manutenute, diventano così un rifugio per chi non ha alternative. In molti casi, gli occupanti sono famiglie con bambini o persone vulnerabili, che vedono nell’occupazione l’unica possibilità di avere un tetto sopra la testa.

Le reazioni delle istituzioni

Il Comune di Roma ha annunciato un piano straordinario per contrastare le occupazioni abusive e accelerare la riassegnazione degli alloggi popolari. L’obiettivo è quello di recuperare gli immobili occupati illegalmente e restituirli ai legittimi assegnatari.

Inoltre, sono previsti maggiori controlli da parte della polizia municipale e dell’Ater per evitare che gli alloggi vuoti vengano occupati. Tuttavia, secondo molti esperti, questi interventi non bastano se non accompagnati da un piano strutturale di edilizia residenziale pubblica.

Link utili e approfondimenti

Una questione sociale che richiede risposte concrete

L’episodio di via Pescaglia è solo l’ultimo di una lunga serie che mette in luce le fragilità del sistema abitativo romano. La disperazione di una madre che occupa una casa con il figlio non può essere ignorata, ma allo stesso tempo non si possono trascurare i diritti di chi attende da anni un alloggio popolare seguendo le regole.

È necessario un intervento deciso da parte delle istituzioni, che vada oltre le emergenze quotidiane e affronti il problema alla radice. Solo così sarà possibile garantire il diritto alla casa per tutti, nel rispetto della legalità e della dignità umana.



Giornalista, appassionato di marketing e vero e proprio "Tecnico Umanista", Simone Durante naviga nel mondo digitale fin dai tempi del modem a 56k.