In una delle aree storiche e naturalistiche più suggestive di Roma, quella compresa tra Arco di Travertino, Tor Fiscale e l’Appio Claudio, si sta consumando una situazione di degrado urbano che preoccupa residenti e frequentatori del Parco. Lungo le arcate dell’antico acquedotto romano, simbolo della grandezza dell’Urbe antica, sono spuntate tende, materassi e giacigli di fortuna che testimoniano la presenza di accampamenti abusivi. Una condizione che solleva interrogativi su sicurezza, decoro urbano e gestione degli spazi pubblici nella Capitale.
Accampamenti sotto l’acquedotto: la situazione attuale tra Tor Fiscale e Arco di Travertino
Negli ultimi mesi, numerosi cittadini hanno segnalato la presenza costante di persone che vivono stabilmente sotto le arcate dell’acquedotto romano, nel tratto che attraversa il quartiere Tor Fiscale, a pochi passi dalla fermata della metropolitana Arco di Travertino. L’area, ufficialmente parte del Parco Regionale dell’Appia Antica, è diventata terreno di bivacco per senza fissa dimora e gruppi organizzati che, approfittando della vegetazione fitta e della scarsa illuminazione, hanno allestito veri e propri insediamenti di fortuna.
Materassi, tende, coperte, sedie e rifiuti di ogni tipo si accumulano sotto le arcate, trasformando un sito archeologico e paesaggistico in un’area di degrado. Alcuni residenti raccontano che la situazione va avanti da mesi, con momenti di parziale bonifica seguiti da rapide ricolonizzazioni degli stessi spazi.
Le segnalazioni dei cittadini e l’inerzia delle istituzioni
I residenti del quartiere San Giovanni e della zona Arco di Travertino hanno più volte segnalato la situazione alle autorità competenti, in particolare al Municipio VII e alla Polizia Locale di Roma Capitale. Tuttavia, secondo quanto riportano i comitati di quartiere, gli interventi sono stati sporadici e poco risolutivi.
“Abbiamo segnalato la presenza di tende e materassi sotto l’acquedotto già a inizio anno – racconta un residente – ma nulla è stato fatto. L’area è pericolosa, soprattutto la sera, e ormai è diventata impraticabile per chi vorrebbe semplicemente passeggiare o fare sport”.
Un problema di sicurezza e decoro urbano
La presenza di accampamenti abusivi non è solo un problema di impatto visivo o di decoro urbano, ma rappresenta anche un serio rischio per la sicurezza pubblica. Alcuni cittadini riferiscono episodi di furti e comportamenti sospetti nei pressi delle fermate della metro Arco di Travertino e Porta Furba, oltre a situazioni di degrado igienico-sanitario che mettono a rischio l’intera comunità locale.
Il tratto dell’acquedotto interessato dal fenomeno è frequentato anche da bambini, runner e ciclisti. L’assenza di controlli regolari e la mancanza di una vigilanza costante rendono l’area vulnerabile a fenomeni di illegalità diffusa.
Parco dell’Appia Antica: un patrimonio da tutelare
L’area verde che comprende Tor Fiscale, Arco di Travertino e l’Appio Claudio è parte integrante del Parco Regionale dell’Appia Antica, uno dei polmoni verdi più importanti della Capitale. Il parco ospita tratti significativi di acquedotti romani, come l’Anio Novus e il Claudio, oltre a torri medievali e resti archeologici di grande valore storico.
La presenza di accampamenti abusivi sotto l’acquedotto non solo deturpa il paesaggio ma rappresenta un’aggressione al patrimonio culturale e ambientale. Le arcate, costruite oltre duemila anni fa, sono oggi minacciate da incuria, vandalismo e uso improprio degli spazi.
Le proposte dei comitati di quartiere
Di fronte all’inerzia delle istituzioni, i comitati di quartiere e le associazioni locali hanno avanzato alcune proposte concrete per riportare decoro e sicurezza nell’area. Tra queste:
- Installazione di telecamere di sorveglianza lungo il percorso dell’acquedotto
- Maggiore presenza della Polizia Locale e delle forze dell’ordine
- Interventi di bonifica e pulizia periodica dell’area
- Promozione di attività culturali e sportive per riappropriarsi degli spazi pubblici
- Coinvolgimento del Parco dell’Appia Antica nella gestione delle criticità
Molti cittadini chiedono inoltre un piano strutturale per l’accoglienza dei senza fissa dimora, affinché il problema non venga solo spostato da una zona all’altra della città.
La risposta delle istituzioni
Il Municipio VII, competente per l’area di Arco di Travertino e Tor Fiscale, ha riconosciuto l’esistenza del problema e ha promesso un coordinamento con la Polizia Locale e il Dipartimento Tutela Ambientale. Tuttavia, al momento non risultano attivi piani straordinari di intervento.
Il Parco Regionale dell’Appia Antica, pur avendo competenza sull’area verde, lamenta la mancanza di risorse per controllare un territorio così vasto. Anche la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali è stata informata della situazione, ma si attendono ancora azioni concrete per la salvaguardia del patrimonio archeologico.
Un problema diffuso nella Capitale
L’accampamento sotto l’acquedotto di Tor Fiscale non è un caso isolato. Fenomeni simili sono stati segnalati in altre aree della città, come lungo il Tevere, nei pressi della Stazione Termini e in alcune zone periferiche. La crisi abitativa, unita alla carenza di strutture di accoglienza e al mancato controllo del territorio, ha favorito la proliferazione di insediamenti informali.
Secondo un rapporto dell’ISTAT e dell’ISTAT Roma Capitale, nel 2023 sono oltre 8.000 le persone senza dimora nella città, molte delle quali vivono in condizioni di estrema precarietà. Il tema richiede un approccio integrato che coinvolga Comune, Regione, associazioni del terzo settore e cittadini.
Come contribuire al recupero dell’area
I cittadini possono fare la loro parte segnalando situazioni di degrado attraverso i canali ufficiali del Comune di Roma, come il portale SegnalaRoma o l’applicazione mobile. Inoltre, è possibile aderire alle iniziative promosse dai comitati di quartiere, partecipare alle giornate di pulizia collettiva e sostenere le attività del Parco dell’Appia Antica.
Alcune associazioni, come Retake Roma e Legambiente Lazio, organizzano regolarmente eventi di sensibilizzazione e interventi di riqualificazione urbana. Il coinvolgimento attivo della cittadinanza è fondamentale per restituire dignità e sicurezza a un’area tanto preziosa quanto fragile.
Ripensare la gestione degli spazi pubblici a Roma
Il caso dell’acquedotto di Tor Fiscale solleva una questione più ampia: quella della gestione degli spazi pubblici nella Capitale. Troppo spesso aree di grande valore storico e ambientale vengono lasciate all’abbandono, diventando terreno fertile per degrado, insicurezza e marginalità.
Serve una visione strategica che metta al centro la manutenzione del patrimonio, la tutela dell’ambiente e l’inclusione sociale. Solo così sarà possibile garantire una città più vivibile, sicura e rispettosa della sua storia millenaria.
Un impegno condiviso per il futuro di Tor Fiscale
Restituire decoro all’area dell’acquedotto tra Tor Fiscale e Arco di Travertino non è solo una questione di pulizia o sicurezza, ma un atto di rispetto verso la storia di Roma e verso i suoi cittadini. Un patrimonio come quello del Parco dell’Appia Antica merita attenzione, cura e una gestione partecipata.
L’impegno delle istituzioni deve affiancarsi a quello dei cittadini, in un’alleanza civica che possa trasformare un problema in un’opportunità di rinascita urbana. Solo così sarà possibile restituire dignità a un luogo che rappresenta un pezzo fondamentale della memoria collettiva della Capitale.
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