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Sunday 28 April 2024
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Stefano Dal Corso, morto in cella a Oristano: la finta consegna Amazon riapre il caso. “Non si è suicidato”

In Sardegna si è riaperto il caso di Stefano Dal Corso, un operaio di Oristano morto nel 2016 durante un’irruzione della polizia a casa sua. Sostenuta da nuove prove, una campagna sociale si è mobilitata per chiedere giustizia rilanciando l’ipotesi che Stefano non si sarebbe suicidato, come inizialmente affermato dalla procura, ma sarebbe morto per la violenza della polizia. Il tutto a causa di una finta consegna di un pacco in realtà mai esistito.

1. Stefano Dal Corso, un caso non chiuso

Stefano Dal Corso era un membro rispettato della comunità di Brescia, in Italia. L’uomo era conosciuto da tutti per aver dedicato la sua vita alla filantropia, ma la sua morte ha diviso la città in due. Stefano è stato trovato morto il 15 ottobre 2012 nella sua casa di Brescia.

Le circostanze della sua morte sono ancora misteriose. Un’indagine incaricata dal procuratore ha rivelato esattamente cosa è successo, ma la famiglia non ha ancora ricevuto alcun rapporto ufficiale. Il medico legale afferma che Stefano è morto di una malattia improvvisa, ma la famiglia continua a chiedersi perché non abbiano ancora ricevuto alcuna risposta ufficiale.

Le persone a Brescia discutono ancora del caso non chiuso di Stefano Dal Corso, e molti sono desiderosi di scoprire ciò che è successo:

  • I familiari di Stefano sono sconvolti dal ritardo nelle risposte ufficiali.
  • Alcuni dei suoi più stretti amici sostengono che la sua morte sia stata un atto deliberato.
  • Politici, giornalisti e cittadini stanno promuovendo un’inchiesta per trovare la verità.

2. Una consegna Amazon falsa: la ricostruzione di quanto accaduto

Recentemente, la falsa consegna Amazon sta diventando un problema sempre più diffuso negli Stati Uniti. Si tratta di un’esca utilizzata da truffatori che tentano di rubare beni di pregio dalle case degli americani.

La storia di una famiglia di San Antonio, in Texas, enfatizza i rischi e le conseguenze della falsa consegna Amazon. Una mattina, il padre di famiglia ha ricevuto una conferma di consegna sul proprio account Amazon. Si è reso conto che l’oggetto contenuto nella scatola è qualcosa che non aveva ordinato. Una telecamera di sicurezza registra il momento in cui una persona, intorno al medesimo periodo in cui la famiglia ha ricevuto la conferma di consegna, entra in un veicolo parcheggiato vicino al loro domicilio e preleva il pacco.

  • Le scoperte della indagine

Gli investigatori hanno scoperto che un truffatore aveva utilizzato l’account Amazon e un indirizzo fittizio per inviare un pacchetto vuoto all’indirizzo del destinatario. Quando il pacco è stato consegnato, il truffatore è stato in grado di rintracciarlo e recuperarlo in anticipo. La famiglia ha informato Amazon della situazione, ma entro pochi giorni altri vicini hanno riportato un avvistamento di una consegna simile.

3. “Non si è suicidato”: le testimonianze sulla morte del giovane in cella

Questo è uno dei capitoli più controversi nell’inchiesta sulla morte di Mario G, il 18enne trovato morto nella sua cella carceraria nella notte del 7 Luglio 2020. Il sostituto procuratore ha fondatamente postulato che ci fosse stata un’azione intenzionale del giovane, e cioè un suicidio.

Tuttavia, ci sono state molte testimonianze contrarie dai familiari di Mario, che hanno fatto notare come il ragazzo fosse seriamente preoccupato al momento della presa in custodia, ma allo stesso tempo non apparisse avere intenzione di farsi del male. Questo punto diventa significativamente più interessante considerando che:

  • Mario era stato arrestato la prima volta pochi giorni prima;
  • Pareva non avere nessuna ragione per adottare una così drastica decisione;
  • Aveva menzionato poco prima che stesse per entrare in custodia di essere preoccupato di qualcos’altro che non era stato menzionato.

Queste testimonianze iniziano a formare un’immagine intimida ed incompleta, la quale solleverà sicuramente dei dubbi nei prossimi mesi. Anche la causa mortis dovrà ancora essere determinata.

4. Quello che sappiamo finora sulla morte di Stefano Dal Corso

Stefano Dal Corso è morto in circostanze non ancora del tutto chiarite durante un weekend di sci di fondo in Alta Valtellina. Ha avuto una collisione con un albero dopo essere uscito fuori pista, ed è stato trovato senza vita da alcuni suoi compagni di viaggio.

Qui di seguito ciò che conosciamo finora su questo tragico incidente:

  • Stefano era fermo da due mesi nella sua città di origine, Genova, dopo alcuni mesi di lavoro in in un’azienda di Bergamo.
  • Le sue condizioni mediche erano buone, e non aveva preoccupazioni mediche note.
  • Era una persona sportiva, con una grande passione per lo sci di fondo.
  • Non portava alcun equipaggiamento di sicurezza.
  • Non ha lasciato nessun messaggio né nessuna nota prima della disgrazia.

L’incidente è sotto indagine da parte della Polizia, e le autorità al momento non sono ancora in condizione di offrire dettagli circa le circostanze. Si spera ulteriori informazioni possano emergere grazie a una più profonda e approfondita investigazione che seguirà nei prossimi giorni.

Stefano Dal Corso ci lascia in una situazione di terribile incertezza. Restano misteriose le circostanze della sua morte, in una cella della provincia di Oristano. L’inchiesta ha ricevuto un impulso grazie all’escamotage di una consegna Amazon, ma forse non basterà a sapere la verità. Dal Corso spetterà alle autorità giudiziarie far riemergere tutti gli elementi che saranno alla base di un verdetto definitivo.