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Monday 29 April 2024
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“Per i nostri zaini arcobaleno ci urlavano Lgbt di m.. “: a processo baby branco razzista e omofobo, pestava immigrati e senzatetto

In un epoca di euforia per i diritti della comunità Lgbt, arriva una notizia desolante da Roma. Un gruppo razzista, composto principalmente da ragazzi minorenni, ha assalito alcune persone usando insulti e aggressioni omofobe mirate. I ragazzi, conosciuti come ‘Baby Branco’, hanno attaccato i membri della comunità Lgbt, immigrati e senzatetto nella capitale italiana. Il processo intentato contro questo gruppo è stato presentato dai pubblici ministeri come un messaggio per condannare l’odio e la violenza di queste persone.

1. Un processo dietro a un caso di odio razzista e omofobo

Il razzismo e l’omofobia sono due dei più comuni reati d’odio oggi riscontrati a livello globale. L’aumento di queste forme di discriminazione basate sull’etnia, l’orientamento sessuale o l’origine religiosa ha richiesto un approccio più serio da parte della comunità giudiziaria.

Ogni caso di odio razzista e omofobo presenta un processo che può variare da paese a paese nelle sue linee guida, ma che segue comunemente un formato abbastanza standardizato. Ad esempio:

  • Indagini – La polizia può eseguire indagini sul reato per cercare prove importanti che supportino la richiesta dell’accusa.
  • Incontro con l’accusato – Un magistrato può interrogare l’accusato circa le circostanze che sono alla base dell’accusa.
  • Elaborazione dell’accusa – Gli avvocati di entrambe le parti presentano prove e documenti in tribunale.
  • Sentenza – Il giudice leader decide sulla colpevolezza dell’accusato. Il verdetto può includere sanzioni civili o penali.

Nonostante siano trattati come crimini in numerosi paesi, la razzismo e l’omofobia rimangono ancora presenti. La comunità giudiziaria dovrebbe implementare stringenti processi per contrastare questi reati d’odio e assicurare la giustizia per tutte le vittime.

2. Il caso di “Per i nostri zaini arcobaleno ci urlavano Lgbt di m…”

Un caso emblematico si è verificato in una scuola Italiana nel mese di Giugno 2019. Si tratta di un episodio di discriminazione che ha visto al centro alcuni alunni indossare zaini con stampe arcobaleno, simbolo della comunità Lgbt, e urlare “Lgbt” ai loro compagni.

Una volta venuto a conoscenza della loro protesta, un gruppo di bambini e ragazzi stanchi di ascoltare le offese degli alunni indossanti i simboli arcobaleno si sono uniti per dimostrare solidarietà nei loro confronti. Il loro supporto e la loro appassionata azione hanno suscitato un’ondata generale di sostegno e vicinanza e ha portato alla costituzione di un comitato dei docenti per affrontare la discriminazione nella scuola.

  • Gli alunni indossavano zaini con stampe arcobaleno, simbolo della comunità Lgbt
  • Un gruppo di bambini e ragazzi ha dimostrato solidarietà nei loro confronti
  • È stata costituita un comitato dei docenti per affrontare la discriminazione nella scuola

3. Il gruppo di “Baby Branco” e la violenza inflitta a immigrati e senzatetto

Il gruppo “Baby Branco” ha una storia inquietante intorno ad esso. La prima segnalazione di violenza è avvenuta nell’estate del 2018 nella zona di Passy a Parigi. I membri del gruppo avevano l’obiettivo di aggredire gli immigrati e i senzatetto.

Secondo le accuse, alcuni componenti del gruppo avrebbero infatti provato a mordere, prendere a calci e bastonare queste persone. Inoltre, alcuni membri del gruppo sarebbero stati sospettati di rapina a mano armata, lesioni colpose e tentato omicidio. Per tutti questi crimini, dodici componenti sono stati condannati a pene detentive.

  • Caratteristiche del gruppo:
  • Il gruppo era composto da adolescenti di età compresa tra i 15 e 16 anni.
  • I membri erano razzisti e pretendevano di prendere le persone vulnerabili nella loro giurisdizione.
  • L’obiettivo principale del gruppo era postare video sui social media in cui mostravano atti violenti commessi nei confronti di immigranti e senzatetto.

4. La reazione della comunità LGBT e le conseguenze del processo

La reazione della comunità LGBT al processo contro otto militanti cattolici, svoltosi a sostegno della terapia riparadora da omosessualità, è stata unanimemente negativa.
Molti hanno discusso del fallimento delle forze dell’ordine ne stressare i diritti delle persone LGBT, e del fallimento della giustizia nel proteggerle.
L’accusa di pregiudizio contro la comunità LGBT è stata unanimemente condannata:

  • Le associazioni LGBT hanno dichiarato le loro preoccupazioni incontenibili e la loro decisione di difendere a ogni costo l’integrità dei loro membri.
    Hanno manifestato e organizzato manifestazioni pubbliche per promuovere l’uguaglianza e l’accettazione, e incoraggiato le persone a impegnarsi per una società più equa.
  • Gli attivisti LGBT si sono riuniti per discutere della questione in una tavola rotonda, condannando pubblicamente il processo.
    Hanno individuato lacune nell’affrontare queste discriminazioni, incluso l’insufficiente sostegno fornito ai gruppi vulnerabili.

Questa causa ha suscitato molta indignazione tra alcuni membri della società civile che hanno additato l’incapacità delle istituzioni di proteggere le minoranze.
I media hanno contribuito largamente a diffondere l’indignazione, aiutando a sensibilizzare l’opinione pubblica.
Mentre una riunione dei ministri della Giustizia Europea in seguito al processo ha concluso che la libertà di opinione non darà diritto ad azioni discriminatorie, la comunità LGBT continua a richiedere una soluzione robusta e vedere la giustizia fatta.

Questo processo ha rappresentato un’amara ricorrenza dal passato più oscuro: violenza omofoba, razzista ed estremista incontra sofferenza ed indifferenza. La giustizia deve assicurarsi che le persone servano pene adeguate alla gravità di queste terribili azioni. Non è sufficiente emendare le vittime e i criminali, ma, necessario comprendere ed educare le persone su come affrontare il pregiudizio e l’odio.