Negli ultimi anni, le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia hanno evidenziato come la criminalità organizzata, in particolare la camorra, abbia esteso la propria influenza ben oltre i confini tradizionali della Campania. Un ambito che ha attirato l’interesse dei clan è quello del tifo organizzato, in particolare nella Curva Sud della Roma. Questo fenomeno, tutt’altro che isolato, rappresenta un pericoloso intreccio tra ultras, traffico di droga e logiche mafiose.
Camorra e ultras: un’alleanza pericolosa
Secondo quanto emerso da recenti inchieste giudiziarie, alcuni esponenti della camorra sono riusciti a infiltrarsi all’interno della Curva Sud della Roma, sfruttando il carisma e la leadership di alcuni capi ultras per gestire affari illeciti all’interno e all’esterno dello stadio Olimpico. Il legame tra clan camorristici e gruppi ultras non è casuale: entrambi operano secondo logiche di potere, controllo del territorio e fedeltà assoluta ai propri leader.
Le figure chiave dell’infiltrazione criminale
Tra i nomi emersi dalle indagini spiccano quelli di personaggi legati ai clan camorristici dei Senese e dei Moccia. Questi gruppi, storicamente radicati nel napoletano, hanno trovato terreno fertile nella capitale, dove la loro influenza si è estesa anche al mondo del calcio e del tifo organizzato. Alcuni capi ultras, come Daniele De Santis, detto “Gastone”, hanno avuto un ruolo centrale in questa rete, fungendo da ponte tra la malavita organizzata e i tifosi più radicali.
Il controllo della Curva Sud: potere, droga e intimidazione
Il controllo della Curva Sud della Roma non è solo una questione di tifo, ma rappresenta un vero e proprio strumento di potere. Chi comanda la curva ha accesso a una rete di contatti, influenza sociale e opportunità economiche. Le attività illecite legate alla curva includono:
- Spaccio di droga all’interno e all’esterno dello stadio
- Estorsioni ai danni di commercianti e venditori ambulanti nei pressi dello stadio
- Controllo del merchandising non ufficiale
- Vendita di biglietti a prezzi maggiorati
Questi affari sono spesso gestiti con metodi mafiosi: intimidazioni, violenze e minacce sono strumenti comuni utilizzati per mantenere il controllo e garantire l’omertà tra i membri del gruppo.
Il ruolo della droga nel finanziamento delle attività ultras
Uno degli aspetti più inquietanti emersi dalle indagini è il ruolo centrale del traffico di droga nel finanziamento delle attività della curva. Alcuni gruppi ultras hanno trasformato la curva in un vero e proprio hub per lo spaccio, con la complicità di clan camorristici che forniscono la merce e garantiscono protezione. Questo sistema ha permesso a molti capi ultras di accumulare ricchezze e potere, rafforzando ulteriormente la loro posizione all’interno del tifo organizzato.
Indagini e arresti: la risposta dello Stato
Le operazioni condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia, in collaborazione con la polizia e i carabinieri, hanno portato all’arresto di numerosi esponenti legati sia alla camorra che al mondo ultras romano. Le accuse spaziano dall’associazione mafiosa al traffico di stupefacenti, passando per estorsione e violenza privata. In alcuni casi, è stato possibile documentare il passaggio di denaro tra clan e capi ultras, a conferma del sodalizio criminale esistente.
La testimonianza dei collaboratori di giustizia
Fondamentali per ricostruire la rete di rapporti tra camorra e curva Sud sono state le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Questi pentiti hanno fornito dettagli cruciali sulle modalità di infiltrazione, sui meccanismi di finanziamento e sulle dinamiche interne ai gruppi ultras. Le loro testimonianze hanno permesso di smascherare un sistema ben organizzato, dove ogni ruolo è definito e ogni azione è finalizzata al mantenimento del potere e al profitto economico.
La Curva Sud come simbolo e strumento di potere
La Curva Sud non è solo il cuore pulsante del tifo romanista, ma è diventata anche un simbolo di potere per chi riesce a controllarla. Il prestigio derivante dalla leadership nella curva si traduce in influenza politica, sociale ed economica. Alcuni capi ultras sono riusciti a ottenere vantaggi anche al di fuori dello stadio, grazie a rapporti con imprenditori, politici e membri delle forze dell’ordine compiacenti.
Il legame con il territorio e la comunità
La forza della curva risiede anche nel suo radicamento nel territorio. I gruppi ultras operano spesso nei quartieri popolari di Roma, dove svolgono un ruolo di aggregazione giovanile e identitaria. Questo legame con la comunità rende ancora più difficile il lavoro delle forze dell’ordine, che si trovano a dover contrastare non solo un’organizzazione criminale, ma anche un fenomeno sociale complesso e stratificato.
Strategie per contrastare l’infiltrazione mafiosa nello sport
Per arginare l’infiltrazione della camorra nella Curva Sud della Roma e nel tifo organizzato in generale, è necessario un approccio multidisciplinare che coinvolga:
- Maggiore controllo sugli accessi allo stadio e sui gruppi organizzati
- Monitoraggio dei flussi finanziari legati al merchandising e alla vendita di biglietti
- Educazione alla legalità nelle scuole e nei centri sportivi
- Collaborazione tra forze dell’ordine, magistratura e società sportive
Solo attraverso un’azione coordinata sarà possibile restituire il calcio ai suoi veri protagonisti: i tifosi onesti e appassionati.
Un fenomeno nazionale: altri casi simili in Italia
Il caso della Curva Sud della Roma non è isolato. In diverse città italiane, da Napoli a Milano, da Torino a Palermo, si sono registrati casi di infiltrazioni mafiose nel mondo ultras. La camorra, la ‘ndrangheta e la mafia siciliana hanno compreso il potenziale strategico del controllo delle curve: visibilità mediatica, consenso sociale e opportunità economiche rendono il tifo organizzato un obiettivo appetibile per le organizzazioni criminali.
Il ruolo dei media e della società civile
Un ruolo fondamentale nella lotta contro queste infiltrazioni lo giocano i media e la società civile. L’informazione corretta, la denuncia pubblica e l’impegno delle associazioni contro le mafie sono strumenti indispensabili per contrastare il fenomeno. È importante che i cittadini siano consapevoli dei rischi e delle dinamiche in atto, per non cadere nella trappola della mitizzazione del capo ultras o del clan.
Riprendersi la curva: un obiettivo possibile
Nonostante la complessità del fenomeno, è possibile immaginare un futuro diverso per la Curva Sud e per il tifo organizzato. Esperienze positive in altre città dimostrano che, con il giusto mix di repressione e prevenzione, è possibile liberare le curve dal controllo mafioso e restituirle alla passione sportiva. La chiave sta nel coinvolgimento attivo dei tifosi, nella trasparenza delle società calcistiche e nella fermezza delle istituzioni.
Solo così il calcio potrà tornare a essere un momento di festa, condivisione e identità, lontano dalle logiche criminali che hanno cercato di appropriarsene.
Per approfondire il tema delle infiltrazioni mafiose nello sport, leggi anche il nostro articolo su Ultras e criminalità: l’inchiesta sulla Roma.
Consulta anche il sito ufficiale dell’Ministero dell’Interno per aggiornamenti sulle attività di contrasto alla criminalità organizzata.