Search
Thursday 2 May 2024
  • :
  • :

Speciale Far East Film Festival | Fuori le Mura





Speciale Far East Film Festival

2 maggio 2011

di Sonia Cincinelli

Ha fatto tredici per il Giappone

Ogni giorno, QUI, articoli e recensioni dal Festival!

Dal 29 aprile al 7 maggio, al Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” e al Visionario,  si terrà la tredicesima e travolgente edizione del Far East Film Festival. L’evento è da anni specchio contemporaneo dei movimenti e delle creazioni cinematografiche dell’Estremo Oriente. Tali cinematografie fanno emergere una realtà artistica e produttiva estremamente originale, fervida e di qualità, nella fabbricazione di prodotti d’autore e commerciali (due sguardi in cui non si opera una distinzione netta) mai scontati, pronti ad essere critici del mondo che riproducono.

Cinquanta titoli in concorso sono stati scelti, su quattrocentocinquanta visionati dal team di selezionatori e tra le cosidette cinematografie minori, come quelle delle Filippine,  Malesia e  Indonesia, che si avvicinano a livello stilistico e produttivo alle cinematografie più potenti del Giappone e della Corea del Sud, sono portatrici di una qualità superiore che poi viene assorbita dal mainstream. Hong Kong, invece è in netto recupero, ma su tutte spicca la Cina. E la tredicesima edizione del Far East, non a caso, si apre e si chiude
all’insegna dei nuovi film cinesi. Infatti Zhang Yimou, il celebre
regista è presente per la prima volta con
Under the Hawthorn Tree, ma affiancato da giovani registi. Con  la new entry della Mongolia, quest’anno il Far East propone un esplorazione costante del cinema popolare asiatico, una realtà che inizia oggi come non mai a colpire l’immaginario occidentale.

Un Festival “messaggero fra Oriente ed Occidente” come direbbe John Woo.

In concorso ci saranno cinquanta nuovissimi film integrati da due sezioni retrospettive: L’Asia ride!, panoramica sulla commedia pan-asiatica, e il piccante ed imperdibile excursus nella storia dei politici pink movie dal contenuto erotico softcore. Assolutamente da non perdere.

Per l’edizione 2011, Far East Film Festival sostiene una raccolta fondi per i terremotati del Giappone con la splendida iniziativa Feff for Japan. La raccolta consiste nel ricavare fondi dalla vendita delle borse del festival che portano impresso il logo, disegnato da Guido Scarabottolo. Il ricavato viene devoluto a Civic Force giapponese, impegnata negli aiuti per le popolazioni del Nord. “Testimonial” di questo benefico intento, una piccola dichiarazione di Alberto Zaccheroni, allenatore della nazionale nipponica di calcio e vincitore della coppa d’Asia.

Ogni anno il Festival sciorina all’inizio di ogni proiezione un “tormentone” video, quest’anno é Doing it Right, firmato dal prodigioso regista hongkonghese Clement Cheng, un simpatico trailer, in cui l’uso ripetuto di nostrane corna da parte di personaggi in bilico tra tradizione e contemporaneità, fanno il gesto scaramentico per esorcizzare la tredicesima edizione del coinvolgente festival.
Tutta una serie di eventi integra  l’appuntamento annuale che rappresenta uno dei migliori “raduni” cinematografici italiani.

Vediamo come l’evento quest’anno reagisce all’imporsi nella cinematografia asiatica odierna, che è riuscita a far crollare grandi luoghi comuni sui generi, il trionfo del wuxiapian, un genere ormai commerciale, l’horror giapponese, popolato da katana, studentesse e zombie in splatter di importazione, un panorama fatto di stereotipi, reiterazioni e spargimenti di sangue spettacolari. Un nuovo genere che gioca sull’immersività dello spettatore e la trama si concentra su trovate roboanti per far leva sull’emotività del fruitore. Vedremo come si sta sviluppando la controversa produzione sudcoreana negli ultimi anni costellata  prevalentemente da thriller, noir, action e film storici in cui emergono le sofferenze e la violenza dovute da instabilità sociale e dalla fragilità dei rapporti che legano gli uomini, che spesso faticano ad accettare il cambiamento cercando di rimanere leali ad un passato che ritorna. Questi film si rivelano lacerati dalla situazione sociale e politica della società contemporanea coreana, una situazione che nelle pellicole di genere viene traslata nella grande metafora della crisi dei rapporti umani.

Nella prima giornata il Festival ha scodellato: l’anteprima europea di Welcome To Shama Town, l’horror Night Fishing e  l’anteprima assoluta di The Lost Bladesman, che ha debuttato sugli schermi asiatici il 28 aprile.
Saranno ventidue le commedie della retrospettiva Asia ride! e quindici i pink movie, per un totale di ottantasette titoli. I criteri di selezione del festival quest’anno sono stati gli elementi di “curiosità e libertà”. Curiosità verso un mondo non molto lontano da noi e libertà nello sguardo sul cinema, quest’ultimo elemento fondamentale contro ogni tipo di censura.

 

Ogni giorno, QUI, articoli e recensioni dal Festival!

 

Share


Lascia un Commento

L’indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*


*