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Tuesday 30 April 2024
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Cirano Dacci Una Mano (come si soffia dentro un’anima) | Fuori le Mura



Cirano dacci una mano

Cirano dacci una mano

Come si dice nel calcio, squadra che vince non si cambia. Così, dopo la fortunata esperienza della scorsa stagione teatrale con lo spettacolo “Romeo e Giulietta paccavano eccome”, al Teatro de’ Servi, la stessa compagnia ci riprova, con una nuova esilarante commedia, “Cirano dacci una mano”.
Proprio loro, i ragazzi che grazie al professor Leandro erano riusciti a comprendere la magia e il fascino del teatro, si ritrovano dopo qualche anno. Le cose sono cambiate. La scuola è finita e ognuno di loro ha ormai preso la sua strada, compreso Leandro. La professoressa Candeletti, all’insaputa di tutti, decide di far rincontrare i vecchi amici e con la scusa di una pizza, propone ai suoi allievi e al suo ex collega, di ritornare in scena e salvare così un vecchio teatro abbandonato. L’opera scelta dalla professoressa è il Cirano de Bergerac. I ragazzi, sulle prime un po’ scettici, non esitano a ritrovare subito la spinta e la voglia di tornare in scena. Leandro, invece, un tempo sognatore convinto, ha ormai fatto i conti con la vita reale. Ha un lavoro “serio” e non ha più tempo da perdere. Il teatro, prima suo grande amore, ormai non trova più posto nella sua vita. Leandro delude profondamente i suoi ragazzi e tra mille perplessità sollevate sull’effettiva difficoltà di portare in scena un’opera complessa come il Cirano, lascia i suoi amici e ritorna alla vita di tutti i giorni.

Nella foto Alberto Bognanni e Ilaria Giorgino
Nella foto Alberto Bognanni e Ilaria Giorgino

Qui riappare la magia del teatro. Una forza misteriosa che attira Leandro verso di sé. La sua carriera da agente immobiliare non può trattenerlo e dopo qualche resistenza torna nel vecchio teatro abbandonato e decide di aiutare la compagnia a portare in scena il Cirano. Durante le prove, riemerge in Leandro tutta la sua passione per la scena e mentre spiega ai ragazzi il modo di rappresentare alcune scene, rivive in lui lo spirito tenace e gagliardo di Cirano, da lui portato in scena da giovane. La compagnia ritrova la passata determinazione ma, proprio mentre la data del debutto si avvicina, i ragazzi scoprono che il teatro abbandonato è in vendita. Lenadro, involontario colpevole dell’accaduto, cerca di fermare il tutto, ma ormai il teatro è stato venduto. Dalle sue ceneri nascerà un modernissimo garage multipiano. Lo sconforto si abbatte sugli sfortunati protagonisti. La realtà, con il suo cinismo esasperato sembra aver sconfitto il sogno rappresentato dal teatro. La professoressa Candeletti, la più tenace, riesce a trovare una soluzione. Il Cirano andrà in scena nel piccolo teatro della scuola dove i ragazzi avevano già interpretato lo spettacolo precedente. Se per il teatro abbandonato non c’è più niente da fare, almeno lo spettacolo è salvo. Poco prima dell’entrata in scena, Leandro è chiamato a sostituire l’attore, in questo caso attrice, fintasi malata, che interpretava il protagonista, ossia Cirano.
Alternando brani del Cirano a situazioni comiche, lo spettacolo regala sensazioni forti. Il Cirano de Bergerac riesce sempre ad emozionare, ma portato in scena in questa  maniera fonde la liricità dell’opera classica alla pura commedia, senza compromettere la bellezza della storia.
L’intento del regista, Mimmo Strati, è sostanzialmente questo. Cercare un punto di contatto tra un’opera senza tempo come può essere il Cirano e la comicità di una commedia contemporanea. La sfida è delicata ma possiamo dire, senza ombra di dubbio, che la scommessa del regista è stata pienamente vinta. Il ritmo è l’altra carta vincente dello spettacolo. Non c’è un secondo di sosta. Le emozioni cambiano velocemente. Si passa dall’ilarità alla lirica. Tutto scorre fluido e senza intoppi.
La prova degli interpreti non è da meno. Sempre all’altezza della situazione regalano delle prove più che convincenti, dimostrandosi impeccabili in ogni situazione. Tra tutti vanno segnalate le prove di Alberto Bognanni (Leandro), Siddhartha Prestinari nel ruolo di Cirano e la simpatia della professoressa Candeletti, portata in scena da Ilaria Giorgino.

Nella foto gli interpreti dello spettacolo
Nella foto tutti gli interpreti dello spettacolo

In conclusione, “Cirano dacci una mano”, in scena al Teatro de’ Servi, fino al 14 febbraio, offre più di un motivo valido per andare a teatro. Riuscendo a coniugare classico e moderno, poesia e comicità, regala momenti emozionanti e autentici allo spettatore.
Il Cirano di Guccini, cantato dai protagonisti nella parte finale dello spettacolo, è la classica ciliegina sulla torta. In quei momenti, mentre le note della celebre canzone invadono la platea, è come se lo spirito di Cirano tornasse in vita. L’anima dello spadaccino e poeta Cirano volteggia sulle teste degli spettatori. Forse è solo un sogno, ma si sa, a volte, in teatro, i sogni possono prendere vita.

Cirano dacci una mano
(come si soffia dentro un’anima)

Dal 26 gennaio al 14 febbraio 2010
al TEATRO DE’ SERVI

Scritto da Mimmo Strati e Alberto Bognanni
con
Alberto Bognanni, Siddhartha Prestinari, Ilaria Giorgino,
Massimo Milazzo, Francesca Gambacorta, Marco Vivio, Paolo Vivio, Riccardo Avolio, Priscilla Giuliacci
Regia di Mimmo Strati