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Ragazze di campagna di Edna O’Brien : Fuori le Mura


Ragazze di campagna di Edna O’Brien





14 agosto 2013 |



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Ragazze di campagnaCaithleen e Baba sono due ingenue ragazze della campagna irlandese negli anni Cinquanta. Sono già il tempo e lo spazio della loro crescita a limitare i progetti della loro condizione femminile, che si divide negli anni dell’adolescenza tra la desolazione della casa dei propri genitori (la prima figlia di una modesta famiglia dove si alternano le fin troppo note, specie per quel tempo, figure di un padre violento e alcolizzato e quella di una madre sottomessa che poi muore, la seconda figlia del veterinario locale) e un gelido convento di suore dove vengono istruite. E dal quale entrambe vogliono scappare. Lo faranno andando insieme a vivere a Dublino, dove entrambe compiranno le scoperte della vita. Ma la città, la vita non è come si aspettavano che fosse. Caithleen e Baba sono amiche, ma in realtà non lo sono. Lo sono proprio a causa di quel tempo e di quello spazio che le limita e le fagocita attraverso i meccanismi ridondanti di un clericalismo onnipresente e dogmatico, di famiglie che le costringono a vivere all’ombra dei soliti rituali; è il caso, dovuto alla loro condizione femminile, che ha unito due ragazzine che altrimenti l’una senza l’altra non avrebbero avuto nessuno a cui confidare i propri segreti e i propri desideri. Ben presto però le loro strade si dividono …

Ragazze di campagna rappresenta l’incredibile esordio di Edna O’Brien, una delle scrittrici più influenti della scena letteraria irlandese della seconda metà del Novecento perché capace di raccontare i bisogni di una società immobile, che per la prima volta comincia a sentire il bisogno di un mondo nuovo e diverso. Mai come in questo caso è necessario sottolineare l’impronta autobiografica del romanzo poiché la sua stesura ha rappresentato il grido di aiuto di una giovane scrittrice nonché il modo per venire fuori dalla realtà triste e desolata della sua infanzia. Un modo per liberarsi dei propri demoni, delle proprie insicurezze e per dire finalmente al mondo quello di cui avevano bisogno le donne di quella generazione e di quel contesto. La scrittura di Edna O’Brien è infatti, come qualsiasi romanzo di rottura e di esordio, meravigliosamente imperfetta nella sua perfezione, nella bulimia sociologica che mette in campo. Eppure la O’Brien è già capacissima di mantenere in equilibrio l’assetto narrativo, i personaggi caratterizzati. L’intera impalcatura romanzesca è strettamente affidata proprio a quel tempo e a quello spazio che lei conosce molto bene.

Ragazze di campagna è così il manifesto di una generazione che ha davvero cambiato le cose, di un femminismo necessario e capace di lottare attraverso un’intransigente intelligenza, ma reale nei suoi bisogni, nella voglia di poter urlare il proprio desiderio sessuale, l’intensità dei propri desideri affettivi, nella realizzazione di se stesse. Nell’essere donne attraverso una declinazione completa. Ed è proprio per questo motivo che questo esordio letterario è attuale oggi molto più di allora perché definisce l’idea di un femminismo che forse nel tempo ha perso di vista i suoi veri intenti andando incontro ad una mascolinizzazione della figura femminile e ad altre contraddizioni di natura socio-culturale. E forse proprio per questo l’operazione di Elliot – che ha già previsto l’uscita di altri titoli dell’autrice – di ripubblicare, lo scorso giugno, il romanzo (dopo una prima edizione di Feltrinelli nel 1961 e un’altra di edizioni e/o nel 1989) è stata un inaspettato successo.

Primo capitolo di una trilogia, a cui faranno seguito nel 1962 The Lonely Girl (noto anche come Girl with Green Eyes, oggetto anche di un buon adattamento di Desmond Davis, al culmine del free cinema, con Rita Tushingham, Peter Finch e Lynn Redgrave, che fu presentato in concorso al Festival di Venezia) e nel 1964 Girls in Their Married Bliss, Ragazze di campagna – di cui è invece stato realizzato un film per Channel 4 sempre da Davis nel 1984 – è un’opera di rottura che ha cambiato per sempre gli stilemi della letteratura irlandese. Sono note le polemiche all’epoca della sua uscita per gli espliciti riferimenti al desiderio sessuale, i roghi delle copie del libro sui sagrati delle chiese e tutto il polverone che ne seguì, ma questo non impedì già allora che il romanzo divenisse un cult. Nessuno poteva immaginare che una timida giovane donna che era scappata dalla campagna alla volta di Dublino e poi di Londra avrebbe cambiato per sempre, in un momento così difficile per le donne, lo stile dell’intera produzione letteraria del suo Paese, promuovendolo nella sua forma scarna, asciutta e al tempo stesso poetica che ben conosciamo. Soprattutto, Edna O’Brien avrebbe introdotto la grande sensibilità ai temi sociali che hanno poi contraddistinto il lavoro di altri grandi nomi che sarebbero venuti fuori nei decenni successivi in quella piccola isola al largo dell’Oceano Atlantico e che oggi rappresenta una delle voci corali più autorevoli di lingua inglese. Tanto per citarne alcuni: Sebastian Barry, Anne Enright, Colm Tóibín, J. G. Farrell, Julia O’Faolain, Colum McCann, Jennifer Johnston, William Trevor, Deirdre Purcell, Patrick McCabe …

Ragazze di campagna
The Country Girls
Autrice: Edna O’Brien
Traduzione: Cosetta Cavallante
Casa editrice: Elliot, 2013
Collana: Scatti
Pagine: 256
Prezzo: 17,50 €



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Category: Libri