Search
Saturday 27 April 2024
  • :
  • :

Melancolia della resistenza di László Krasznahorkai : Fuori le Mura


Melancolia della resistenza di László Krasznahorkai





7 giugno 2013 |



By




More


Share

Melancolia della resistenzaArriva finalmente in Italia un’opera di László Krasznahorkai, osannato, ammirato scrittore ungherese da personaggi del mondo intellettuale del calibro di W. G. Sebald e Susan Sontag, il cui successo nel mondo è esploso solo negli ultimi anni, nonostante due dei suoi romanzi più famosi siano stati adattati per il cinema e con ampio, meritato, successo di critica – con la collaborazione dello stesso scrittore – da Béla Tarr. Stiamo parlando di Sátatángó e Le armonie di Werckmeister, quest’ultimo, realizzato nel 2000, aveva anche vinto un premio a Berlino. Ma è solo con il successo internazionale de Il cavallo di Torino, che nel 2011 ha fatto il giro di mezzo mondo ed è quasi riuscito ad ottenere una nomination agli Oscar, dove Krasznahorkai ha collaborato come sceneggiatore, che sia il regista che lo scrittore vengono finalmente sdoganati, non senza difficoltà, in un Paese refrattario come l’Italia. Anche se la maggior parte del merito spetta di fatto a Enrico Ghezzi e al suo Fuori Orario. Se nei film di Tarr la dimensione narrativa viene acquisita attraverso un bianco e nero grigio e sgranato per definire lo scorcio di un mondo arcaico e crudele, selvaggio e per certi versi innocente, in Melancolia della resistenza, questo il titolo del romanzo in italiano da cui è tratto Le armonie di Werckmeister, tutto avviene tramite una scrittura poderosa, ma dai ritmi amplificati. Krasznahorkai predilige un fraseggio lungo, non ama molto la punteggiatura, se non quella “articolata”, e questo permette all’opera stessa di acquisire, pur con una struttura narrativa lineare, una visione monumentale.

Nella sua dimensione grottesca e surreale, lo scrittore ungherese racconta la storia di un villaggio solitario e desolato, triste e cupo, quando un bel giorno vi mette piede un circo che esibisce il corpo di una gigantesca balena. Secondo molti questo evento porterà notevole sfortuna agli abitanti locali, che sembrano perseguitati da una serie di sciagure una peggiore dell’altra. Non mancheranno inoltre figure che mettono a ferro e fuoco la città, paura, deliri onnicomprensivi. Tutti sono vittime e carnefici e non esitano a sottomettersi ad un assurdo Movimento per la Pulizia e l’Ordine.

Melancolia della resistenza è un’opera di straordinario valore alla quale il lettore si inchina come una statua di gigantesche proporzioni realizzata da Michelangelo, un qualcosa quindi di immortale e potente che fa i conti con tutti i meccanismi politici e morali del Novecento e in particolare con il declino dell’impero comunista della cui realtà, protagonista di tutto il secolo breve come ben sappiamo, l’Ungheria insieme alla Polonia è stata fra i Paesi più lacerati. Pubblicato in patria nel 1994, a ormai cinque anni dalla caduta del Muro di Berlino, László Krasznahorkai mette in luce una serie di personaggi sopra le righe che definiscono il malato meccanismo dell’ingordigia e di un potere sanguigno e decorticante. Salmo di tutti i vizi capitali, questo splendido romanzo è scritto con un flusso costante e infinito di ironia e crudeltà, che si confondono e si mescolano a vicenda, per acquisire contorni apocalittici nei quali è quella stessa balena con il corpo impagliato ad essere la rappresentazione, metaforica e non solo, di un mondo morto che deve trovare una sua nuova direzione. Lasciarsi alle spalle il passato, la morte, il dolore, ma niente può essere dato per scontato quando attorno c’è solo morte e desolazione.

Melancolia della resistenza
Az ellenállás melankóliája
Autore: László Krasznahorkai
Traduzione: Dora Mészáros e Bruno Ventavoli
Casa editrice: Zandonai, 2013
Collana: I fuochi
Pagine: 342
Prezzo: 18,00 €



Tags: , , , , , , , , , ,

Category: Libri