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Guardami di Jennifer Egan : Fuori le Mura


Guardami di Jennifer Egan





3 giugno 2013 |



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Guardami_EganQuando leggi qualcosa di un autore che hai già apprezzato precedentemente, l’aspettativa è alta. Ma molto spesso dopo che hai letto il suo capolavoro potresti restarne deluso. Jennifer Egan è però autrice di razza differente. In Italia il percorso nei suoi confronti non è stato lineare. È arrivato prima il libro che l’ha imposta all’attenzione mondiale grazie al Premio Pulitzer per la narrativa, Il tempo è un bastardo, il suo ultimo romanzo. Melodia narrativa dell’era post-facebook, che ha lasciato tutti a bocca aperta. Nessuno ha avuto dubbi e il processo alla canonizzazione di questa scrittrice è stato tanto repentino quanto unanime. Così dopo tale successo minimum fax ha creduto bene di pubblicare il secondo romanzo di questa straordinaria penna, Guardami, ovvero Look at me, pubblicato negli Stati Uniti appena prima dell’attentato alle Torri Gemelle. E a posteriori sembra che Jennifer Egan possegga il dono della preveggenza o quantomeno riesce a leggere con grande chiarezza il naturale cambiamento dei tempi. Su questo non c’è dubbio. Anche se nella postfazione del romanzo risalente alla primavera del 2002 afferma che se Guardami fosse stato ancora in corso di scrittura durante l’attentato avrebbe dovuto riformularlo in una chiave diversa. Guardami infatti secondo l’autrice è scritto in un periodo più innocente dell’America e in particolare della città di New York.

Il romanzo prende in esame la figura del doppio attraverso la storia di due Charlotte. La prima è una modella di trentacinque anni, che non ha mai avuto una carriera brillante e che ora attraversa un lento ma inesorabile declino, pur restando all’interno dell’ambiente newyorkese. Un declino che viene accelerato da un incidente stradale nel quale la donna resta gravemente sfigurata. Costretta ad una dura ricostruzione facciale, la prima Charlotte diventerà un’altra persona, comincerà la strada dell’alcolismo degli uomini da una botta e via. Nel frattempo, la donna decide di trascorrere la convalescenza nei luoghi della sua giovinezza, un paesino del Midwest, dove vive ancora la sua migliore amica, che ha una figlia adolescente, che ha chiamato come lei, Charlotte. La seconda Charlotte è goffa, tutt’altro che bella, vaga in bicicletta e decide di farsi sedurre da un professore del liceo, ovviamente molto molto più grande di lei. A unire in qualche modo queste due vite, c’è Moose, amico degli anni dell’adolescenza della prima e zio della seconda. L’uomo totalmente disilluso ha perso lo smalto di un tempo, la sua aura di vincente, vive confuso in un mondo che non è più quello che credeva potesse essere. Sullo sfondo tanti altri personaggi che completano la carrellata del poderoso – nella mole fisica (560 pagine) e nella sua forza interiore – romanzo: in particolare il misterioso Z, alias Michael West, un uomo di origini mediorientali capace di mescolarsi con grande armonia al mondo circostante e provare un odio atavico nei confronti della realtà di cui fa parte, ovvero l’Occidente.

Jennifer Egan ci ha messo sei anni per completare il romanzo, che ha cominciato a scrivere verso la metà degli anni Novanta. Ed è assolutamente straordinario, leggendolo oggi, come abbia potuto analizzare e in qualche modo anticipare il racconto del futuro che ci attendeva, la crisi economica e morale dell’Occidente così come viene concepita negli ultimi anni, l’alienazione dei social network (un discorso poi completato e approfondito con Il tempo è un bastardo), il terrorismo, le ossessioni mediatiche, etc. Discorsi, impronte narrative riprese poi dalla collega Dana Spiotta in Versioni di me. Ma è soprattutto con il tema del doppio che l’autrice americana costruisce un perfetto meccanismo della società contemporanea, persa fra l’essenza dell’apparire, dove si è solo quello che viene mostrato, quello che l’immagine riflette nello specchio. E il tema del doppio diventa doppiamente doppio (si perdoni l’inevitabile cacofonia), nel racconto della nuova immagine fisica della prima Charlotte e il racconto binario – narrato quello della donna in prima persona, quello della ragazzina in terza – delle due figure omonime che vivono due realtà differenti. Ma a conti fatti uguali se vogliamo. Nonostante tutta questa lungimiranza però, Guardami non dimentica di configurarsi strettamente con la tradizione del grande romanzo americano. La perdita e il riscatto, il crollo delle illusioni, il contrasto tra la sonnolenza della provincia e il luccichio bugiardo della metropoli. Sono tutti temi che vengono affrontati con un rigore morale e psicologico intransigente.

È questa un’altra caratteristica di Jennifer Egan, non fare alcun errore, alcuna sbavatura sia sotto forma di forma che di storia ricostruendo personaggi perfettamente strutturati, ricchi di sfumature attraverso una prosa incantevole ed elegante. E nella figura di questa prima Charlotte che ha perso il suo volto e l’immagine che aveva di sé non possiamo che notare una certa similitudine, molti punti in comune, con un’altra grande opera narrativa che sarebbe stata pubblicata qualche anno dopo, nel 2005, da un’altra grande scrittrice del suo tempo, Mary Gaitskill. L’opera in questione è Veronica, come Guardami anch’essa finalista al National Book Award. Ma in quel caso lo sguardo del mondo più innocente era quello degli anni Settanta.

Guardami
Look at Me
Autrice: Jennifer Egan
Traduzione: Matteo Colombo e Martina Testa
Casa editrice: minimum fax, 2012
Collana: Sotterranei
Pagine: 560
Prezzo: 18,00 €



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Category: Libri