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Cassazione: stop alle ruspe nei campi rom : Fuori le Mura


Cassazione: stop alle ruspe nei campi rom





6 maggio 2013 |



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nomadiNei giorni scorsi, la Cassazione, ha respinto il ricorso del governo, chiudendo ogni possibilità di ulteriori appelli. La sentenza risponde alla richiesta dell’ex presidente del Consiglio Monti, che il 15 febbraio 2012, aveva chiesto di rivedere quanto stabilito da Palazzo Spada in merito al “Piano nomadi” voluto dal governo Berlusconi. Con il Piano nomadi la giunta Alemanno, nel novembre 2012, aveva decretato la cancellazione del campo di Tor de’ Cenci ordinando che gli abitanti venissero trasferiti e facendone radere al suolo le abitazioni con le ruspe. A Roma, in più di un anno, sono stati diversi i provvedimenti di sgombero eseguiti nei campi rom non autorizzati, con delle modalità spesso non idonee, come ad esempio la misura prevista dal ministro dell’interno circa la schedatura dei nomadi attraverso la rilevazione delle impronte digitali. Questo sistema, invasivo della privacy è stato considerato invadente e discriminatorio, e in molte occasioni ha coinvolto famiglie intere, bambini compresi.
Ma tutto era iniziato cinque anni fa, quando Berlusconi aveva dichiarato lo “stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi”, nominando i prefetti di Roma, Napoli e Milano commissari delegati per la realizzazione di tutti gli interventi necessari al superamento dello stato di emergenza nelle regioni di loro competenza.

Gli sgomberi effettuati hanno prodotto migliaia di senzatetto, disgregato intere famiglie. Senza alcun progetto alternativo, senza nessuna assistenza materiale e sociale, interi gruppi nomadi sono stati abbandonati e obbligati a ricostruire le proprie baracche da un’altra parte, con il rischio di un ennesimo sgombero. Questi provvedimenti sono stati più volte contestati da molte associazioni umanitarie, tra cui Amnestyle e l’Associazione 21 luglio, e dalla stessa Unione Europea. Sono stati l’European Roma Rights Centre e una famiglia rom ad ottenere nel 2011 dal Consiglio di Stato la sentenza 6050 dell’11 novembre che ha stabilito “l’illegittimità del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 maggio 2008”.

Dopo la decisione della Cassazione immediate sono state le reazioni che plaudono alla sentenza. Secondo un portavoce dell’Associazione 21 luglio: “La chiusura della stagione emergenziale, sancita definitivamente dalla Corte di Cassazione, chiude una delle pagine più buie dei diritti umani delle comunità rom e sinte in Italia”. È arrivato il momento che la politica emergenziale e allarmistica lasci il posto ad interventi umanitari e sociali, per garantire a tutte le minoranze etniche presenti nel nostro Paese una vita dignitosa e degna di uno stato civile.



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Category: Roma, Roma-Attualità