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Al Pigneto s’incontrano i malati di storie : Fuori le Mura


Al Pigneto s’incontrano i malati di storie





22 ottobre 2012 |



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Siamo nel 2012 eppure, come nei secoli ante Christum, c’è ancora chi ha un insanabile bisogno di raccontare storie e chi ha un ancor più viscerale necessità di farsi rapire da queste. Se allora ci si serviva del papiro, oggi si usano i blog o gli ebook, ma la sostanza non cambia. Il tempo passa, la crisi si fa sentire, ma il “mal di libri” resta immutato. E , dovendo scegliere se piangersi addosso perché tutto ciò che gravita attorno all’editoria è precario o se agire per far sì che questa condizione cambi, Chiara Di Domenico e i ragazzi dell’Associazione Fortebraccio, ideatori di Mal di Libri, hanno prediletto la seconda opzione.

Svoltasi nel quartiere romano del Pigneto sabato 20 e domenica 21 ottobre, la Festa «dedicata alla lucida follia di inventare, ascoltare, raccontare, collezionare storie e libri» ha coinvolto, dall’aperitivo a tarda sera, un nutrito pubblico di “ammalati di storie” in circa 25 differenti location. Un vero e proprio percorso per locali (mappato su flyer e in rete), così da fare di un aperitivo o di un sabato sera un’occasione per evadere portandosi a casa, oltre che la solita bevuta, anche un libro, una storia, una nuova amicizia, attraverso laboratori, reading, piccoli concerti, incontri con autori e psicologi.

A dare avvio alla Festa è stata la Biblioteca Goffredo Mameli, cuore letterario del quartiere, che ha ospitato la presentazione del libro di Ascanio Celestini dal titolo Pro Patria. Tratto dall’omonimo testo teatrale scritto e interpretato dal Celestini stesso, il testo narrativo ha rappresentato uno sforzo non indifferente per l’autore, che racconta di essere abituato ad immaginare dapprima fisicamente le storie che inventa, come se si svolgessero in un ambiente reale con protagonisti in carne ed ossa, e poi a metterle per iscritto. «Mi è più semplice scrivere un testo teatrale perché penso meno alle parole da utilizzare», spiega l’autore, «nella scrittura letteraria, invece, le parole sono un ostacolo. E allora sono costretto a pensare di più alle parole da usare proprio perché non diventino un ostacolo e mi permettano di rappresentare il mio modo di pensare una determinata situazione». Celestini prosegue con un’interessante considerazione sulla dipendenza da testi e parole, capaci anche di scatenare forme di fanatismo, religioso e non. «Il libro non è le parole ma la propria relazione con il libro. Un autore non chiede al lettore di seguire il suo percorso, anzi, dopo aver scritto un libro di solito se ne vuole liberare». È dunque importante che un autore segua un suo percorso e lo faccio nella maniera meno influente possibile, cosicché il lettore possa avere una propria relazione col testo, che non deve trasformarsi in una dipendenza.

Dopo aver parlato di storia e di ideali politici dal Risorgimento ad oggi con Celestini, la festa si è spostata nei numerosi locali del Pigneto: da Andrea Paolucci che ha presentato il suo Who! ad Enrico Macioci, Andrea Vasta ed Emiliano Sbaraglia che hanno parlato del libro di Macioci dal titolo La dissoluzione familiare, da Stefano Sgambati e la sua Fenomonologia di You Porn alle riletture del tutto singolari dei The Pills di brani da Dimmi che c’entra l’uovo di Fabio Napoli. E ancora, tavole rotonde sugli ebook (a cura dell’Università di Tor Vergata e dei ragazzi di Pub-Lettori alla Spina) e sui blog letterari, workshop per autori esordienti su come muovere i primi passi nel labirinto editoriale odierno, La posta dell’editor, una buona occasione per far leggere a degli editori professionisti i propri scritti, e dj set per continuare a festeggiare fino a tarda notte. Con le sue numerose iniziative che esulano dalla canonica e spesso noiosa presentazione di un libro, Mal di Libri si è proposta anche in questa sua seconda edizione come un insolito modo di evadere dalla realtà, di aggregarsi e confrontarsi, non solo grazie ad un bicchiere di vino in più, ma anche con l’aiuto di un libro, di una storia. Un viaggio della mente che ha distaccato per alcune ore appassionati e curiosi dalla realtà di crisi (o crisi della realtà?) che fa escludere dal quotidiano anche solo una piccola dose di fantasia. «Mentre la fantasia, da sempre, è la linfa delle idee. E con le idee non c’è crisi che tenga».



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Category: Roma, Roma-Libri