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Sardinia Blues : Fuori le Mura


Sardinia Blues





8 ottobre 2012 |



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Sardinia Blues è il racconto di un’inedita Sardegna, lontana dal “Billionaire” e dall’immagine retorica dei pastori: una Sardegna musicale, persa tra i bar di paese e le discoteche ruspanti, tra gli squarci di un mare che non è quello della Costa Smeralda, la “piccola scintillante Los Angeles” (Cagliari) e la “piccola cadente Buenos Aires” (Sassari).
È la Sardegna di Flavio Soriga, tratteggiata con occhio cinico e romantico insieme.

In questa Sardegna si aggirano Licheri, Corda e Pani, tre amici fraterni, abbandonati dalle rispettive donne e con un’estate alle porte da inventarsi. Licheri, Corda e Pani sono degli annoiati amanti della vita, in cerca di compagnie femminili e del brivido dell’avventura, si sentono dei “pirati” o degli “zingari senza denari” in una Sardegna che definiscono il loro “Messico”. Nelle lunghe notti in bianco in cui si perdono, fantasticano su una Andy Warhol nata in Sardegna, ascoltano musica rock, filosofeggiano sui romanzi americani. Nel mentre architettano piani stravaganti, ritrovandosi in situazioni al limite della legalità con esiti tragicomici. Tra un bicchiere di mirto e una storia fugace, emerge malinconica la talassemia con cui Pani, voce narrante, convive dai primi anni di vita. Talassemia con cui si ritrova a fare i conti lo stesso Soriga nella realtà. Fa capolino, straziante, il passato da eroinomane di Licheri e domina incontrastato il dramma identitario della Sardegna: “Noi siamo perdutamente sconfitti in partenza da queste paranoie identitarie e antidentitarie. Noi dobbiamo liberarci dai fantasmi della storia, dai nostri immensi stordenti sensi d’inferiorità, accettare che siamo come gli altri, tutti gli altri, né meglio né peggio, eccellenti uomini qualunque del mondo, questa è la rivoluzione che ci toccherà fare, prima o poi”.

Sardinia Blues è l’invito a non chiudersi nella trappola identitaria. Parlando delle vicissitudini della sua malattia, Pani, che ha abitato a lungo a Londra, osserva come negli ospedali inglesi le talassemiche figlie di cipriote sfoglino “le riviste di pettegolezzi sui divi della tv esattamente come fanno a Cagliari le talassemiche di Villacidro”.
È un invito rivolto non solo alla Sardegna, ma a tutte le realtà che si trovano attanagliate in questa trappola: non siamo poi tanto diversi, sembra voler dire Soriga.

La Sardegna si rivitalizza ed emerge in tutta la sua naturalezza nel ritmo di questo libro: un ritmo incalzante, fatto di frasi non concluse, di strofe di canzoni lasciate a metà, di scene spezzate che ripartono all’improvviso. Un ritmo portato avanti da tre “alfieri del tirare avanti e del divertirsi con poco” che criticano la loro terra, ma ci stanno bene; rifuggono i loro compatrioti, ma ci si rispecchiano. È un libro che potremmo definire un atto d’amore verso la Sardegna e i sardi. Non a caso, la dedica iniziale è: “ai sardi che sanno essere leggeri”.

Sardinia Blues
Autore: Flavio Soriga
Casa editrice: Bompiani
Collana: Narratori italiani
Pagine: 272
Prezzo: 7,20 euro



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Category: Libri