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Centro di Gravità Permanente : Fuori le Mura


Centro di Gravità Permanente





8 ottobre 2012 |



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Crisi, crisi e ancora crisi. Il periodo storico che sta vivendo il nostro Paese è sempre più nell’occhio del ciclone di stampa e mass-media, e l’Italia delle “belle donne, pizza e mandolino” lascia poche speranze al futuro degli italiani.

Ed è proprio la mesta visione del futuro italico che spinge Daniela Dellavalle, già apprezzata per Dal Diario Affatto Segreto di una Precaria, a cimentarsi nella stesura di un nuovo spettacolo teatrale. Nasce Centro di Gravità Permanente, e il richiamo “battiatiano” del titolo è giusto preludio di una pièce dall’intelligente e ricercata ironia.
Tre soggetti, tre storie alla deriva, tre persone di cui i nostri telegiornali riporterebbero solo un rapido stralcio per dovere di cronaca. Paolo, Giuseppe e Letizia hanno la comune idea di recarsi nei pressi di un burrone per togliersi la vita, stanchi di una vita senza prospettive e con l’unico obiettivo di poter almeno decidere come uscire di scena. Una società troppo veloce, basata sull’estremo consumismo, dai ritmi frenetici e sempre più spietati, non fornisce il giusto supporto economico (e soprattutto morale) ai tre protagonisti che, ciascuno con la propria storia alle spalle, sciaguratamente trovano nel suicidio l’unica via di salvezza. L’autrice racconta proprio la storia di Paolo, Giuseppe e Letizia, quei brandelli di vita che giornali e salotti televisivi non raccontano per non svegliare l’italiano medio, lobotomizzato da tronisti e veline. Un manager cinquantenne con moglie e figli universitari perde improvvisamente il lavoro, un ragazzo di ventisei anni con poca istruzione e che non riesce a trovare un’occupazione con un contratto regolare, e una giovane donna in gravidanza cui non viene rinnovato il contratto di lavoro a causa della sua condizione. Le storie raccontate in scena dagli attori Andrea Zanacchi, Giuseppe Ragone e Daniela Dellavalle non sono poi tanto lontane da ciò che potrebbe raccontare ognuno di noi, e la semplicità di uno spettacolo che affronta l’attualità con un (nemmeno tanto) velato cinismo premia la creatività della Dellavalle, sempre affiancata da validi elementi.

Fuori le Mura ha voluto dar voce agli attori di Centro di Gravità Permanente per meglio comprendere, al di là dei personaggi interpretati in scena, il punto di vista di ciascuno di loro sul tema in oggetto.

Lo spettacolo riflette l’attuale situazione economico-sociale del nostro Paese, in cui è difficile prospettare una visione a lungo termine del proprio futuro. L’analisi di una società alla deriva, qui estremizzata nel compimento di un gesto irreversibile, lascia davvero senza speranza gli italiani? Qual è, secondo te, un modo per risollevare le sorti della nostra società in crisi?

A. Zanacchi: […] Sono convinto che fin quando si ha un buon motivo per vivere, il resto non ha più importanza. La disperazione non prenderà mai il sopravvento. Il problema è che stiamo crescendo generazioni vuote che si precludono la possibilità di un qualsiasi futuro, abituate a prodotti preconfezionati, al successo veloce, alle mode che passano come le stagioni. Ecco, credo che fin quando non si ridarà una spolverata alle cose che contano realmente, saremo inevitabilmente destinati al crollo. In fondo siamo intelligenti e non credo che l’uscita dell’i-Phone 5 sia l’unico futuro immaginabile. Certo, la situazione economica è quella che è ma credo che la soluzione, a differenza da quello che vogliono farci credere, non è nelle mani dei politicanti ma nelle nostre. I media stanno operando una guerra psicologica per indurci a credere che non c’è soluzione ma non è vero, quello che dobbiamo fare è scrollarci di dosso questa polvere che ci soffoca, rimboccarci le maniche e tenere duro. Già immaginare di potercela fare è un passo in avanti. Se non credessi fermamente in questo, non farei il lavoro dell’attore, non avrei fondato con altri colleghi una compagnia e non scriverei spettacoli. Se non credessi a quello che dico e non avessi un buon motivo per continuare a vivere, forse penserei alla possibilità di salire sul tetto di un palazzo. Bisogna investire nei propri sogni e reinventarsi a ogni occasione buona. E naturalmente investire nei giovani che hanno molte cose da dire, ridare una bella spolverata alla meritocrazia ed eliminare dal mercato tutte quelle persone che sfruttano i neolaureati fino allo sfinimento, gratuitamente. Anche il fare esperienza deve essere pagato. Ecco, la soluzione è molto semplice, bisognerebbe rispettare la persona, dar valore al suo lavoro e pagarla per quanto produce. Niente di più semplice. Ah, naturalmente permettere a chi entra per la prima volta nel mondo del lavoro di poter fare esperienza. Le aziende si devono mettere in testa che devono investire anche sulla formazione, altrimenti finirà che le uniche persone da poter assumere saranno i pensionati, altra specie in via di estinzione.

In tema di crisi, è inevitabile la riflessione sul mondo dell’arte e dello spettacolo dove il precariato è un fattore costante del lavoro degli artisti. Come vivi la tua professione?

G. Ragone: Sì, è vero! Nel mio campo c’è molta precarietà e incertezza sul futuro, potrei stare qui a fare una paternale su tutte le cose che non vanno e lamentarmi o prendermela col cosiddetto sistema, ma non lo farò, rientrerei nella folta schiera di chi si lamenta e basta appunto. Cerco di vivere la mia professione con il massimo della dignità e onestà accettando magari di dover fare altri lavoretti per mantenermi, ma ciò che conta è che ogni qual volta lavoro a uno spettacolo o a un corto lo faccio con gratitudine e sono felice di quello che faccio e tutto il resto non conta. Forse la vera risposta al precariato è l’ azione. Come diceva Stanislavskj: “Quando non sai che fare in scena fai un gesto e qualcosa nascerà sicuramente”.

Attrice ma anche autrice. Come nasce l’idea di Centro di Gravità Permanente?

D. Dellavalle: Come sempre ci sono tante cose insieme, e nessuna decifrabile nel momento stesso in cui arriva. Fatto sta che ci si arriva, quindi tornando alla domanda: oltre a una minipolemica rispetto a un ipotetico quanto fasullo aumento del tasso di suicidi messo in giro dai media, c’era anche il desiderio di dire che sì: esistono persone che vogliono farla finita e che no: non è detto che pensino di risolvere problemi, che sia grave o che non ci siano speranze. Esistono persone che si stancano. E siccome è lecito, la polemica – quella NON velata – è rispetto a tutti gli opinionisti da bar, che erroneamente hanno sbagliato e sono finiti invece in una trasmissione televisiva.

Centro di Gravità Permanente
Di Daniela Dellavalle
Con: Daniela Dellavalle, Giuseppe Ragone, Andrea Zanacchi
Regia: Daniela Dellavalle
Assistente alla regia: Alessio Soro
In scena il 3 e 4 ottobre 2012 alle 21
Teatro Manhattan – Via del Boschetto 58, Roma
Prezzo biglietto: 12€



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Category: Roma, Roma-Teatro