Search
Friday 26 April 2024
  • :
  • :

Alla scoperta di Orvieto con gusto: quando i sapori si fanno tradizione : Fuori le Mura


Alla scoperta di Orvieto con gusto: quando i sapori si fanno tradizione





8 ottobre 2012 |



By




More


Share

Lumachelle orvietane

Se c’è una cosa da riconoscere agli umbri è la maestria nel rendere pura tradizione anche il paniere di eccellenze enogastronomiche locali. Quel “fare territorio”, spesso in bocca delle autorità locali, che più di tutto significa unire le forze di piccole realtà, separate nello spazio, e renderle parti di un’unica tradizione da diffondere. Di bocca in bocca, di palato in palato. Prima di generazione in generazione e poi, solo in un secondo tempo – come un segreto da custodire – al Paese e al mondo. Una postilla necessaria, questa, per rendere chiara, e quasi tangibile, l’atmosfera della 13esima edizione di Orvieto con gusto.

Tanti i prodotti locali al centro della mostra mercato dei sapori, nelle piazze principali della città rupestre, per l’edizione autunnale, che si è chiusa domenica 7 ottobre, e che ha previsto un ricco programma con laboratori del gusto, promossi con Slow Food, e degustazioni artistiche. E poi, punta di diamante del cartellone, le passeggiate tra le prelibatezze della buona cucina e il piacere del buon bere, con un pranzo itinerante nei luoghi più suggestivi della città.

L’appuntamento è alle 12.15 sotto l’imponente palazzo del Capitano del Popolo, struttura edificata nel XIII secolo che fu nel medioevo sede dell’amministratore locale. Alle 12.30 l’accreditamento e la partenza alla volta de “La terra: i frutti del territorio”. Nella sala expo, per gli Antipasti golosi, le lumachelle e i crostini neri all’orvietana incontrano, infatti, i sapori della Città slow di Bra, Cuneo, fra salsicce e teneri formaggi. Il tutto annaffiato da una selezione di vini locali, rossi e bianchi. Quindi, due passi fino alla seconda tappa del gusto. Da piazza del Popolo si passa a corso Cavour, cuore della città e luogo eletto per fare le cosiddette due vasche, passeggiatina di rito del fine settimana che impegna, fra uno sguardo alle vetrine, un aperitivo e un gelato, gli orvietani, dall’adolescenza in su. Poi piazza della Repubblica, sede del palazzo comunale e, da lì, ancora qualche passo, fino al Complesso di san Giovanni, dove nel chiostro sono previsti i primi piatti. Per questo secondo momento, la grande tradizione della cucina orvietana, interpretata dalla zuppa di cicerchie, legumi del territorio, incontra la Città slow di Abbiategrasso, Milano, che porta al palato dei visitatori risotto carnaroli al gorgonzola. La terza tappa, dopo aver costeggiato la Ripa medici, alla vista del panorama mozzafiato, conduce all’Istituto professionale, dove sono serviti i secondi piatti. Il menù prevede tenera chianina della tradizione umbra, con bocconcini e cicorietta ripassata in padella, insieme all’immancabile pregiato vino orvietano. Pochi metri, ancora per le vie della città, fino alla quarta e ultima tappa, al Chiostro della nuova biblioteca comunale, intitolata a Luigi Fumi, con il dessert: ciambellone tradizionale della nonna e vino dolce.

Al termine del pranzo itinerante, resta il tempo di una passeggiata digestiva perché pochi metri mancano all’imponente Duomo dove, sazi dei sapori del territorio, si può dirigere il proprio sguardo in alto, alle guglie dorate di una fra le cattedrali più stimate a livello internazionale, e poi, di nuovo, in basso, al mercatino delle Città slow, per un ultimo momento da dedicare alle prelibatezze del produttori locali e dei presidi Slow food del centro Italia.

 



Tags: , , , , , , ,

Category: Food + Wine