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Time in Jazz : Fuori le Mura


Time in Jazz





3 settembre 2012 |



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Berchidda è un paesino di tremila abitanti, nella Sardegna centro-settentrionale, che ogni agosto, da venticinque anni, si anima di musica e colori grazie al “Time in Jazz”, il festival internazionale di Paolo Fresu. Originario di Berchidda, Fresu è oggi uno dei più noti jazzisti al mondo. Muove i suoi primi passi a undici anni, proprio nella Banda Musicale del paese e negli anni ’80 scopre il jazz, diplomandosi in tromba nel 1982 presso il Conservatorio di Cagliari. Riceve numerosi riconoscimenti nazionali (“RaiUno jazz”, “Musica Jazz” e “RadioCorriere TV”), europei (attraverso la sua opera presso l’ “Académie du jazz” di Parigi e il prestigioso “Django dOr”) e nel 2000 la nomination come miglior musicista internazionale. Docente in diverse realtà nazionali e non, Paolo Fresu collabora con i più importanti nomi della musica afro-americana degli ultimi trent’anni, dà vita a esperienze musicali miste come il Jazz-Musica etnica, la World Music e la Musica contemporanea; nonché a fusion di musica e danza, arte o poesia, collaborando tra gli altri con lo scrittore italiano Stefano Benni. Ospite in grandi organici (tra cui la “PJMO” dell’ Auditorium di Roma e l’ “Orchestra Nazionale Francese”), dirige oggi il “Time in Jazz” di Berchidda e del Festival di Bergamo è direttore artistico.

Paolo Fresu vive oggi tra Parigi, Bologna e la Sardegna. Nonostante la sua fama ormai mondiale, non ha mai “staccato il cordone ombelicale” con la sua terra, che resta per lui fonte d’ispirazione nonché seme da coltivare sempre. Da qui nasce l’esperienza del “Time in Jazz”, il festival con cui dal 1988 Fresu porta nella sua Berchidda artisti da ogni parte del mondo. Nel 1997 nasce, peraltro, l’associazione culturale “Time in Jazz”, associazione senza fini di lucro, composta dai volontari che nei dieci anni precedenti hanno costituito lo staff del festival.

Quest’anno il “Time in Jazz” festeggia i suoi venticinque anni di vita e chiude col tema del fuoco il ciclo degli elementi naturali cui sono state dedicate le ultime quattro edizioni del festival. È questa un’idea che nasce nel 1997, quando Antonello Salis tiene un piano solo nella piccola chiesetta di Sant’Andrea. Come spiega lo stesso Fresu: “quel piano solo ci ha portato a riflettere non solo sul rapporto tra uomo-musica-territorio-natura ma sull’impatto che un festival come il nostro potesse avere sull’ambiente che ci ospita. […] La missione del ‘Time in Jazz’ non deve essere solo il proporre buona musica ma utilizzare i suoni (ma anche le altre forme artistiche che a Berchidda sono di casa da anni) per una riflessione collettiva intorno ai temi ambientali e a quelli energetici.
[…] Il progetto ‘Green Jazz’, da noi sviluppato, ha contribuito a stimolare un dibattito intorno a questioni fondamentali che riguardano tutti e il ritrovarci tutti assieme, a consumare il rito collettivo del concerto immersi nella natura o ospiti in una basilica persa nel nulla, ci obbliga non solo a dialogare correttamente con gli spazi ma a viverli coralmente dividendoli e condividendoli con gli altri […] Dovessi tracciare un bilancio di questo quarto di secolo direi che il vero successo di ‘Time in Jazz’ non è nella musica e nella gente che accorre numerosa. Perché se ciò è fondamentale, lo è ancora di più aver fatto di ‘Time in Jazz’ il luogo che ribalta il tradizionale concetto del vedere e del sentire. A Berchidda si vede con il cuore e si sente con gli occhi perché nei mille luoghi incontaminati che ci accolgono i sensi si amplificano grazie ai colori e ai profumi che a loro volta donano magia e poesia alla musica. Quelli della terra e dei suoi frutti che sono il vino, l’olio, il formaggio, il miele […]”.

Il festival ha visto quest’anno nomi come quelli di Bill Frisell, Omar Sosa, Trilok Gurtu, Maria Pia De Vito, Antonello Salis, Daniele Sepe e Paolo Angeli, che si sono alternati sul palco al fianco di Fresu, accompagnati dai sagaci “diari” di Flavio Soriga ad apertura concerti. Tra i centri interessati: Berchidda, Budoni, Codrongianos, Ittireddu, Mores, Olbia, Oschiri, Ozieri, Pattada, San Pantaleo, Telti, Tempio Pausania, Tula, Cheremule, Osiro, Sorso e Sassari. A Berchidda, cuore del festival, oltre la musica e le danze, si è tenuto il giorno di ferragosto un pranzo conviviale nella Chiesa di San Michele, a base di prodotti tipici del luogo e aperto a tutti, in pieno spirito “Time in Jazz”.

“I tanti artisti che hanno nutrito il programma di quest’anno”, spiega Fresu, “hanno tradotto in suoni, forme e colori ciò che l’elemento del fuoco poteva suggerirli”.
Purtroppo il tema è risultato particolarmente attuale, a seguito dei roghi di luglio tra Berchidda e Oschiri. “Ma il fuoco”, conclude l’artista, “è stato declinato in mille e mille variazioni simboliche. Perché il fuoco non è solo distruzione e morte, ma anche redenzione e luce”.



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Category: Musica