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Quando la letteratura diventa mito | Fuori le Mura

Quando la letteratura diventa mito

18 giugno 2012

di Erminio Fischetti

Una banda di idioti: alla riscoperta necessaria del romanzo di culto postumo di John Kennedy Toole

Una banda di idioti è considerato a ragione uno dei capisaldi della letteratura americana del Novecento. È già il modo in cui fu scoperto e pubblicato a renderlo un libro di culto. Ovvero grazie alla perseveranza, verso la metà degli anni Settanta, della signora Thelma Toole, che insistette tenacemente con lo scrittore e professore universitario Walker Percy affinché leggesse il manoscritto di suo figlio John, morto nel 1969, a soli trentadue anni, suicida. La testardaggine della signora convinse Percy a leggere di malavoglia l’unto testo battuto a macchina, ma pagina dopo pagina egli ne percepì il valore e si innamorò della prosa. È questa la leggenda-verità che si nasconde dietro la pubblicazione di Una banda di idioti, romanzo postumo di John Kennedy Toole, arrivato nelle librerie nel 1980 grazie proprio a Percy (che ne curò anche la nota introduttiva) e insignito l’anno successivo di un meritatissimo Premio Pultizer per la narrativa, uscito poi in Italia con Rizzoli per la prima volta nel 1982 con il titolo Una congrega di fissati, rieditato da Marcos y Marcos a partire dal 1998 e ristampato lo scorso anno per il trentennale della casa editrice nella collana Tredici.

La triste fine del suo autore sancisce per l’opera un’ulteriore unicità di valore e la storia del grasso, goffo, insopportabile, fisicamente sgradevole, pieno di tronfia autostima, trentenne Ignatius J. Reilly si rivela una moderna lettura di un Don Chisciotte ante-litteram. Ambientato nella New Orleans dei primi anni Sessanta narra di quest’uomo solitario, in guerra col mondo, paranoico ed ossessivo, che ha una sua personale opinione di quello che lo circonda, che non condivide con nessuno, né con l’impicciona madre Irene, vedova da oltre vent’anni, soffocante figura che ha col figlio un rapporto a tratti edipico, salvo poi scoprire di detestarlo, né con l’amica Myrna, radical chic di ricca famiglia borghese, che si impegna in cause che poi non porta a termine, né con tutta una serie di personaggi sopra le righe, che il nostro protagonista incontra lungo il suo cammino fatto di disavventure. Tra ironia e crudeltà questo romanzo picaresco si rivela un ritratto lucidissimo del mondo occidentale moderno e in particolare dell’America degli anni Sessanta, omofoba, razzista, maccartista e malata, le cui contraddizioni possono essere lette anche nei suoi venti di progresso e liberismo.

Costretto a trovare un lavoro per ripagare i danni compiuti da sua madre in seguito ad un incidente con la sua auto, il giovane Ignatius lavorerà prima in una fabbrica di pantaloni (di proprietà del signor Levy, un farfallone nullafacente che detesta l’azienda, che in origine apparteneva al suo defunto padre e di cui delega la gestione al pavido signor Gonzales, e con una moglie con velleità di intellettuale progressista e di psicologa, che si rivela una donna senza scrupoli quando si tratta di salvaguardare il proprio orticello), poi come venditore di hot dog, combinandone di tutti i colori. Il nostro protagonista è sì repellente e insopportabile, ma a parafrasare il titolo e la storia stessa, che trae ispirazione da un verso di Jonathan Swift, che recita “Quando nel mondo appare un vero genio, lo si riconosce dal fatto che tutti gli idioti fanno banda contro di lui”, dice delle grandi verità.

Ignatius odia la modernità, la classe borghese, si identifica con la filosofia del Medioevo, in particolare con quella di Boezio, e organizza manifestazioni disastrose a favore di operai di colore e omosessuali. I suoi appunti sono analisi lucide delle ipocrisie statunitensi, le sue folli imprese all’apparenza incomprensibili, ma allo stesso tempo socialmente importanti. Un romanzo anarchico come il suo protagonista, dove la farsa è costruita per gettare una luce acuta sulla nostra contemporaneità. Un protagonista dietro il quale studiosi e critici hanno cercato di scorgere la figura misteriosa e anomala dell’autore. Tra opinioni discordanti al riguardo e ossessioni che inneggiano al culto, Una banda di idioti è un romanzo universale che acquista valore con il passare del tempo perché non invecchia mai rivelandosi sempre terribilmente attuale e lucido.

Una  banda di idioti
A Confederacy of Dunces
Autore: John Kennedy Toole
Prefazione: Stefano Benni
Nota introduttiva: Walker Percy
Traduzione: Luciana Bianciardi
Casa editrice: Marcos y Marcos, 2011
Collana: Tredici
Pagine: 462
Prezzo: 17,00 €

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