Men in Black 3 | Fuori le Mura

Men in Black 3

21 maggio 2012

Pronti per un salto nel 1969?

Si prova una sana nostalgia sin dalla prima scena di Men in Black 3, anzi, prima ancora della prima scena, quando durante i titoli la Statua della Libertà che fa da simbolo alla Columbia Pictures tiene in mano un neuralizzatore al posto della torcia, oltre che indossare gli occhiali da sole. E così ricomincia la strana relazione tra l’agente K (Tommy Lee Jones) e l’agente J (Will Smith), un rapporto affettuoso e conflittuale allo stesso tempo. Questa pellicola, come si sarà capito dai numerosi trailer presenti sui maggiori canali mediatici, ripoterà l’agente J nel passato per cercare di fermare l’uccisione dell’agente K da parte di un mostro fuggito da un carcere e l’invasione aliena che ne consegue.

A dieci anni dal secondo Men in Black e a quindici anni dal primo, si riunisce il cast originale con la principale aggiunta di Josh Brolin che recita nel ruolo dell’agente K da giovane. Brolin, che in un’intervista ha dichiarato di aver visto Men in Black quaranta o cinquanta volte, riesce perfettamente nel suo ruolo e, nonostante l’età, non si nota alcuna differenza di recitazione: le movenze e il tono della voce sono identiche a quelle di Tommy Lee Jones al punto che dopo aver visto il film ci si crede davvero al fatto che l’abbia visto cinquanta volte! L’unico particolare è che l’agente K da giovane è un pochino più colloquiale e simpatico e innamorato, un’enorme differenza rispetto all’agente K “da vecchio”, e infatti l’agente J, mentre cercherà di salvarlo, proverà in ogni maniera a scoprire qualcosa sul passato del collega.

Prodotto con un budget di ben 215 milioni di dollari, Men in Black 3 riuscirà sicuramente nell’impresa di incassarne almeno tre volte tanto, e per questo Smith ha già parlato di un quarto film. La grande particolarità delle pellicole di questa serie è che nonostante affrontino argomenti drammatici, i personaggi riescono comunque a mantenere il pubblico allegro grazie alle assurdità aliene e alle numerose battute sfoggiate soprattutto dall’agente J. Inoltre, come dice il regista di tutti e tre i film, Barry Sonnenfeld: “L’unico modo per dare comicità alla storia è interpretarla con la massima serietà. Volevo che le situazioni fossero divertenti ma le interpretazioni realistiche. Non volevo che gli attori cercassero di essere comici.”

Al termine della visione della pellicola il pensiero che accomunerà lo spettatore sarà il seguente: “Ne è valsa la pena aspettare dieci anni per il terzo film”, e sì, perché questo è probabilmente il più originale dei tre film e l’eplorazione del carattere di K è una cosa che affascina, che asseta, e per la quale si è disposti ad attendere. Oltrettutto il finale è davvero emozionante, da brividi, e non si dimenticherà facilmente.