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Margherita Wang: l’avanguardia transculturale del fashion system | Fuori le Mura

Margherita Wang: l’avanguardia transculturale del fashion system

21 maggio 2012

di Nicolamaria Coppola

Contaminazioni orientali e scelte stilistiche polivalenti sono i punti di forza di questo nuovo brand italiano che mira ad imporsi al grande pubblico nonostante la reticenza del mondo della moda verso le new entries

Taiwan è una mescolanza ibrida di cultura cinese han confuciana, giapponese, europea, americana, globale e aborigena, ed è proprio questo transculturalismo che può essere considerato il motore galoppante della dissidente “Repubblica di Cina”. La cultura taiwanese pervade ogni singolo aspetto della società civile, e il mood dell’atmosfera di questo Stato de facto non riconosciuto dalla comunità internazionale è costituito dalla fragranza delle orchidee e dal profumo della papaya verde. Margherita Wang ha nel proprio dna le mille sfaccettature e le innumerevoli contraddizioni di quest’isola, ed è stata in grado di coltivarle e svilupparle a tal punto da riuscire a inserirle tutte nella sua linea di abbigliamento. Se si considera, poi, che, ancora bambina, questa giovane designer di origini taiwanesi sia venuta a vivere in Italia e sia entrata ben presto in contatto con la nostra cultura, la storia di Lorenzo il Magnifico, l’arte rinascimentale e la letteratura di Dante e Boccaccio, si comprende meglio il background culturale dal quale è nato e ha preso vita il suo omonimo brand.

Margherita Wang è una donna poliedrica e transculturale. La sua personalità è frutto dell’armonica e alchemica compenetrazione tra la tradizione orientale e quella italiana (Margherita vive da anni a Roma ed è romana a tutti gli effetti), e l’amore per l’arte, la letteratura e i viaggi sono il naturale effetto dell’accordo tra molteplici spinte interiori. L’energia che la contraddistingue fa sì che il suo percorso creativo si arricchisca continuamente, alimentato da esperienze differenti che la stanno portando verso una personalissima e unica reinterpretazione degli stili più disparati. La commistione culturale  di questa giovane donna che ha fatto della sua naturale inclinazione verso il design una professione a tutti gli effetti è espressa nei suoi capi caratterizzati da grande originalità, ricercatezza e versatilità, e si traduce nel grande significato simbolico delle forme, in grado di conciliare mirabilmente scelte stilistiche d’avanguardia pura con una grande vestibilità.

Il mood della collezione fall/winter 2012-2013 è stato pensato per soddisfare le necessità di una donna in carriera che, spesso fuori casa per lavoro e impossibilitata, dunque, a cambiarsi d’abito continuamente, desidera ugualmente sentirsi al top in ogni momento della giornata. Ecco, quindi, l’idea di rendere trasformabile ogni capo che si indossa in modo da risultare sempre glamour ed esclusivo. La collezione autunno/inverno presenta una donna decisa e sicura di sé, in grado di  scegliere texture che sagomano la sua silhouette e capace di abbinare nuance decise come il nero, il testa di moro e il bordeaux. Sono diverse le proposte all’avanguardia che Margherita Wang ha inserito nella sua collezione: dalle maglie monocolore che si possono drappeggiare secondo l’estro del momento, ai grintosi cappotti di pelle che possono trasformarsi con un gesto in eleganti pellicce; dai minidress dalle tonalità decise e dalle forme ben definite fino ad arrivare al modello più innovativo di tutta la collezione, un capo spalla 3pezzi da comporre e scomporre costituito da tre materiali differenti, pelle, rex e jersey che, giocando con le lunghezze, creano ora il cappotto, ora il giubbotto, ora il gilet.

Quest’azienda romana si pone sul mercato come brand emergente fondato, però, su un consolidato know-how di settore di tutto lo staff che accompagna la stilista. L’obiettivo dichiarato di Margherita Wang è di fornire, ad una clientela esigente e ricercata, capi esclusivi caratterizzati da grande originalità e versatilità che fanno della qualità un must imprescindibile grazie anche al Made in Italy dei materiali e della manifattura.

Margherita Wang sta cercando, con i suoi capi e la sua professionalità, di imporsi al grande pubblico, destreggiandosi tra il maremagnum del fashion system che abbonda, ormai, di giovani talenti e stilisti emergenti. Questi ultimi sono ovunque e, per quanto facciano per farsi scoprire partecipando a concorsi, superando lunghe ed estenuanti selezioni, spiegando il concetto del loro lavoro a una giuria generalmente composta da persone professionalmente credibili per la loro lunga esperienza, spesso si trovano da soli, senza fondi per continuare, comperati a poco da qualche buyer lungimirante o da qualche negozio che ha fatto dello scouting la propria bandiera.

Lo sfavillante mondo della moda fa fatica ad accettare le new entries, e quelle poche volte che sulle passerelle vediamo sfilare brand emergenti al fianco di Maison consolidate, l’atteggiamento che gli stilisti hanno nei confronti delle nuove generazioni è di reticenza e di sfida. Di giovani, purtroppo, nessuno vuole saperne niente: i motivi possono essere molteplici ma sono tutti riconducibili al timore, da parte dei marchi consolidati, di veder occupare il proprio territorio da talenti cresciuti a pane e nuove tecniche e significati della moda. La creatività, però, è senza frontiere, e prima o poi gli stilisti dovranno fare i conti con la necessità, da parte del mercato, di affidare il timone a nuove personalità per strizzare l’occhio alle nuove generazioni. I giovani sono sempre una grande risorsa, qualsiasi sia la loro riuscita nel futuro, e la collezione di Margherita Wang è solo un piccolo esempio di questa nuova tendenza nel fashion system.

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