Search
Friday 26 April 2024
  • :
  • :

La lettera di Meryl Streep ad Asghar Farhadi | Fuori le Mura

La lettera di Meryl Streep ad Asghar Farhadi

14 maggio 2012

di Danilo Supino

Il cinema iraniano ottiene sempre più riconoscimenti. Alle statuette d’oro e ai pollici in su della critica, si aggiunge la personale ammirazione di attori del calibro di Meryl Streep

Il cinema iraniano sta avendo finalmente dopo anni la meritata attenzione. Ha iniziato a farsi conoscere con le opere d’autore di Abbas Kiarostami prima e Jafar Panahi dopo, in un periodo in cui si ignorava il clima repressivo che la rivoluzione islamica aveva portato con se. Con piccoli budget e alle volte dall’estero, si cercava di organizzare una opposizione artistica alle tendenze governative. Il pubblico e la critica mondiale iniziano a conoscere la situazione che si vive nell’odierno Iran, e Panahi in primis con film metaforici o di denuncia descrive abilmente le condizioni sociali, giungendo a vincere nel 2000 il Leone d’oro a Venezia. E di premi ne sono piovuti copiosamente sui film di autori iraniani. Nel 2009 Donne senza uomini di Shirin Neshat vince il Leone d’oro per la miglior regia; Persepolis di Marjane Satrapi sfiora l’Oscar per il miglior film di animazione; Mohammad Rasoulof vince il Premio Città di Roma 2012 con Goodbye.

L’apice dei riconoscimenti lo ha raggiunto, come noto, il film Una separazione di Asghar Farhadi ottenendo il Premio Oscar per il miglior film straniero, arrivando sino a vincere il diciottesimo premio la settimana scorsa (David di Donatello per il miglior film straniero) in neanche un anno dall’uscita.

Fuori le mura in questi anni ha sempre avuto un occhio di riguardo per la cinematografia asiatica (Festival del cinema asiatico 2010 e 2011), e in particolar modo per la produzione iraniana e la difficile situazione interna culturale e politica, particolarmente inasprita negli ultimi anni.
Già nel novembre 2010 ottenemmo e pubblicammo per intero l’arringa di difesa che Jafar Panahi tenne dinanzi ai giudici di Tehran. Per questo numero abbiamo recuperato e tradotto la lettera che Meryl Streep ha inviato a titolo personale ad Asghar Farhadi, pubblicata la scorsa settimana dal quotidiano iraniano Shargh.

L’entusiasmo e l’ammirazione verso Farhadi e il suo film non sembrano affievolirsi. Meryl Streep, dopo essere stata madrina alla consegna dell’Oscar, torna a sottolineare l’importanza che Una separazione, e il successivo conseguimento di premi, ha avuto sul piano non solo cinematografico, ma ancor di più sociale.

Con (apprezzabile) ingenuità fanciullesca, di chi ammira il proprio idolo, le parole di Meryl Streep suonano come pronunciate da una fan.
“Non so se Asghar Farhadi fosse consapevole sin dall’inizio, contrariamente al nome del film, dell’influenza mondiale di Una separazione e che avrebbe reso la gente vicina. Avvicinare noi e la gente d’Iran. La storia familiare raccontata, sulla rottura e le complessità morali e i loro affetti, ha avvicinato le nostre famiglie a quelle iraniane”.

Durante tutto lo scritto, Meryl Streep evidenzia l’importanza dell’operazione di avvicinamento di due culture che il film ha portato avanti. La separazione di Nader e Simin (traduzione letterale del titolo originale, Jodai-e Nader az Simin) vincendo premi in tutti i continenti, ha accorciato le distanze sociali tra diverse culture. Come scrive Streep, è stato come guardarsi allo specchio e ci si è accorti che alcune dinamiche delle famiglie iraniane sono uguali a quelle occidentali.

La lettera continua, entrando nelle peculiarità stilistiche del film e si legge tutta la stima che la tre volte premio Oscar nutre per Farhadi e per il suo lavoro.

Sul finale, la Streep ritorna sull’importante opera di avvicinamento e scrive: “Con la creazione di questo film piacevole, il lavoro svolto da Asghar Farhadi è più incisivo delle missioni diplomatiche. […] Questa azione, è un’azione da statista.”

Share