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Una separazione di affetti nell’Iran contemporaneo | Fuori le Mura

Una separazione di affetti nell’Iran contemporaneo

23 aprile 2012

di Erminio Fischetti

La classe borghese mediorientale arriva in Occidente grazie allo splendido film di Asghar Farhadi fresco vincitore di Oscar e finalmente in dvd

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Con Una separazione è stata la prima volta che l’Iran ha vinto un Oscar nella sezione Miglior film in lingua stranera, la seconda volta ad ottenere la candidatura dopo quella del 1999 con I bambini del cielo di Majid Majidi. Nell’ultimo anno, la pellicola di Asghar Farhadi ha avuto una felicissima vita sia nel circuito commerciale che in quello dei premi internazionali – oltre all’Oscar ha vinto l’Orso d’Oro per il film e quello d’Argento per l’interpretazione maschile e femminile all’edizione del 2011 al Festival di Berlino. Esce finalmente in Italia in versione dvd con Cecchi Gori, dopo l’ottimo riscontro ricevuto anche nelle sale nostrane dallo scorso ottobre.

Dopo About Elly, Asghar Farhadi torna alla ribalta con una storia che racconta sentimenti intimi e personali, dal piglio universale, attuali per qualsiasi società rappresentino, così come lo sono per quel mondo all’apparenza così remoto come il Medio Oriente. Quello che finalmente Farhadi distrugge nello spettatore occidentale è la consapevolezza di questa lontananza. Perché il film non parla di povertà estreme, guerre, quelle tematiche che il pubblico europeo e statunitense pensa non gli appartengano. Sono drammi, problemi che conoscono tutti e con i quali tutti possono immedesimarsi e comprendere, così da formulare in questo modo una bella chiave di lettura per abbattere le differenze e i preconcetti culturali.

Il regista iraniano mette in scena con il piglio di un dramma teatrale, intessuto di fine recitazione e scrittura, la crisi della coppia borghese attraverso la storia di Nader e Simin, un uomo e una donna sul punto di separarsi. Lui non vuole seguire lei all’estero per il sogno di una vita diversa perché deve occuparsi del padre malato di Alzheimer, lei però non vuole che la loro figlia viva senza il padre e spera che questo possa convincerlo a cambiare idea. Dolori, solitudini e incomprensioni si acuiranno sempre di più fino ad esplodere quando una donna estremamente religiosa, assunta per occuparsi del padre malato, lederà ancor di più la loro già precaria situazione affettiva. E la figlia capirà troppo presto i limiti dei grandi.

In Iran le dure leggi censorie hanno sempre messo alla prova lo spirito indipendente delle arti, in particolare quella del cinema (vedasi il caso di Jafar Panahi), ma Asghar Farhadi da uomo brillante riesce a bypassare questi meccanismi per raccontare storie private, che però nel loro sottotesto diventano estremamente politiche: la protagonista che non esita a volere il divorzio dal marito pur di convincerlo a far vivere sua figlia in un paese diverso e più libero, le rigide regole religiose, che vanno a contrastare i meccanismi di un mondo altresì estremamente contemporaneo, le differenze economiche e culturali sempre più forti fra le classi sociali. Tutti temi che si respirano perfettamente sul fondo di un film moderno incentrato sulla violenza psicologica e l’indifferenza nei confronti del proprio prossimo, sul cortocircuito creatosi nello scontro fra tradizioni e modernità, libertà e schiavitù. E sono sempre le donne in qualche modo a porsi un passo in avanti rispetto agli uomini, spesso ottusi, spesso semplicemente incapaci di accettare la propria fallibilità. Un film estremamente teso nella sfera dei sentimenti, disarmante nella sincera caratterizzazione dei personaggi e nella semplicità del suo sguardo.

Immagine anteprima YouTube

Una Separazione
Jodaeiye Nader az Simin
Regia: Asghar Farhadi
Interpreti: Leila Hatami, Peyman Moaadi, Shahab Hosseini, Sareh Bayat, Sarina Farhadi
Produzione: Iran, 2011
Durata: 119′
Distribuzione dvd: Cecchi Gori Home Video, 2012
Caratteristiche dvd: accesso diretto alle scene, lingua italiana e originale, sottotitoli in italiano e italiano per non udenti, intervista ad Asghar Farahadi e Babak Karimi, trailer

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