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Ginnastica dell’evasione sul Colle Aventino: la Public Art che non ti aspetti. | Fuori le Mura

Ginnastica dell’evasione sul Colle Aventino: la Public Art che non ti aspetti.

16 aprile 2012

di Arianna Fraccon

Nel cortile ristrutturato di Sant’ Alessio uno spazio espositivo che costringe a osservare ed insegna ad immaginare

Foto di Arianna Fraccon

L’ Aventino, ricca zona residenziale di grande interesse architettonico, rimane nell’immaginario di  romani e turisti  un luogo ameno da cui  godere di un  panorama privilegiato. Chi non vi abita ci va per il giardino degli Aranci e la sua terrazza curata e romantica, protesa sulla storia della città. O per quel celebre Buco della serratura da cui ammirare la cupola di San Pietro, così vicina che sembra di guardare in uno di quei Master View con cui una volta giocavamo incantati.

A  pochi passi da questi celebri luoghi, in via di S. Sabina, gli architetti Chiara de’ Rossi e Marina Cimato hanno deciso di inaugurare una serie di interventi di Public Art: lo splendido giardino della chiesa di Sant’ Alessio, finalmente coinvolto in un processo di ristrutturazione e riqualificazione, aspetta di essere riscoperto!

La Probono Onlus, che insieme alla Fondazione Roma-Arte-Musei ha adottato il giardino, vuole incoraggiare una riflessione sulla necessità di una seria cultura dell’accessibilità, basata sull’obbligo di occuparsi delle esigenze di tutti, abili e diversamente abili. L’iniziativa, intitolata non a caso Toccare l’arte,  lancia un’idea di arte mai a senso unico, ma in continuo dialogo con territorio e paesaggio, senza dimenticare storia e architettura dei luoghi.

Alla fine del 1800 il cortile costituiva lo spazio ricreativo dei ragazzi dell’Istituto per Ciechi di S. Alessio; oggi invece, fino al 30 Maggio, ospita il progetto site-specific a cura dell’artista Marzia Migliora, fatto di tre elementi installativi che indagano ed esprimono attraverso molteplici prospettive il concetto di “mancanza”. Un concetto che possiede diverse accezioni, legate ai limiti imposti non solo dalla fisicità, ma più in generale dalla realtà circostante vissuta da ogni visitatore in quanto membro della società.

Il primo elemento, Libero come un uomo, è fatto di una rete elettrosaldata che chiude il belvedere ostacolando la vista, fruibile solo attraverso le lettere intagliate su di essa, che riportano una citazione di Samuel Beckett. “Posso solo evadere con le palpebre serrate”: una frase che va ricostruita a mente per gradi,  avvicinandosi alla ringhiera e schivando la luce solare che riflette sul metallo ingannando l’occhio e la comprensione. La riflessione non coinvolge solo l’ atto del vedere e i suoi limiti, ma investe anche la dialettica fra immaginazione e cecità.

“Vorrei riflettere sulla vista come atto di scelta e non come dato fisiologico, poiché ritengo che guardare, osservare, conoscere, significhi molto di più che imprimere sulla retina le immagini di ciò che ci circonda. Come suggeriscono le parole di Beckett, è la capacità di immaginare e la forza del pensiero a rendere liberi, costituendo la vera possibilità di andare al di là dei limiti imposti dalle sovrastrutture sociali e culturali”, spiega l’autrice.

Foto di Arianna Fraccon

 

11 cerchi in alluminio illuminati al LED compongono invece Rolling Hoops, installazione nata dalla suggestione del ritrovamento di una foto d’epoca che ritrae i ragazzi dell’ Istituto mentre giocano con i cerchi affollando il giardino. Sul fronte dell’immagine compariva la didascalia: “Ginnastica dei ciechi – La corsa al cerchio”, scelta come titolo della mostra.

Sta allo spettatore ricostruire la scena fatta di ricordi non vissuti direttamente, ma sperimentabili attraverso uno sforzo immaginativo. Sta allo spettatore fare della Public Art un’esperienza personale e consapevole, non fermarsi all’apparenza e raccogliere informazioni che conferiscano valore alla pura constatazione di ciò che si trova dinnanzi. Anche la curiosità è evasione.

La terza installazione è un intervento puramente sonoro, udibile alle ore 15:00 e alle 17:10, che consiste nel suono di una campanella, segnale di inizio di un momento ricreativo, di gioco, di libertà.

Info:
Giardino di Sant’Alessio, via di Santa Sabina 22 – Colle Aventino – Rione Ripa – Roma
Dal 30 marzo al 30 Maggio

Aperto tutti i giorni, marzo dalle 7,00 alle 20,00
Aprile e maggio dalle 7,00 alle 21,00
Istallazione sonora: tutti i giorni alle 15,00 e alle 17,10 per nove secondi.

 

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