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Tutti i colori dell’omosessualità | Fuori le Mura

Tutti i colori dell’omosessualità

9 aprile 2012

di Adele de Blasi

Good as you raccontato dai suoi protagonisti

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Alla Casa del Cinema, in un parterre affollatissimo di giornalisti, si è tenuta l’anteprima del film Good as you. Il film esce nelle sale il 6 aprile con 50 copie, prodotto da Davide Toti e Diego Longobardi, distribuito da Cristian Lelli per la Iris Film. Storia con un imprinting totalmente omosessuale non è altro che la trasposizione cinematografica dell’omonima pièce teatrale in versione commedia. I temi trattati sono scottanti e il regista Mariano Lamberti porta sullo schermo questo mondo colorato e (per certi versi) disperato. Il regista e il cast hanno risposto in modo corale alle domande dei giornalisti.

Quanto è stato complesso girare una commedia gay?
Mariano Lamberti: Non è difficile fare una commedia sui gay, ma bisognava trovare lo spunto giusto per parlare di gay e lesbiche. Io volevo raccontare il loro mondo anche passando attraverso la provocazione. Il film è una commedia con molti clichè tipici di questo mondo ma è anche piena di temi importanti.

Avevate paura della censura?
Mariano Lamberti: No non ci ho pensato, volevo fare il film e l’ho fatto.

Il finale del bambino nato da una coppia gay è una provocazione?
Mariano Lamberti: Il desiderio di avere un figlio è un desiderio legittimo anche per le coppie gay, questo non può essere solo appannaggio delle coppie etero.

Quando avete pensato al film a che pubblico volevate rivolgervi, gay o etero?
Mariano Lamberti: Veramente ho pensato a tutto il pubblico senza distinzioni. Nel finale del film il bambino dice: “Io vivo nel caos dove c’è la libertà”. Io mostro uno stile di vita fatto di libertà e il bambino nasce dall’affetto di due amici. La nascita è frutto di un inseminazione casalinga. L’unica cosa che è importante per un bambino è l’amore.

Come si sono calati gli attori nei rispettivi personaggi, quanto è stato complesso?
Lorenzo Balducci: Avevo fatto un provino un anno fa per il ruolo di Adelchi, il regista mi aveva spiegato che il personaggio era ossessivo, lui è uno che  non si rilassa mai. Adelchi  crede nell’amore, potrebbe essere sia etero che gay. Il mio è stato un lavoro di ricerca, ho dato molto di mio, ho cercato anche di colorare  il personaggio.
Elisabetta Virgili: Io sono entrata nel cast a film già iniziato, sono una etero confusa. La vera forza del film sta nella diversità degli attori. Mi sono divertita molto, i personaggi sono estremi e eccentrici.
Lucia Mascino: Mi sono subito innamorata del film e della regia, ho sentito subito di potermi fidare di Mariano Lamberti, tra noi si è creato subito un gran feeling. Per il film abbiamo fatto delle prove, cosa veramente rara per il cinema, con le prove gli attori hanno più imput e il film risulta più strutturato, i personaggi vengono fuori in modo divertente.
Micol Azzurro: Io sono una lesbica confusa, ero molto preoccupata di non essere vera nel raccontare un amore omosessuale. Marina non è capace di amare, vive solo di bellezza e esteriorità. Il regista mi ha tranquillizzato molto e mi ha dato direttive ben precise.
Elisa Di Eusanio: Io sono una lesbica verace, molto maschile, mi è piaciuto subito il personaggio e per metterlo meglio a fuoco ho frequentato molti locali gay. Ho lavorato molto sulla rabbia di Mara, lei è una che crede nell’amore ma si innammora sempre di etero. Il mio personaggio è un pò macchietta ma pieno di verità.
Luca Dorigo: Ho avuto un’esperienza stupenda, girare questo film è stato fantastico. Nico è un argentino, è un uomo libero, è uno che non ha problemi sta sia con gli uomini che con le donne. Ho vissuto a lungo a San Francisco e lì c’è una forte comunità gay, l’omosessualità negli Usa viene vissuta con gran naturalezza , qui da noi si è più bigotti.
Enrico Silvestrin: Io sono una seconda scelta, un attore preoccupato per il ruolo ha rinunciato e sono arrivato io. Il personaggio è molto bello, lui èun gay complesso e compresso, molto controllato. Trovare il personaggio è stato complicato, il regista mi ha aiutato molto nell’approccio omosessuale.
Diego Longobardi: Sono felicissimo di aver fatto il film. Io sono il gay pazzo ma con grande sentimenti, uno che concepisce un figlio con un’amica. Il mio personaggio è eccentrico, molto sopra le righe, tutti i nostri personaggi danno voce al movimento omosessuale.

I personaggi sono maschere consapevoli?
Elisa Di Eusanio: Il film mostra uno spaccato del mondo gay, i personaggi sono estremi, io sono l’unica strong che ama con passione. Lo stereotipo viene esibito senza paura, il loro modo di amare è universale. Ci sono due personaggi stereotipi, il loro cambiamento è nella scrittura del film, però non si cade mai nel patetico. Il film è una commedia che racconta il disagio dei gay, si parla delle difficoltà negli incontri e della difficoltà di amare che accomuna sia il mondo gay che quello etero. Mara è il personaggio più infelice, crede nell’amore e lo cerca disperatamente ma non sa giocare in amore e spesso perde. Per lei però ci sarà un riscatto in amore.

I personaggi vestono delle maschere?
Mariano Lamberti. Nella scena della festa i personaggi vestono delle maschere ma in realtà le maschere rappresentano quello che loro sono. La festa in maschera è surreale, in questa scena vi è una catarsi, i personaggi si spogliano delle maschere e si dicono tutto quello che non è stato detto, finalmente fuoriesce la verità.

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