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Arte e mecenatismo a villa Farnesina | Fuori le Mura

Arte e mecenatismo a villa Farnesina

9 aprile 2012

di Rachele Mannocchi

Il fascino di villa Farnesina nasce dal mirabile connubio tra la forte personalità di Agostino Chigi, celebre mecenate del tempo, e le magistrali prove architettoniche, pittoriche e decorative profuse da alcuni tra i più grandi ingegni del Rinascimento

Raffaello Sanzio, Trionfo di Galatea particolare

Presso porta Settimiana, tra via della Lungara e il Lungotevere, un giardino con alte conifere e siepi di lauro accoglie una delle più nobili e armoniose realizzazioni del Rinascimento: villa Farnesina, mirabile sintesi di progetto architettonico e decorazione pittorica. Benchè ricordi nel nome i Farnese, che ne furono per un certo tempo i proprietari, l’edificio è legato alla memoria di Agostino Chigi, ricco banchiere e mecenate senese, amico di principi e cardinali che amava ricevere nella sua dimora. Con l’incarico di creare un luogo in cui ospitare sontuosamente artisti e letterati, l’architetto Baldassarre Peruzzi realizzò agli inizi del Cinquecento quella che gli antichi Romani avrebbero chiamato una “villa suburbana”, una residenza da cui il proprietario poteva facilmente raggiungere il centro della città. Il disegno semplice dell’edificio ben si armonizza con lo splendido giardino all’italiana e con il ricco apparato decorativo dell’interno, in cui il pennello di celebri artisti fa rivivere  miti classici e divinità del mondo pagano.

Al pian terreno, in un elegante intreccio di festoni, ghirlande e putti che prosegue anche nel giardino, Raffaello e i suoi allievi raccontano la favola di Amore e Psiche tratta da Apuleio. Dalla loggia si accede direttamente alla sala di Galatea, così chiamata dall’ affresco Il trionfo di Galatea di Raffaello. In questo ambiente di straordinaria suggestione, la visione classicista della ninfa su un carro a forma di conchiglia contrasta con il colorismo del veneziano Sebastiano del Piombo che dipinse le lunette e realizzò su una parete l’immagine di Polifemo, lo sgraziato amante di Galatea. Il soffitto, raffigurante l’oroscopo del Chigi, è opera del Peruzzi, così come le decorazioni dell’attigua sala del Fregio: un denso ciclo iconografico dedicato a soggetti mitologici (le fatiche di Ercole, Apollo e Marzia, il ratto di Europa ecc.).

Di grande impatto scenografico sono gli affreschi realizzati sempre dal Peruzzi al primo piano, nella sala delle Prospettive, destinata ad ospitare cerimonie, udienze e rappresentazioni teatrali. Il nome deriva dal finto loggiato dipinto sulle pareti attraverso cui si scorgono ampie vedute di Roma e di paesaggi laziali. Sul piano nobile si trova anche la stanza da letto del Chigi affrescata da Giovanni Antonimo Bazzi, detto il Sodoma, con scene della vita di Alessandro Magno, tra cui le sue nozze con la bella Rossane, ed episodi tratti dalle Metamorfosi di Ovidio, ispirazione costante dell’apparato iconografico della residenza.

facciata Villa Farnesina

Acquistata dal cardinale Alessandro Farnese alla fine del Cinquecento, la villa prese il nome con cui è universalmente nota per distinguerla dal Palazzo Farnese al di là del Tevere. Passata ai Borbone nel 1714 e poi in enfiteusi all’ambasciatore spagnolo Bermudez de Castro di Ripalta, Villa Farnesina fu acquistata dallo stato italiano come sede dell’Accademia d’Italia. Dal 1944 la è proprietà dell’Accademia Nazionale dei Lincei, situata nell’antistante Palazzo Corsini, ed ha qui la sua sede di rappresentanza. Ospita inoltre il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, fondato nel 1895 per conservare la collezione dei Corsini.

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