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Amore e iceberg in 3D: Titanic torna sul grande schermo | Fuori le Mura

Amore e iceberg in 3D: Titanic torna sul grande schermo

5 aprile 2012

di Sandra Capitano

E’ il secondo incasso della storia del cinema (dopo Avatar) ed è un film epocale, che anche in versione tridimensionale, riconferma James Cameron l’unico cineasta in grado di abbinare perfettamente tecnologia moderna e narrazione classica

Il motivo della ri-uscita in sala di Titanic in 3D (dal 6 aprile), è la commemorazione del 100 ° anniversario del suo tragico naufragio, il 14 aprile 1912. Questa è la versione ufficiale. La vera ragione è che per gli Studios americani l’occasione è troppo ghiotta: riesumare dalla naftalina un blockbuster campione d’incassi (34 milioni di euro solo in Italia) con il valore aggiunto del 3D, significa accaparrasi tutta una nuova schiera di pubblico, i teenagers di oggi, che non solo sono attratti dalle novità (tecnologia tridimensionale) ma nel lontano 1998, quando il film uscì nelle sale, non erano neppure nati. E vuol dire anche sedurre i nostalgici – oggi trentacinquenni e più – che nel ’98, Titanic al cinema lo videro una o forse più volte.

Strategie a parte, Titanic con il lifting del 3D è uno spettacolo epocale, un film unico, che conferma l’abilità del regista e sceneggiatore James Cameron (che proprio in questi giorni twitta dal fondo dell’oceano) di saper abbinare tecnologia moderna a narrazione classica (accade anche in Avatar), mischiando perfettamente i due generi (storia d’amore e  racconto di un disastro).

Partiamo dalla struttura della narrazione. Il paradigma utilizzato è quello del cinema hollywoodiano tradizionale: c’è un equilibrio inziale, una crisi e una risoluzione-chiusura, con conseguente costruzione di un nuovo equilibrio. Come per ogni film catastrofico, qui l’equilibrio è rappresentato dalla situazione a bordo prima che il transatlantico colpisca l’iceberg. L’iceberg è la drammatica crisi che interrompe la calma precedente, mentre la risoluzione della crisi è la nave affondata, un caso di chiusura “infelice”, in cui i personaggi sono costretti ad adattarsi a un nuovo spiacevole equilibrio.

Cameron si prende la licenza di complicare e stratificare questa scaletta classica attraverso l’uso esteso del flashback. E’ infatti la sopravvissuta Rose, ormai anziana, a inserirci nel racconto attraverso i suoi ricordi, presentandoci tanti personaggi i cui destini sono legati al tragico evento.

La giovane Rose (Kate Winslet ) è una ragazza privilegiata che ha bisogno di sposare un ricco imprenditore (Billy Zane) per mantenere lo status sociale della sua famiglia rimasta senza denaro. Cameron ci introduce la giovane Rose-Winslet attraverso un primissimo piano della sua mano guantata, mentre lei, oscurata da un grosso cappello, esce da una macchina lussuosa: “Per me il Titanic era una nave di schiavi che mi portava in America in catene. Esteriormente ero una giovane bene educata, il sogno di ogni ragazza, ma dentro di me… urlavo”. Da queste immagini di ricchezza e privilegio, Cameron taglia su Leonardo Di Caprio-Jack, un giovane povero, ma libero e audace. Jack è un ragazzo di campagna con l’animo dell’artista, che incarna la gioventù, l’ottimismo, l’energia e la gioia (famigerato il suo urlo a prua “Sono il Re del Mondo!”). Dopo aver vinto il biglietto in una partita a carte, Jack s’imbarca sul Titanic viaggiando in terza classe, insieme ai topi e alla povera gente. Se Jack alloggia nella parte inferiore della nave, Rose passeggia tra i ricchi privilegiati sul ponte della prima. I due trovano un modo per incontrarsi e, naturalmente, si innamorano. Ma l’amore sarà ostacolato dai ricchi: Cal, il fidanzato di Rose, e la madre, entrambi personaggi negativi.

Le opposizioni ricchi vs poveri, buoni vs cattivi continuano per tutto il film e per certi versi ne sono l’essenza stessa. Interessante è per esempio l’uso che Cameron fa della struttura della nave, che riflette la rigida gerarchia delle classi sociali dei passeggeri:  Rose che passeggia tra i ponti della first class è l’angelo, mentre i lavoratori, sudati tra il fuoco e le fiamme dei motori della nave, sono chiaramente l’inferno (e saranno quelli a morire per primi).

A rivederlo oggi, dopo quindici anni, il film è sempre troppo lungo (più di tre ore) e i dialoghi fanno strabuzzare gli occhi, talmente sono banali. Ma il potere di Titanic non è mai stato nella sua originalità, quanto nell’utilizzo immediato e sincero che fa dei luoghi comuni. E’ puro, romantico, raffinato e old-fashioned, ma è anche convenzionale e dunque coinvolge un pubblico vasto ed eterogeneo.

E il 3D? Sebbene gli occhialetti scuriscano gran parte della fotografia originale, è innegabile che la conversione tridimensionale amplifica quel piacere voyeuristico che ogni spettatore ha provato vedendo una delle navi più famose della storia colpire un iceberg gigante. Le raffiche d’acqua, che da un ponte a un altro si espandono sin fuori dallo schermo quasi a voler arrivare sul viso dello spettatore, sono un’esperienza da parco giochi, così come l’affondo in verticale del transatlantico e la sensazione di finire trascinati nell’abisso insieme a lui.

Ciò che merita più di tutti il prezzo del biglietto però, è rivedere la coppia Di Caprio-Winslet col senno di poi. Il premio Oscar vinto dalla Winslet (2009, miglior protagonista per The Reader) è la conferma  di ciò che era chiaro già qui: è una grande attrice. Di Caprio, che con il suo viso angelico e la frangia bionda corre per tutto il tempo tra gli interminabili corridoi della nave, finalmente si apprezza, soprattutto per la tenacia dimostrata negli anni del post-Titanic, in cui è riuscito a distaccarsi dal facile ruolo dell’ adolescente bello-buono-bravo-gioioso:  inappuntabile.

Immagine anteprima YouTube

Titanic in 3D
Regia: James Cameron
Interpreti: Leonardo Di CaprioKate Winslet, Billy Zane, Kathy Bates, Frances Fisher, Bill PaxtonGloria Stuart
Produzione: Usa, 1997
Durata: 194’
Distribuzione italiana: 20th Century Fox Italia, 6 Aprile 2012

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