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Il mitreo e i tesori sotterranei di San Clemente | Fuori le Mura

Il mitreo e i tesori sotterranei di San Clemente

26 marzo 2012

di Rachele Mannocchi

Sovrapposizione di costruzioni e stili architettonici di diverse epoche. Queste le principali caratteristiche dei sotterranei della Basilica di San Clemente. Un viaggio indietro nel tempo di oltre duemila anni alla scoperta del culto del dio Mitra, divinità orientale della fertilità

Basilica di San Clemente

Tra l’Esquilino e il Celio, lungo la direttrice che unisce il Colosseo al Laterano, sorge la Basilica di San Clemente, una delle più famose chiese medioevali di Roma che, nel suo aspetto architettonico, incarna la continuità storica millenaria della città. Una visita al complesso di San Clemente significa intraprendere un viaggio a ritroso attraverso la sua storia, a dimostrazione di come diversi strati di cultura si siano sovrapposti l’uno all’altro lasciando ognuno le proprie tracce. Sotto la chiesa attuale, gli scavi condotti nella seconda metà dell’Ottocento dal padre domenicano irlandese Joseph Mullooly, allora priore di San Clemente, hanno portato alla luce non solo la basilica paleocristiana originaria ma anche, ad un livello ancora più basso, i resti di antiche costruzioni romane: una serie di edifici pubblici e privati, databili al I e II secolo d.C.

sotterranei basilica di San Clemente, altare del dio Mitra

In una delle abitazioni private, al di sotto dell’abside della chiesa sotterranea, sono visibili i resti di un santuario dedicato al culto del dio Mitra, uno dei riti orientali che tramite il mondo ellenistico si diffusero nella Roma imperiale in alternativa alla religione ufficiale, specie tra le fasce sociali più alte della popolazione. Il famoso mitreo di San Clemente è costituito da tre ambienti comunicanti; due rappresentano il vestibolo e la schola mitraica, in cui sono visibili resti di stucchi e affreschi, mentre il terzo è il mitreo vero e proprio, con volta ribassata e trattata con pomici a simulare una caverna, luogo centrale della religione mitraica. Sulle pareti laterali vi sono dei banconi in muratura, su cui prendevano posto gli adepti durante le celebrazioni, e sulla volta sono visibili delle aperture, simboli astrologici legati alla dottrina mitraica.  Al centro, campeggia un altare marmoreo con Mitra in atto di sacrificare il toro, mentre in una nicchia si scorge una replica romana di un busto lisippeo di Alessandro Magno ritratto come Dio Sole.

uno scorcio degli ambienti della schola mitraica

Attraversando quello che un tempo era un vicolo all’aperto si giunge ad un’altra costruzione romana in cui è visibile una corrente d’acqua, un tempo uno dei numerosi corsi d’acqua sotterranei della città poi canalizzato. Sopra questi ambienti, alla fine del IV secolo, fu eretta un’imponente basilica dedicata a San Clemente, terzo papa dopo S. Pietro e vittima delle persecuzioni di Domiziano. Danneggiata durante il sacco dei Normanni di Roberto il Guiscardo nel 1084, fu interrata da Pasquale II per costruirvi sopra l’attuale basilica. La chiesa sotterranea custodisce una serie di affreschi eccezionali, dal punto di vista artistico e conservativo, che vanno dal IX al XII secolo e testimoniano le diverse fasi della pittura medioevale. Capolavori in puro stile bizantino, come la Madonna col Bambino, si affiancano ad opere attribuite alla scuola romana. Tra queste il Miracolo di San Clemente, la Leggenda di S. Alessio e la Leggenda di Sisinnio; quest’ultimo preziosissimo per le iscrizioni che sono tra le prime testimonianze del volgare italiano.

Oltre mille anni di storia si celano, quindi, nei sotterranei dei palazzi, delle strade e delle chiese di Roma. Una città che nel corso dei secoli anziché cancellare il passato lo ha stratificato in maniera sorprendente, conservando nel sottosuolo – come nel caso della basilica di San Clemente – pagine preziose da raccontare.

 

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