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Ballata per Fabrizio De Andrè | Fuori le Mura

Ballata per Fabrizio De Andrè

19 marzo 2012

di Elisa Carifi

La poesia disegnata delle più belle canzoni di De Andrè

Raccontava storie di disprezzati, di miserabili, d’amore, di assassini e re, raccontava storie nelle sue ballate ora immortali. Fabrizio De André aveva il carisma di un  laico che coglie la trascendente spiritualità della vita e la trasforma in arte, amava la musica sincera, capace di vedere il buio delle ipocrisie e come un moderno cantastorie dava vita ai suoi personaggi, sguardi reali di esistenze quasi oniriche in bilico tra coscienza sociale e sovversiva umanità.

Con la sua scomparsa, De André chiude un’epoca musicale, quella caratterizzata dalla musica d’autore italiana, densa di sentimenti ma non di sentimentalismi. Qualcuno lo definiva un poeta, ma prima di tutto era un cantautore capace di abbattere facilmente il muro che separa musica e poesia. Con la sua fantasia e intraprendenza è riuscito a reinventare la musicalità travolgente della nostra tradizione popolare trasformando in canzone le sensazioni, le idee, gli umori che fanno da sfondo a tutte le sfaccettature della vita (e della morte). Ogni cosa che ha preso dagli altri l’ha restituita, condividendo il suo mondo con il mondo dei suoi protagonisti; insomma  De André ha regalato canzoni pregiate e uniche, capaci di entrare nella nostra vita per farci vivere in qualche modo quella di qualcun’altro, vicino o lontano da noi.

A distanza di tre anni dalla prima edizione (e a più di dieci dalla scomparsa), BeccoGiallo ripropone l’opera a fumetti dedicata al cantautore genovese, una poetica graphic novel firmata dallo scrittore, disegnatore e colorista  Sergio Algozzino, che con il suo talento è riuscito a omaggiare Fabrizio De André nel migliore dei modi: dando vita, voce e un volto ai personaggi più e meno celebri delle sue canzoni e aprendo graficamente le porte ad un immaginario ricco di emozioni. Ballata per Fabrizio De André è un caleidoscopico viaggio nelle opere e nell’anima del cantautore, un itinerario visivo che ci mostra con gli occhi dei protagonisti delle sue canzoni l’orizzonte sentimentale che si cela dietro a ciò che si è già percepito ascoltandone le storie in note. Fin dalla prima pagina veniamo immersi nell’atmosfera romantica e a tinte grottesche delle sue ballate. Una porta spalancata, un uomo che entra e l’ombra di un impiccato “quando hanno aperto la cella, era già tardi perchè con una corda sul collo, freddo pendeva Michè”. Ed è proprio Michè che ci racconta come fu lui la prima canzone composta da Fabrizio, scritta nel suo piccolo ufficio quando ancora lavorava per il padre. Così uno ad uno sfilano i personaggi, in un susseguirsi di vignette che ricostruiscono poeticamente la discografia, senza soffermarsi sull’esegesi dei testi ma semplicemente raccontandosi, confrontandosi e scoprendosi tutti parte di un mondo che sa scendere in profondità emotive e risalire alla superficie con un “solco lungo il viso, come una specie di sorriso”.

I disegni essenziali, vicini più alla pittura che al fumetto, sono contraddistinti da tonalità  color pergamena, un giallo che avvicina empaticamente alla sensazione dei ricordi, filo conduttore dell’opera e strumento narrativo usato per cucire la storia intorno ai personaggi, come ad esempio il suonatore di Jones, metafora sottile di De André, che compare sulle pagine proprio cercando di ricordare le canzoni, che torneranno alla fine alla memoria di tutti i protagonisti a dare senso alla loro esistenza. Sono in molti ad accompagnarci in questa graphic novel, a parlarci di loro, delle loro storie. C’è Bocca di rosa che racconta come di lei Fabrizio si è servito per cantare la passione (in quest’opera Algozzino ce la mostra quasi come un’eroina, una sorta di eletta che aiuta tutti i suoi co-protagonisti a ritrovarsi partecipi di una commemorazione dedicata al loro creatore), c’è il rancoroso giudice che sa amaramente cosa vuol dire avere un metro e mezzo di statura, c’è Tito, il ladrone che canta il suo testamento e scopre la spiritualità  dopo aver vissuto sulla sua pelle la brutture della vita e “nella pietà che non cede al rancore impara l’amore”; c’è perfino il gorilla protagonista di una magnifica canzone che con una metafora ironicamente pungente e maliziosa denuncia la pena di morte; c’è il corrotto Pasquale Cafiero, simbolo di quell’Italia che De André osserva da lontano e canta con amarezza; non poteva mancare la romantica Marinella che, come nella sua canzone dal sapore di fiaba, rimane silenziosa lasciando intuire il rimpianto amore non vissuto. E poi il pescatore, Carlo Martello, il blasfemo, il bombarolo, Piero e la sua guerra, addirittura Gesù, anche lui descritto nell’interpretazione dei vangeli apocrifi del cantautore, tutti “artefici di un girotondo intorno al letto di un moribondo”, direbbe De Andrè.

In quest’opera, tuttavia, non c’è un moribondo, né l’intento di compiangere la scomparsa di un grande artista: solo la voglia di lasciare a briglia sciolta i ricordi e rivivere le sensazioni evocate dalle sue canzoni. Sfogliando le pagine di Ballata per Fabrizio De Andrè si scopre dolcemente la voglia di non separarsi mai definitivamente dalla magia che ci hanno regalato.

Quando l’arte visiva del fumetto abbraccia mondi artistici che sembrano lontano da Lei, il risultato è interconnessione capace di creare un’opera ricca di valori e significati.  Ballata per Fabrizio De Andrè non è solo dedicata a chi ama il cantastorie genovese, piuttosto un piccolo, delicato, poetico tributo, una storia in musica che diventa racconto di una galleria di vite capaci ancora di far sognare.

Ballata per Fabrizio De André
Autore: Sergio Algozzino
Casa Editrice: BeccoGiallo
Pagine: 128
Prezzo: 15 €

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