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Prove d’ascolto | Fuori le Mura

Prove d’ascolto

5 dicembre 2011

di Tania Marrazzo

Maria Nadotti raccoglie in un volume una serie di conversazioni con i più variegati artisti contemporanei per parlare di sé e di come è cambiato il mondo negli ultimi trent’anni

Maria Nadotti

Non è cosa facile parlare di un libro che di per sé non si presta, tematicamente, ad un discorso continuativo essendo costituito da un insieme di frammenti almeno apparentemente disconnessi ma in realtà, come le perle di una collana, tenuti insieme da un filo la cui ragion d’essere è esplicitata dalla sua stessa curatrice. “Nel riprendere in mano gli articoli scritti negli anni newyorkesi (…) mi accorgo che attraverso di essi andavo tracciando una mappa della città reale, ma anche una cartografia più intima”. Prove d’ascolto. Incontri con artisti e saggisti del nostro tempo è una raccolta di interviste e recensioni cinematografiche scritte tra New York e l’Italia dai primi anni ’80 fino al 2005, pezzi pubblicati in primis per Linea d’ombra, Lapis e Lo straniero ma anche per Artforum International, Gran Baazar, Ciak, Il Manifesto e On Stage New York. A tesserne la trama è la giornalista e traduttrice Maria Nadotti che antepone ai suoi scritti una sorta di prefazione in cui dichiara i suoi intenti e instaura un dialogo diretto con il lettore spiegando quali sono le motivazioni da addurre alla sua opera. Per chi è andata via dall’Italia e si è trasferita a nella Grande Mela “la scrittura si è presentata come il solo strumento capace di cancellare la distanza, di lenire la separazione, creando uno spazio di condivisione, facendosi ponte fra due estremi spaziali e temporali. La scrittura nemica del silenzio”.

Una raccolta dunque strettamente personale, un modo per parlare di sé attraverso le parole degli altri, una forma di autoanalisi che si sviluppa scorrendo tutto ciò che si è versato sulla carta nel corso di un trentennio. Un processo simile a quello descritto dal critico d’arte John Berger a proposito del guardare, del saper trasformare l’osservazione in racconto tramite il filtro della soggettività. È questa la chiave di lettura delle interviste convenzionalmente atipiche condotte dalla Nadotti, incontri nati non da esigenze editoriali o pubblicitarie bensì da una libera scelta. Veri è propri interscambi in un tempo in cui, o meglio, in un piccolo contesto (quale quello di alcuni quotidiani e riviste) in cui “gli intellettuali non erano ancora divenuti una merce da esporre in vetrina come tante Vergini di Gadalupe da esportazione” e “la creatività non era ancora subordinata al mercato (…)”. Gli scrittori Toni Morrison, Cynthia Ozick, Kurt Vonnegut, Ed McBain, Don DeLillo, lo psicanalista James Hillman, la scultrice Louise Bourgeois, l’attore Wallace Shawn, i registi Maggie Greenwald, Arthur Penn, gli intellettuali Edward Said, Bill Buford, Ruth Ozeki, la poetessa Anne Michaels e John Berger. Un condensato artistico dalle sfaccettature e dalle ideologie più disparate.

Capo d’accusa di molti incontri è l’America con tutte le sue contraddizioni, un paese egoista e in grado di guardare solo a se stesso secondo Ruth Ozeki, abbagliato dal sogno americano, illusoriamente democratico e multietnico, ottenebrato da una componente razzista che gode dell’approvazione generale definita da Edward Said “violenza sommersa”. In questa società postmodernamente decentralizzata, dominata dai media e invasa dall’apparenza dei simulacri Don DeLillo riflette sull’esigenza dell’individuo di conformarsi ed essere assorbito dalla massa per sfuggire al peso della sua unicità. Un annullamento riflesso in parte dal cinema di cui Arthur Penn lamenta un sempre maggiore allontanamento dalla condizione umana, e conseguentemente dall’acting, a favore di esplosioni, fantasie ed effetti speciali. L’intervista a Maggie Greenwald regista di The ballad of little Jo (una delle pellicole esemplari per la Feminist film theory), è uno spunto per riflettere sulla condizione/evoluzione delle donne, un femminismo “umanista, perché il femminismo a cui mi riferisco è necessario anche agli uomini”, e che sancisce l’abolizione dell’onnipotente sguardo maschile offrendo una storia fatta di immagini di chi per secoli ha operato dietro le quinte.
Accanto agli incontri le visioni: “Più che analisi critiche sono il mio modo di leggere e raccontare testi filmici che interpretano e narrano la realtà contemporanea ” fino alla “voragine berlusconiana” in Italia e al post 11 settembre negli Stati Uniti. Dall’Orlando di Sally Potter a La guerra dei mondi di Spielberg Nadotti passa in rassegna le angosce contemporanee riprendendo alcune tematiche della prima parte del libro ed esponendone altre trapelanti da una finzione sempre più reale.

Prove d’ascolto. Incontri con artisti e saggisti del nostro tempo
Autore: Maria Nadotti
Casa editrice: Edizioni dell’Asino, 2011
Collana: Le muse furiose
Pagine: 344
Prezzo: 15 €
www.gliasini.it

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