Search
Saturday 27 April 2024
  • :
  • :

Allarme sgombero al Cinema Palazzo | Fuori le Mura

Allarme sgombero al Cinema Palazzo

28 novembre 2011

di Clara della Valle

La scelta di una resistenza passiva, l’unica che si sposa con la lotta di quest’occupazione: una lotta pacifica, per la democrazia, per il bene comune

Avevamo già parlato dell’occupazione del Cinema Palazzo – Sala Vittorio Arrigoni – a maggio, chiudendo con queste parole: “è la voce di un quartiere che chiede dignità. È la voce di tutti coloro che chiedono dignità per Roma e per l’Italia. È una voce forte, giusta e felice. Speriamo che, almeno questa volta, venga ascoltata”.
Se, da chi e come sia stata ascoltata cerchiamo di capirlo ora, tra gli allarmi di un probabile sgombero.

Il Cinema Palazzo resiste (perché è questo il termine giusto) da più di sette mesi, per l’esattezza dallo scorso 15 aprile, giorno della sua occupazione. Occupazione che, ricordiamo, grida contro la decisione di trasformare lo storico teatro in un casinò, da parte della società spagnola, la Camene SPA, la cui “legalità” è quanto meno dubbia. Le quote societarie della Camene sono detenute, infatti, da altre società, tra le quali gioca un ruolo di protagonista la tristemente nota Stube SRL, società che gestiva i soldi della “cricca” di Anemone e Balducci negli scandali inerenti la ricostruzione dell’Aquila e il Salario Sport Village.
Per questi dubbi, non solo, per la storia di San Lorenzo e ancor più per il suo futuro, associazioni come Esc, Action e tante altre, artisti, lavoratori, studenti e cittadini decidono di occupare il Cinema Palazzo, rivendicando la dignità di un quartiere, dove da troppo tempo regna il degrado e che si meriterebbe tutt’altro.

Che in questi sette mesi il Cinema Palazzo abbia fatto rinascere San Lorenzo nessuno può negarlo.
Il mondo dello spettacolo ha messo la sua arte a disposizione di questo spazio: Elio Germano, Sabina Guzzanti, Valerio Mastrandrea, Dario Fo e tanti altri hanno appoggiato l’occupazione e arricchito le serate dell’ex teatro.
Esc, Action e tutte le associazioni coinvolte hanno dedicato anima e corpo alla sua causa.
Il Dipartimento “Arte e Spettacolo” della Sapienza ha aderito in pieno all’occupazione.
Le mamme di San Lorenzo sono andate a pulire, le nonne a cucinare, i bambini a giocare.
La Sala Vittorio Arrigoni è diventata (giusta la definizione dei suoi stessi occupanti) “il luogo del possibile […] dove imparare a sperimentare la gestione collettiva del bene comune”.

E le istituzioni? Le istituzioni, come sempre, fanno e non fanno, dicono e non dicono.
Chi più di tutti doveva ascoltare la voce di questo quartiere non l’ha fatto o, se l’ha fatto, l’ha fatto troppo poco.
A giugno era stata approvata in Consiglio Provinciale una mozione e a luglio in quello Comunale un ordine del giorno che impegnavano le due assemblee ad aprire un tavolo di trattative con la proprietà dello stabile per la restituzione del Cinema Palazzo alla sua destinazione naturale.
Da un mese a questa parte, però, la situazione ha iniziato a farsi preoccupante.
La Camene sta facendo di tutto per “mettere le ruote fra i bastoni” agli occupanti: non solo denunce, ma anche diffide (come quella che ha provocato il blocco dell’erogazione di corrente elettrica dall’Acea, nonostante il regolare pagamento delle bollette), continue visite del gabinetto del sindaco, dei vigili urbani, dell’Asl, dei vigili del fuoco e persino dei Nas (che non hanno, per loro dispiacere, trovato nulla d’illegale).
La Magistratura di Roma ha riaperto le indagini che aveva chiuso a luglio sulle persone coinvolte nell’occupazione. Stessa magistratura che, caso strano, sta indagando contemporaneamente sulla Camene. Stessa magistratura che ha optato per una soluzione alquanto paralizzante: da un lato il no alla Camene, dall’altro l’annuncio di uno sgombero a breve del teatro (senza disposizione del Comune, attenzione).
Risultato? Il fatidico giorno dello sgombero, la Sala Vittorio Arrigoni, dopo questa parentesi di fervore artistico e non solo, tornerà a chiudersi (e per chissà quanto altro tempo).

La risposta degli occupanti a tutto ciò? Solo due parole: “Resistenza passiva”.
“È l’unica a sposarsi con la lotta pacifica del cinema, lotta per la democrazia, per il bene comune”, ci dicono Sara, Fernando e Alessandro, che da aprile lottano per il Cinema.
Abbiamo fatto un’assemblea pubblica venerdì 18 novembre, cui hanno partecipato molti esponenti politici (come Enzo Foschi e Paolo Masini -Consiglieri rispettivamente regionale e comunale PD-, Dario Marcucci  -Presidente III municipio-) e che ha visto il segretario del PD di Roma, Marco Miccoli, schierarsi apertamente dalla parte degli occupanti contro la decisione della Magistratura, nonché la presenza dell’associazione Libera.
Qui abbiamo lanciato il progetto occupypalazzo, in cui si propongono settimane piene di eventi, corsi (come quello di satira tenuto da Sabina), laboratori e ci siamo proposti come custodi giudiziari di questo spazio. Lanciamo un appello a tutti, inoltre, ad essere particolarmente presenti in questi giorni, lasciarci contatti, recapiti telefonici etc. in modo da poter essere contattabili in caso di sgombero.
Questo ‘luogo del possibile’ deve continuare ad esistere, ma non certo con la violenza. L’unica resistenza possibile e giusta è quella passiva”.

Per qualsiasi informazione sul Cinema Palazzo, consultare il blog: salavittorioarrigoni.wordpress.com


Share