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Monti e la scelta dei ministri | Fuori le Mura

Monti e la scelta dei ministri

21 novembre 2011

di Giovanna Verduci

Le parole d’ordine per il professore sono sviluppo sostenibile e nuovi posti di lavoro

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Davanti al Capo dello Stato Giorgio Napolitano, il 15 novembre scorso, ha giurato la squadra del nuovo governo, composta esclusivamente da tecnici scelti dal nuovo presidente del Consiglio Mario Monti. La squadra è composta da diciassette ministri. Agli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata; all’ Interno Anna Maria Cancellieri; alla Giustizia Paola Severino; alla Difesa l’ammiraglio Gianpaolo di Paola; allo Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera; all’Agricoltura Mario Catania; all’Ambiente Corrado Clini; al Lavoro e alle politiche sociali Elsa Foriero; alla
Salute Renato Balduzzi; all’Università e Istruzione Francesco Profumo; alla Cultura Lorenzo Ornaghi. Monti sarà presidente del Consiglio con delega all’Economia.Antonio Catricalà sottosegretario alla presidenza del Consiglio.  Inoltre, sono stati designati quattro ministri senza portafoglio: Enzo Moavero Milanesi (Delega agli Afferi europei), Piero Gnudi (Turismo e Sport), Fabrizio Barca (Coesione Territoriale), Piero Giarda (Rapporti con il Parlamento) e Andrea Riccardi (Cooperazione internazionale e integrazione).

Dunque come ci si aspettava non ci sono personalità politiche nel nuovo governo e il totonomi dei giorni scorsi, pare non abbia condizionato la scelta di Monti. Certo questo governo è un po’ quello che, da più parti,  hanno definito “governo della terza età” se si pensa che l’età media dei ministri è di 63 anni, ma si spera che in questo caso l’esperienza sia davvero determinante ai fini della rinascita del Paese. Soddisfatto il presidente Napolitano ha affermato: “La Costituzione di questo governo è stata delicata e difficile, anche per la sua carica di assoluta novità”. Il premier ha sottolineato: “Abbiamo operato in tempi brevi e con serietà e attenzione alla qualità delle scelte, ci sentiamo sicuri di ciò che abbiamo fatto ed abbiamo ottenuto molti segnali di incoraggiamento dai nostri partner europei e dal mondo internazionale, confido che questo si tradurrà, pur in una fase complicata, in un rasserenamento di quelle difficoltà dei mercati che riguardano il nostro Paese”.

Merkel e Sarkozy si sono congratulati con Monti per la nomina e per la volontà manifestata ad intraprendere con urgenza ogni azione necessaria.Nella stessa giornata Piazza Affari chiude in rialzo dello 0,80% dopo una seduta il cui ritmo è stato scandito dalla nomina della squadra di governo, mentre lo spread Btp-Bund pur in lieve riduzione resta molto elevato in assoluto a 519 punti.  In questo clima di incertezza non si sono fatte attendere le reazioni delle parti politiche, il Pdl e il Pd plaudono alle scelte di Monti, Casini e il terzo polo ne sono entusiasti, Di Pietro si è mostrato dubbioso, mentre Vendola non ha risparmiato critiche alla scelta di Monti accusandolo di continuità con il passato e la Lega ha dichiarato la propria volontà di andare all’opposizione. È incredibile notare come anche in uno dei momenti più drammatici del Paese, manchi quella unità di intenti e di prospettive per tentare di superare la grave crisi finanziaria. È necessario che la fiducia data a Monti da Napolitano, dalla gente comune, e successivamente dalla Camera e dal Senato non venga tradita con atti che aggraverebbero l’attuale situazione.

Il governo Monti e i parlamentari tutti sono chiamati ad operare per il bene del Paese che dovrà necessariamente tradursi in un contenimento della crisi e nella creazione di interventi volti ad aiutare i settori e le persone in difficoltà. Corrado Passera, neo-ministro dello Sviluppo economico dichiara che: “Bisogna puntare su crescita sostenibile e creazione di posti di lavoro, dimostrare ai mercati che l’Italia è molto di più di quello che molti pensano”. Per far questo è necessario un programma che miri a interventi urgenti, fra tutti Monti ha individuato il ritorno dell’Ici,   l’abbassamento delle tasse, la lotta all’evasione, la riforma del sistema pensionistico penalizzato, secondo Monti, da ampie disparità di trattamento tra generazioni, categorie e aree di privilegi, tutto ciò all’insegna di tre linee guida: rigore, crescita ed equità.Secondo Monti: “I margini di successo sono ridotti, ma se fosse altrimenti non sarei qui. Abbiamo degli obiettivi ambiziosi sul pareggio di bilancio e sul rapporto debito-Pil, ma non saremo credibili nel perseguimento di tali obiettivi se non ricominceremo a crescere, il riscatto del Paese avverrà restando uniti.” Martedì prossimo, Monti sarà a Bruxelles per presentare il suo piano di riforme al presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy.

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