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Cinecittà, sgominata banda di narcotrafficanti | Fuori le Mura





Cinecittà, sgominata banda di narcotrafficanti

9 maggio 2011

di Giuseppe Pagano

I carabinieri del Ros hanno portato a termine una massiccia operazione che ha posto fine a una banda di narcotrafficanti. I malviventi, giovani e determinati, ambivano a controllare tutta la città

Sognavano di prendersi tutta Roma, ma sono finiti dietro le sbarre. Si conclude cosi la storia di una banda di narcotrafficanti romani, che, partendo dal quartiere di Cinecittà, ambivano ad impossessarsi dell’intera città. I carabinieri hanno portato a termine all’inizio della scorsa settimana un’imponente operazione che ha posto fine ai sogni di gloria della banda di malviventi. Con un megablitz, il cui nome in codice è Orfeo, gli uomini del raggruppamento operativo speciale, coordinati dalla procura distrettuale antimafia, hanno eseguito trentotto arresti, smantellando, di fatto, tutta la struttura dell’organizzazione. Tra le persone coinvolte figurano anche quattro donne, un agente penitenziario ed un poliziotto. I principali reati contestati sono l’associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, il sequestro di persona, il tentato omicidio, compresa l’aggravante del metodo mafioso.
I numeri messi a segno dalla banda sono impressionanti. Tutta la zona di Roma sud si trovava nelle loro mani. In un mese riuscivano a far girare fino a trenta chili di cocaina e tre quintali di hashish e marijuana; avevano realizzato un avanzato sistema per il traffico delle partite di droga, con tanto di raffinerie e campi di coltivazione. Erano in possesso anche di alcune attività commerciali, tra cui il bar “Orfeo Notte Drink”, la sala scommesse “Intralot” e il bar “Butera”.
La loro escalation si può spiegare con il vuoto di potere creatosi in seno alla criminalità romana a seguito dell’uscita di scena del clan dei Senesi. Molti dei narcos di Cinecittà, infatti, erano legati all’organizzazione facente capo a Michele Senese; dopo la sua uscita di scena sono stati molto abili nel farsi strada nell’ambiente della malavita romana. I componenti, tutti giovani e ben determinati, erano divisi in due fazioni, spesso in contrasto tra loro. Su tutti spiccava la figura di Giuseppe Molisso, 28 anni, considerato dalle forze dell’ordine come il boss dell’organizzazione.
Le conversazioni, da mesi oggetto di massicce intercettazioni da parte dei carabinieri, erano talmente ricche di vocaboli ed espressioni romanesche, tipici della malavita urbana, da costituire un’allettante risorsa per i registi delle serie tv poliziesche molto in voga nella televisione dei giorni nostri. “Er Biondo”, “Lo Zingaro”, ” Er Cinese”, solo per citare alcuni nomignoli con cui si appellavano a vicenda. Per indicare droga di bassa qualità erano soliti dire “pare pongo”, mentre quando al contrario era eccellente sembrava “burro”. D’altronde sognavano de “pijasse tutta Roma” perché ritenevano di essere  “come la mafia”.

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