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Il grand dessein di Umberto Bossi | Fuori le Mura





Il grand dessein di Umberto Bossi

28 febbraio 2011

di Simone Arseni


Per risolvere il problema della nuova ondata di immigrazioni, il ministro Bossi, diplomato in praticità presso l’IRS (Istituto per la Razza Superiore), ha annunciato: che“se arrivano (gli immigrati) li mandiamo in Germania o in Francia”.

Se poi la Germania decidesse di spedirli  in Danimarca, la Danimarca in Norvegia, la Norvegia in Groenlandia, e la Groenlandia  nei ghiacciai dell’Artide in un viaggio che, data la circolarità della terra, si concluderebbe con un commovente ritorno in patria, allora Bossi verrebbe certo elogiato come l’uomo politico più raffinato di inizio secolo.
E forse è proprio ciò a cui aspira: passare alla storia come “il ministro che ci vide lungo”.

Un viaggio, dicevo, degno del Marco Polo più in salute e per di più con un rassicurante lieto fine.

Già vedo schiere di profughi in fila sulla A1, scalzi, con i loro fagotti caratteristici, diretti a nord, verso la ricca Germania, e Bossi in testa, con passo cadenzato e un fazzoletto verde padania sul capo.

Stupisce,certo, che una proposta simile non sia stata elaborata neppure per risolvere il problema della “munnezza” di Napoli.

Mi raccomando, ministro Bossi, mantenga separati i due problemi: una cosa è l’immondizia, altra cosa i clandestini, specie se rifugiati politici. Non se ne esca la settimana prossima dicendo: “costruiremo l’inceneritore a Lampedusa, anziché ad Acerra. Così risolveremo in un lampo il problema dei rifiuti e  degli immigrati!”.
La prego, infine, tenga a freno il dito medio, si rilassi, ministro, e provi a ricordare che la sua Padania non è che una metafora inadatta a risolvere il più piccolo dei problemi. Non è che un racconto buono per addormentare i bambini.

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