Tom e Gerri sono una coppia felicemente sposata, lei psicologa, lui ingegnere geologo, coltivano con amore il loro orto fuori da Londra e con altrettanto amore curano la loro vita, il loro unico figlio, i loro amici. Tra questi c’è Mary, depressa cronica che per alleviare il dolore della sua solitudine guarda un po’ troppo frequentemente il fondo del bicchiere, e c’è Ken, che altrettanto facilmente affoga la sua disperazione in lattine di birra. Entrambi soffrono per la propria condizione, talmente insopportabile e da cui non trovano via d’uscita, che li rende incapaci di ascoltare gli altri e in fondo loro stessi. Entrambi in cerca di un rifugio che sembrano trovare nell’amicizia di Tom e Gerri. Mary incapace di accettare la propria età cerca di intraprendere vanamente una relazione con Joe, il figlio di Tom e Gerri, molto più giovane di lei. Quando lui le presenta la sua compagna, Katie, Mary è ostile con la ragazza ostentando una gelosia fuoriluogo che sorprende Gerri e Tom.
Le vicende di questa famiglia estremamente equilibrata si snodano lungo l’arco di un intero anno, le quattro stagioni fanno da leit motiv ai vari episodi che ha come vera protagonista Mary. Malgrado gli elementi per un dramma ci siano tutti, Leigh riesce a mantenere la sua caratteristica leggerezza e smorza con ironia e furbizia le insidie da commedia inglese che potrebbe scivolare facilmente in un polpettone indigeribile.
Ruth Sheen veste i panni di Gerri agevolmente, morbida e disinvolta è perfetta nel ruolo d una donna saggia, ironica, controllata. Tom è interpretato da un credibile Jim Broadbent, ormai alla settima collaborazione con Leigh firma un’interpretazione notevole. Anche se gli encomi sono tutti per Lesley Manville, la straordinaria Mary che rende concreta la sua ansia e il suo senso di solitudine papabile. Il film sarebbe stato incompleto senza la sua interpretazione. Anche lei alla quinta collaborazione con il regista firma una delle sue migliori interpretazioni. La Manville lascia il segno, decisamente.
Questo grazioso film di Mike Leigh ha tutte le carte per candidarsi ad essere una chicca del cinema inglese contemporaneo.