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La Rafle. Il vento gelido della memoria | Fuori le Mura





La Rafle. Il vento gelido della memoria

26 gennaio 2011

di Francesco Anzelmo


In occasione dell’ormai consueto “Giorno della Memoria”, il 27 gennaio, esce nelle sale Vento di Primavera (La Rafle.), una pellicola che tratta, in una Parigi da cartolina, di uno scandalo (tra gli scandali di quei maledetti anni della seconda guerra mondiale e del nazifascismo) di una vergogna che il genere umano non potrà (non dovrà) cancellare con nessun processo. La via non è obliare, rimuovere, freudianamente salvarsi da un senso di colpa, ma perpetuare la memoria, a costo del peccato di retorica o di ridondare. In questo senso Rose Bosch, mette in scena un punto di vista in qualche modo e se è ancora possibile nuovo, sulla rappresentazione della tragedia dell’Olocausto.

Vento di primavera propone un cast molto ben scelto dalla regista, Mélanie Laurent, Gad Elmaleh, Raphaëlle Agogué, Hugo Leverdez, mettendo in scena gli avvenimenti accaduti a Parigi tra il 15 e il 16 luglio del ’42, quando 13000 ebrei vennerò trattenuti al Vélodrome d’Hiver per poi essere portati al campo di Beaune-la-Rolande prima dell’ultimo viaggio verso Auschwitz. Con grande volontà e dedizione l’ex giornalista, ora regista, Bosch, ha voluto questa pellicola, avendo conosciuto da vicino le barbarie del fascismo, quello di Franco in Spagna, ha cercato di affrontare l’Olocausto come una fatto universale, come una questione che portasse si a riflettere ma allo stesso tempo a reagire.

“Voglio fare questo film, ma a condizione di incontrare dei superstiti, perchè io voglio raccontare la vita, non la morte, voglio parlare del futuro, non del passato”.

Il film imposta il suo racconto su una forte critica storica, sul fatto che venne sempre sottaciuta una certa collaborazione tra francesi e tedeschi, presenti sempre in egual misura in ogni scena utile, blasonati di rabbia e mostrine, autori e responsabili di azioni riprovevoli. Un altro aspetto che caratterizza La Rafle. è l’attenzione portata sull’indicibile lontanamente pensabile, eppure realissima, questione dei bambini; proprio quest’ultimi sono per il regista fondamentale punto di vista, filtro dell’intera pellicola.

Un film straordinariamente legato ai ricordi dei sopravvissuti, una pellicola per niente documentarista che appare perfettamente romanzata, pur rimanendo legata ai fatti di un’inchiesta ben condotta e che abbonda di dettagli assolutamente reali e storicamente accaduti. Si tratta di un buon equilibrio di riflessione, impulsività, drammaturgia e veridicità, c’è quel che basta di crudezza affinché nascano domande , dubbi e interrogazioni su vicende che sembrano lontane secoli ma che in effetti sono dietro l’angolo, sempre e in vario modo in agguato, per questo la memoria deve essere la parola chiave, memoria come sentinella del rispetto della vita umana, se questa è giudicata sulla base di pregiudizi e stereotipi, o qualsivoglia dio e religione.

Una splendida fotografia insieme ad una colonna sonora assolutamente indovinata, creano il giusto elemento di pathos senza scadere nella facile esagerazione; infatti se è vero che l’arte deve esagerare, rendere più vividi i colori della realtà, in questo caso la scelta più giusta, laddove la realtà è di per sé a tinte forti, è proprio una più pacata sobrietà, una pace forse terrificante ad essere più adeguata.

Vento di Primavera
La rafle.
Regia/Sceneggiatura: Rose Bosch
Cast: Mélanie Laurent, Gad Elmaleh, Raphaëlle Agogué, Hugo Leverdez
Produzione: Francia/Germania/Ungheria, 2010
Durata: 115′
Distribuzione: Videa CDE – 27 gennaio 2011
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