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Hereafter: l’aldilà secondo Clint Eastwood | Fuori le Mura





Hereafter: l’aldilà secondo Clint Eastwood

3 gennaio 2011

di Susanna D’Aliesio


Grandissima è l’attesa per l’ultimo lavoro di Clint Eastwood, Hereafter, una pellicola difficile in cui le storie di tre esistenze si intrecceranno sul filo che separa la vita e la morte. Il film uscirà martedì 5 gennaio nelle sale italiane.

Eastwood, da poco spente le ottanta candeline, non ci pensa proprio a mettere un punto alla propria carriera e ne ha ben donde. L’ultimo lavoro è una conferma della sua mano registica elegante ed equilibrata, sapiente e discreta che richiama l’appartenenza al cinema classico hollywoodiano di cui pochi mantengono lo spirito. Ma d’altra parte se l’attesa e la fama consolidata del regista hanno contribuito alle aspettative guardando la pellicola viene il dubbio che si debba parlare di ultima fatica.

Hereafter racconta le storie di tre persone che vengono toccate dalla morte in modi diversi. Marie è una giornalista francese di successo. E’ in vacanza alle Hawaii quando viene travolta dall’onda di uno tsunami (cliccando, un interessante documentario). Miracolosamente sopravvive, torna alla sua vita, al suo lavoro ma non è più la stessa. Una giornalista abituata a lavorare su fatti concreti è costretta a confrontarsi con l’ignoto, con un mondo possibile, non dimostrabile. L’esperienza cha ha vissuto sulla propria pelle mette in discussione i dogmi della sua vita.

George è un medium che rifiuta i suoi poteri, è in grado di leggere nell’anima delle persone, di vedere i loro segreti più oscuri. Capace di leggere in chiunque ma incapace di leggere in se stesso e di capire il suo posto nel mondo, rifiuta ogni contatto con il proprio io e con gli altri. George cerca di sfuggire dalle persone che vanno da lui in cerca di un contatto con i loro defunti: è un esperienza troppo intensa e dolorosa, una facoltà che non riesce a controllare. Si difende tenendo il mondo (anche interiore) alla larga ma è infelice perchè la sua vita è incompleta, ha bisogno di capire il suo valore nella vita e non nella morte, come il fratello lo costringe a fare. Marcus è un ragazzo che perde suo fratello gemello e con lui anche la sua chiave per vivere la vita, per esistere. Tre personaggi in cerca di essere autori della propria esistenza. Inconsapevolmente.

La morte mette in discussione le vite dei protagonisti, che non possono continuare a vivere come facevano prima, e li spinge a riconsiderare la propria vita e ciò che da essa vogliono. La pellicola non tratta, dunque, della morte dal punto di vista della vita ma si concentra sulla vita dal punto di vista della morte. Pur essendo un film che si presenta come un full immersion nell’aldilà, in realtà è un inno alla vita.

La pellicola è prodotta da Clint Eastwood, Kathleen Kennedy e Robert Lorenz, con Steven Spielberg, Frank Marshall, Peter Morgan e Tim Moore come produttori esecutivi.  Al fianco del regista ci son i collaboratori di sempre, tra cui il direttore alla fotografia Tom Stern (lavora con Eastwood da vent’anni e ha ottenuto candidature agli Oscar e ai BAFTA per Changeling), lo scenografo James Murakami (anche lui ha ricevuto candidature agli Oscar e ai BAFTA per Changeling ), i montatori Joel Cox e Gary D. Roach (quest’ultimo lavora con Eastwood dal ’96) e la costumista Deborah Hopper (fedele al regista da 25 anni, ha ricevuto una candidatura ai BAFTA per Changeling). Il film è stato girato tra San Francisco, le Hawaii, Parigi e Londra.

Hereafter è sicuramente un prodotto di buon livello che si deve tuttavia scontrare con gli altissimi standard a cui il buon Clint ha da anni abituato il proprio pubblico. C’è da dire che se la cava, anche se avrebbe potuto zoppicare meno.

Il trailer

Hereafter
Regia: Clint Eastwood
Sceneggiatura: Peter Morgan
Cast: Matt Damon, Cécile de France, Jay Mohr, Bryce Dallas Howard, George e Frankie McLaren, Thierry Neuvic, Marthe Keller.
Produzione: Usa, 2010
Distribuzione: Warner Bross Pictures Italia
Durata: 129 min

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