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Friday 26 April 2024
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Vieni via con me: prove tecniche di una rivoluzione | Fuori le Mura


vieni-via-con-meQuando in tv giravano i suggestivi spot del programma Vieni via con me, era già polemica. Un tira e molla di si e no, di offese e permessi, di finanziamenti e non, che, alla fine, hanno avuto un esito positivo. Almeno per molti.
Lo scorso lunedì sera Raitre, nel suo prime time, ha ospitato ancora una volta una trasmissione che – piaccia o non piaccia – è sicuramente innovativa. Perché deve essere giudicata come tale una trasmissione che fa dei contenuti il suo motore primo, quando non unico.
Lo spazio che la rete riserva a Fazio e Saviano, autori e conduttori del programma, emana pura istruzione: lezioni, schemi su widewall, buona musica ed elenchi. Liste di concetti e motivi tesi a ricordare quello che l’Italia, almeno nel medium televisivo, sembra aver messo da parte.
Tale premessa risulta ancor più critica oggi, quando, dopo le prime due puntate,  fiumi di polemiche hanno investito il mondo dell’informazione. Un eco forte e chiara che rende evidente quanto sia poco lo spazio assegnato alla verità. Non quella di mamme in lacrime, di aspiranti amanti e artisti, di passioni sbocciate ad arte dinnanzi alle telecamere. Una verità seria, quella dei fatti che costituiscono il nostro paese nella sua sostanza più tangibile.
Così non c’è più spazio per le critiche futili, persino la cronaca contingente viene messa da parte, a favore di un felice ritorno ai grandi temi.saviano
Le tematiche del lunedì sera di Raitre, allora, sono l’eutanasia, la mafia, la criminalità. E la particolarità più vantaggiosa, almeno per il pubblico, è che queste vengono raccontate come se si stesse in un’aula. Un moto quasi educativo, quello di Vieni via con me.
Era il lontano 1960 quando Alberto Manzi, maestro e pedagogo, occupava la rete con la trasmissione Non è mai troppo tardi. Sin dal titolo, l’intento educativo permeava il programma tv che si proponeva di istruire un pubblico, quello italiano, che nella grande maggioranza era ancora analfabeta. Da allora, l’istruzione è stata per lo più confinata in poche e sparute iniziative televisive. La notte è diventato il luogo della divulgazione culturale, da Rai Educational in poi.
L’italiano medio – che vogliamo qui considerare istruito e pensante – si trova adesso a fare i conti con una televisione che assolve il suo compito più alto. Ma lo stesso italiano medio assiste, dal giorno dopo, a continue critiche alle quali, forse, sono attribuibili intenti di natura differente.
A fronte della sempre necessaria dialettica politica del nostro paese, fatta di dichiarazioni nei salotti bene di Rai e Mediaset, bisogna forse saper guardare anche al di là e riconoscere una piccolezza ancora viva.
Non sarebbe giusto dare per oro colato ciò che sgorga dalle nostre tv ogni lunedì sera ma, allo stesso modo, risulta smitizzante quando non offensivo che non si riconosca del tutto il bene che un programma del genere può fare agli italiani.
vieni-via-con-me_fazio_savianoOgnuno, certo, avrà le sue ragioni, ma qual è il quadro generale che si trae dalle polemiche e dalla dialettica che Vieni via con me ha generato? Le nuove generazioni guardano ancora ad una realtà decadente: quella della immobilità culturale. Un retaggio del conservatorismo tipico della cultura italiana, che, oggi più che mai, sembra dover combattere per la sua stessa esistenza. Del resto come pensare che non sarebbe successo in un paese che pone quella stessa cultura fra le spese da tagliare.
Sarebbe bello per una volta superare le piccole avversità ed apprezzare un cambiamento, anche se piccolo e – almeno per qualcuno – insignificante. Sarebbe doveroso dare merito ad una categoria (Fazio e Saviano e tutti gli artisti che sono intervenuti anche senza compenso) che ancora crede che sia possibile vivere di verità.
In un paese attanagliato dal gossip più meschino, dalla deriva dei valori di sempre, dalla cultura del visibile e intangibile, bisognerebbe esser felici della rivoluzione.

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