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Friday 26 April 2024
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Doppio senso | Fuori le Mura



di Marcello Avanzo

Mi apro la camicia sul petto magro e peloso. Prendo il nastro da pacchi marrone e comincio a svolgerlo sulla pelle e sui peli. Si attacca forte, ma tanto non lo toglierò mai più.
Dio, quanto ti amo, Daniela. Ho sempre amato solo te.
Quando ti guardo negli occhi tutto si scioglie, si rammollisce e diventa distante, irreale.
È così difficile da capire, per voi, per noi, per il nostro mondo.

Le canne, il vietnam, gli americani, il comunismo, i sogni di cambiare il mondo…
Lo chiamano occidente adesso, ma una volta significava davvero qualcosa.
Adesso invece è tutto andato perduto, come non fosse mai esistito, e quelli della mia età non hanno più niente, niente di niente. La mia civiltà è morta prima ancora che io nascessi. Non crediamo più in niente.
Ci stiamo estinguendo perché siamo vuoti, perché non sappiamo più vivere.
Non come loro.
Noi nasciamo, mangiamo con avidità sempre e comunque, guardiamo i colori della coca-cola in televisione e guardiamo le donne nude come se fossero pezzi di carne da macello.
I mussulmani invece ti insegnano a digiunare. Perfino guardare il volto di una donna è proibito.

Non sappiamo mangiare perché non sappiamo digiunare.
Loro digiunano per legge. Se solo avessi imparato a digiunare, forse, avrei anche imparato a mangiare e forse sarebbe stato così per tutto. Forse avrei imparato a vivere.
Ormai è troppo tardi.
Sono così magro, adesso, che la fame mi scava le costole.
Mangiare mi fa schifo.
È questo mondo che si è ammalato. Non sappiamo nemmeno amare le nostre donne.
È colpa della televisione.
Vediamo talmente tanti corpi fasulli di donna che quelli veri non ci piacciono più e quando riusciamo ad averne uno non riusciamo nemmeno a farlo. Non riusciamo nemmeno a scopare. Ecco perché quando ho scopato la prima volta non ho provato nulla. Ho scopato Lara come se avessi il diavolo in corpo, fino a farla sanguinare, ma non è servito a nulla, non ho provato nulla, e lei piangeva come una bambina, anche se aveva quindici anni.
Sono venuto dentro di lei senza sentire niente.
E non è che non fosse Daniela, non era solo quello.

Ti ho tradito, Daniela? Ho tradito me stesso? Tu non mi hai voluto, io ho trovato Lara.

No, non c’entra.
Non è per questo che non ho provato nulla durante la mia prima volta.
È stata colpa delle donne nude.

Guardo il nastro adesivo sul mio petto.
Andrea si è suicidato sparandosi per amore, per una ragazza che non ci stava.
Suo cugino, Giovanni, ha dovuto pulire i pezzi della sua testa dalla pelle del divano, quello davanti alla televisione. I suoi non ce la facevano a farlo, e nemmeno il fratello, così l’ha fatto lui.

La polizia è entrata e dopo un quarto d’ora di domande se ne stava già andando.
Era il suicidio di un teenager, non c’era niente di interessante per loro. È stato Giovanni a trovare il bigliettino d’addio gettato nel cestino, non la polizia.

Non amiamo più le nostre donne, non sappiamo più mangiare, né dormire, né pregare. Un ragazzo si suicida e la polizia non lo cerca nemmeno il biglietto d’addio.

Non sappiamo più vivere. Il nostro Dio ci viene rubato da personaggi grassi e ricchissimi, e noi non crediamo più in nulla.
No, credete a me.
Noi, la nostra civiltà, l’occidente… Noi siamo il passato.
Giro il nastro sui cilindri, li serro bene contro il petto.
Ho detto a Daniela cosa avrei fatto se avesse continuato a respingermi. L’ho detto solo a lei.
Lei mi ha detto di non dire sciocchezze e di lasciarla perdere, che il mondo è pieno di ragazze, e di smetterla di girare per viale Ienner, perché non sei uno di loro, ha detto.

Ti amo – ho pensato dentro di me, mentre se ne andava, mentre mi dava le spalle.
E solo tu saprai veramente perché l’ho fatto.
Per tutti gli altri, invece, avrà un altro senso meno meschino, molto più grande.

Ti amo.
La folla scivola davanti alla metro che rallenta, in attesa che si aprano le porte.

Il momento migliore è quando i passeggeri stanno scendendo e la folla si accalca per salire.

Me l’hanno detto loro.
Ma lo faccio per voi, anche.
Lo faccio per aiutare il futuro.
Vi amo tutti, siete parte di me.
Siamo tutti fratelli.
Tolgo il nastro dal cavetto rosso e lo avvicino a quello nero.
Una donna mi guarda e vede cosa ho sotto la camicia aperta. La sua faccia fa appena in tempo a incresparsi di orrore.

Basta che i fili si sfiorino.
Cominciano le urla, ma sono tutti ancora troppo accalcati perché qualcuno riesca
a scappare.
Questo è per te, Daniela, solo per te.
Solo tu saprai la verità, perché l’ho detta solo a te.
Per tutti gli altri sarà qualcosa di più grande, qualcosa che li aiuterà a capire.
Non vogliono morire.
Urlano, si spingono, quasi si calpestano, ma è ancora troppo presto. In troppi non si sono ancora resi conto di cosa sta succedendo, e non si spostano.
Un gesto d’amore per Daniela, un gesto per un mondo migliore, per tutti gli altri.

Chiudo gli occhi, respiro.
“Adesso”.
Le punte dei due fili brillano un poco, quando si toccano.

Lo space dell’autore
www.myspace.com/marcelloavanzo


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