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Romanzo di uno Stato Criminale? | Fuori le Mura

Romanzo di uno Stato Criminale?

28 marzo 2012

di Federico Vignali

Marco Tullio Giordana fa rivivere la tragedia di Piazza Fontana attraverso una pellicola-testimonianza civile vibrante e rigorosa

Le considerazioni sul fatto che negli ultimi anni il cinema d’autore italiano sembra avere bisogno di sempre  più tempo per elaborare e affrontare le svolte epocali o i drammi più sconvolgenti  che costellano la storia recente della nostra democrazia risultano sicuramente legittime e opportune. Basti pensare a Diaz o il documentario Black Block.
Nei confronti della strage di Piazza Fontana la renitenza collettiva a confrontarsi apertamente con gli aspetti più impenetrabili di una vicenda che affonda tragicamente anche in alcune componenti portanti dello Stato, parte sicuramente da molto lontano e paradossalmente ha coinvolto a lungo anche i livelli più coscienti della società civile.

Proprio per questo Romanzo di una strage assume una valenza sociale determinante e va riconosciuto a Marco Tullio Giordana il coraggio di essersi addentrato per primo in una materia così complessa e intricata, non temendo oltretutto di arrivare persino a rivelare nomi e ipotesi di colpevolezza. In sede di conferenza stampa il regista milanese ha confessato di aver accarezzato da sempre l’idea di produrre un progetto del genere, ma che solo ora però, dopo quarant’anni, è riusciuto a calarsi nella storia con la giusta predisposizione, liberandosi di molti pregiudizi e schemi ideologici.
In effetti, almeno nella prima parte del film, è evidente che Giordana ha curato soprattutto l’aspetto umano di Calabresi e Pinelli, interpretati magistralmente da Mastandrea e Favino, sviluppando in senso tragico tutti i termini del rapporto di stima che si era consolidato inizialmente tra i due, fino al momento della fine, così drammatica e controversa.

In generale, nelle dinamiche dell’attentato alla sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano, intervengono così tanti personaggi, ipotesi e interessi di politica sovranazionale che alla lunga era impossibile non cedere il passo ad un tono didascalico e determinista. Si segue, con un certo scrupolo e rigore, la tesi della pista dei gruppi neofascisti veneti, quella dei servizi segreti deviati, le infiltrazioni incrociate tra gli anarchici e la Cia. Nell’ottica di una funzione propedeutica e da servizio pubblico del film, Romanzo di una strage ha sicuramente il merito di comporre una trasposizione visuale coerente e funzionale al diritto di tutti di poter sapere. D’altro canto l’urgenza di citare così tanti documenti processuali e prove disarmanti schiacciano la mano del regista che deve adattare il proprio linguaggio a quello di un inchiesta frustrata e messa in silenzio per molto tempo, tanto che spesso si ha la sensazione che l’autore sia obbligato a seguire meccanicamente le facce degli indiziati come negli intrecci della lavagna imperscrutabile e caotica dell’ispettore David Kujan ne I Soliti sospetti.

Rispetto ad altre opere di Giordana come I Cento Passi o La Meglio Gioventù, dove la forza e la vitalità dei protagonisti riusciva a dare un tono poetico ed epico alle vicende raccontate, in Romanzo di una strage colpisce il registro assolutamente dimesso di tutti i protagonisti, come se questi fossero davvero a conoscenza del loro ruolo di vittime sacrificali o dessero volto in modo emblematico alle ingiustizie più sconvolgenti del nostro Paese. La figura di Aldo Moro di Gifuni possiede un incedere davvero funereo e quasi mistico in una riproposizione sin troppo reverenziale. Diremmo lo stesso di Calabresi, raffigurato come un gentleman progressista d’altri tempi in una versione sin troppo edulcorata visto quello che poi accadde nei suoi uffici, ma Giordana in sede di presentazione ha tenuto a precisare che i contorni del personaggio di Mastandrea sono delineati proprio in relazione alla conoscenza diretta che egli fece del commissario ai tempi delle sue incandescenze giovanili nelle occupazioni del Liceo Berchet.

Nel complesso, comunque, così come nel caso di Pasolini, un delitto italiano ci troviamo di fronte a una testimonianza civile vibrante e rigorosa. Se non a riaprire il caso, qualora Romanzo di una Strage potesse servire a sdoganare nelle scuole il dibattito su questo crocevia del nostro passato, sarebbe una vittoria per tutto il Paese.

Immagine anteprima YouTube

Romanzo di una strage
Regia: Marco Tullio Giordana
Sceneggiatura: Stefano Rulli, Sandro Petraglia, Marco Tullio Giordana
Cast: Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Michela Cescon, Laura Chiatti, Fabrizio Gifuni
Durata: 129′
Produzione: Italia, 2012
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 30 marzo 2012

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