Il cuore di tutte le cose di Elizabeth Gilbert
Nastrini, bei vestiti, ricchezza. Il Nuovo Mondo nell’Ottocento. Sembra di essere dentro una trama di Edith Wharton o di Henry James, ma non è proprio così. Con Il cuore di tutte le cose, longlist quest’anno al Women’s Prize for Fiction, Elizabeth Gilbert racconta l’Illuminismo americano, le scienze, la botanica, la concretezza di tutte le cose che ha incontrato Alma nella sua giovane vita. Figlia di un ricco uomo d’affari, un immigrato inglese, che ha fatto i soldi, come si suol dire, commerciando in chinino ed erbe medicinali, e di una rigida donna olandese, che l’ha educata a non aspettarsi mai troppo dalla vita, alla prova delle materie scientifiche, la giovane donna segue le orme paterne nello studio della botanica, impara e vivere attraverso i tempi dei fiori. Pian piano però comprende che quello che ha non le basta per essere felice.
La razionalità e le prove dei suoi esperimenti le fanno vivere una vita a conti fatti povera di sentimenti, ma ricca di successi; la giovane diviene infatti una delle botaniche più accreditare nel panorama internazionale, studia l’evoluzionismo, ma la vera “scoperta” sarà il sentimento che nutre ricambiato per Ambrose, un pittore molto diverso da lei per carattere e credenze, un uomo che si concentra sulla spiritualità, sulla forza dei sentimenti, sul culto del bello. Alma così deve rimodulare il suo pensiero per la vita in base a questo amore tenero, deve mettere a confronto la materia con lo spirito, la carne con l’amore.
Bestsellerista con Mangia, prega, ama – di cui si ricorda soprattutto il pessimo ed estenuante (per lunghezza e noia) film di Ryan Murphy con Julia Roberts -, Elizabeth Gilbert architetta con leggiadria e semplicità un romanzo che si legge in fretta, un connubio fra opera in costume, romance e avventura, specie nella seconda parte dove si alternano i vari viaggi della protagonista, dal Perù ad Amsterdam passando per Londra dopo aver abbandonato il proprio confortevole nido a Philadelphia, laddove tutto è cominciato.
L’autrice mette a segno un bel personaggio femminile capace di restare fedele al suo credo illuminista, ma allo stesso tempo comprendere la fluidità che si materializza fra ragione e sentimento. In realtà, la Gilbert racconta una femminista ante litteram che due secoli fa intuisce bisogna essere semplicemente quel che si è rimarcandolo con la forza delle proprie competenze e la propria intelligenza. Senza dover negare la propria femminilità e in particolare i propri sentimenti, che sono il cuore di tutte le cose.
Il cuore di tutte le cose
The Signature of All Things
Autrice: Elizabeth Gilbert
Traduzione: Maria Baiocchi e Anna Tagliavini
Casa editrice: Rizzoli, 2014
Pagine: 640
Prezzo: € 19,50
Category: Libri