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L’ombra della luna crescente di Fatima Bhutto : Fuori le Mura


L’ombra della luna crescente di Fatima Bhutto





12 giugno 2014 |



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L'ombra della luna crescenteUna famiglia all’apparenza come tante in una mattinata qualunque a Mir Ali, una cittadina pakistana al confine con l’Afghanistan. Qui si consumano i dolori e le scelte di tre giovani fratelli e di due donne a loro strettamente legati. Dietro il nome di Fatima Bhutto si nasconde l’intero suo Paese, il Pakistan, attraverso le figure di sue zia, il Primo Ministro Benazir Bhutto, assassinata in un attentato suicida nel 2007, e suo nonno Zulfikar Ali Bhutto, Primo Ministro condannato a morte nel 1979 dopo il golpe militare. Il suo bisnonno Shah Nawaz Bhutto è stato invece il leader del movimento indipendentista pakistano, suo padre Murtaza, leader del movimento Al-Zulfiqar fu assassinato nel 1996.

Lei, Fatima, nata nel 1982 rappresenta la quarta generazione della famiglia, ma con la politica, come ha più volte dichiarato, non vuole avere nulla a che fare. Preferisce scrivere. È infatti giornalista, per The Guardian, Financial Times e New Statesman, poetessa e scrittrice. Eppure la sua scrittura è intinta di politica, nasce e si nutre di essa mettendola in pratica attraverso le parole; nel 2011 per Garzanti è infatti uscito il suo libro Canzoni di sangue. Ricordi di una figlia, memoir sulla sua famiglia e sulla politica pakistana. E il tema ritorna anche con L’ombra della luna crescente, il suo primo romanzo, come da tradizione scritto in lingua inglese e nella longlist del Women’s Prize for Fiction 2014, una storia privata che si intreccia inderogabilmente con la politica del suo stesso Paese, perché in Pakistan nulla è privato, tutto ha a che fare con la politica, ogni scelta, ogni azione è politica.

Lo rivelano queste storie di vite affaticate dal peso di un mondo provvisorio, dove si alterna la debolezza degli esseri umani alla forza degli stessi in uno scontro che si fa maschile e femminile, umano e inumano, laddove le donne sono sempre più forti, più indipendenti, nonostante la propria cultura glielo proibisca. O forse proprio per questo. Fatima Bhutto mette in luce una quotidianità che ha a che fare con la paura costante e il dolore, dove la vita è in costante pericolo, soffocata da un mondo che non trova pace, che non legittima questa sensazione. Il lettore percepisce in alcuni passaggi l’esperienza personale della scrittrice, la costante provvisorietà del proprio mondo, delle proprie certezze.

È cupo e molto triste il romanzo di Fatima Bhutto, certo non si può trovare il seme della gioia in esso, e la cosa davvero brutta è che i suoi protagonisti non ne conoscono il significato perché non l’hanno mai provata. E una vita che non conosce la gioia è una vita condannata. La cosa tragica è che le vite narrate da Fatima Bhutto hanno provato a cercarla. Ma si può chiedere ad un uomo a cui sono stati strappati gli occhi alla nascita di descrivere i colori del mare, dell’erba, dell’alba e del tramonto? Fatima Bhutto ha spezzato la tradizione famigliare allontanandosi dalla scena politica. Di strada ne ha trovata un’altra, dando voce alle storie, che si consumano nel Paese dei suoi avi, dove tanto sangue è scorso per troppo tempo. Forse le parole sapranno lenire quel dolore.

L’ombra della luna crescente
The Shadow of the Crescent Moon
Autrice: Fatima Bhutto
Traduzione: Daniela Di Falco
Casa editrice: Cavallo di Ferro, 2013
Pagine: 256
Prezzo: 16,50 €

 



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Category: Libri