Il ricordo dell’amore di Aminatta Forna
Le guerre civili in Africa sono una piaga che difficilmente la Storia e l’informazione potrà mai rendere giustizia del tutto della loro tragedia. E laddove i dati non ci arrivano ci pensa spesso la letteratura, meravigliosa amica del reale. Infatti, negli ultimi anni la narrativa africana ha preso piede prepotentemente nel panorama internazionale raccontando – attraverso i dolori di chi li ha vissuti o di chi ha fatto i conti con le proprie origini dopo essere fuggiti in Europa e negli Stati Uniti – il nuovo mondo post-coloniale, vessato da governi totalitari, dittature, genocidi, stupri di massa, bambini soldato, mine. È il caso di Aminatta Forna, nata in Scozia, ma cresciuta in Sierra Leone, dove suo padre fu condannato a morte negli anni Settanta per la sua lotta contro il governo vigente. La scrittrice, docente e giornalista a seguito di quell’evento tornò a vivere in Inghilterra dove si laureò e cominciò a lavorare per la BBC e scrisse un memoir nel quale faceva luce sulla figura paterna, prima di esordire nella narrativa con Le pietre degli avi nel 2006, altra storia sul rapporto fra Europa e Africa e di una donna con le sue radici.
Con Il ricordo dell’amore, il suo secondo impegnativo romanzo, mette in luce un aspetto più importante della guerra stessa, le sue conseguenze psicologiche e morali. L’opera infatti prende corpo attraverso il punto di vista di uno psicologo, Adrian Lockheart, che si reca in Sierra Leone in seguito alla fine del conflitto civile, durato 11 anni fra il 1991 e il 2002. Il suo bagaglio emotivo, composto di una storia di uomo comune, con un matrimonio banale e una vita che lo è altrettanto, viene messo a dura prova attraverso una serie di vicende che riguardano alcuni suoi pazienti, laddove la guerra ha spezzato vicende amorose, vite, sensazioni ed emozioni; in particolare viene a patti con quella di Elias Cole, un docente universitario che si lascia andare ai ricordi di un vecchio amore, per la bellissima Saffia, ormai morta, eppure ancora vivida nella sua mente.
L’autrice narra di sentimenti ed emozioni private che si scontrano con il conflitto, la politica, con i luoghi piagati dall’infame lotta per l’acquisizione dei territori diamantiferi. Esce fuori un racconto complesso su interessi politici che disarcionano la vita umana e le sue esigenze più pure. Lo ricorda il titolo stesso, il ricordo, la memoria, sono alla base del fluire dell’esistenza, l’armonia del suo tempo che si frange contro i flussi dell’emotività, sulla quale lavora lo psicologo Adrian, il quale è costretto a fare i conti con un se stesso privo di emozioni, che a mano a mano si trasformano in un’empatia sempre più forte, che si scontra con quella delle persone che ha in cura o con le quali ha a che fare nell’ospedale dove svolge il suo incarico.
Aminatta Forna racconta tutto ciò che è post, Adrian studia infatti il disturbo post – traumatico, Elias deve fare i conti con la post vita di Saffia. È tutto un “dopo” in questa bellissima storia che non racconta di scene di guerra, non analizza il numero di morti, non mette a confronto date o statistiche, ma semplicemente le vite che sono girate intorno a quella esperienza, non necessariamente vissuta in prima persona, ma che comunque coinvolge in maniera differente tanto l’essere umano “globale” quanto quello “locale”. Coloro che restano insomma devono fare i conti con la dolorosa consapevolezza di vivere in un mondo brutto, ma capace di “trovare l’amore in un posto senza speranza” per parafrasarla alla Rihanna. Con una sensibilità straordinaria, Aminatta Forna possiede l’originale capacità di concentrarsi sui personaggi, di non giocare sui pietismi da sempre legati al continente africano. Un racconto forte e pieno di straordinaria dignità. In una sola parola: bello.
Il ricordo dell’amore
The Memory of Love
Autrice: Aminatta Forna
Traduzione: Annarita Guarnieri
Casa editrice: Cavallo di Ferro, 2014
Pagine: 686
Prezzo: 19,90
Category: Libri