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La nobile arte di misurarsi la palla di Amleto de Silva : Fuori le Mura


La nobile arte di misurarsi la palla di Amleto de Silva





8 maggio 2014 |



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lanobile-241x360Non è certo un caso che Amleto de Silva sia un autore di satira. Tutti noi under 30 (per quel che mi riguarda ancora per poco ahimé o per fortuna) lo ricorderemo sempre come il vignettista della cara Smemoranda comprata ogni santo anno per coronare la consapevolezza dell’inizio di un nuovo anno scolastico. Pessimo e inutile, per inciso. L’anno scolastico, non la Smemoranda, che dopo il primo liceo (al classico, quindi al terzo anno delle superiori, questo per dire che essendo lento l’ho capito tardi che non mi serviva un diario) non l’ho più comprata perché avevo capito che non mi serviva più segnare i compiti di una scuola dove andavo anche se non amavo andarci. E non perché non mi piacesse leggere e scrivere, ma perché lì non imparavo nulla. O meglio nulla di quello che volevo imparare. Come è successo ad Enea, il protagonista de La nobile arte di misurarsi la palla, ovvero la capacità di capire se stessi, le proprie capacità e il fatto il mondo è fatto di stronzi, nel migliore dei casi di opportunisti, nel peggiore di spocchiosi, arroganti e … opportunisti. Ma questa è un’altra storia. Ma sto divagando, perché sto scrivendo queste note per dire che invece che pessimo e inutile non è certo La nobile arte di misurarsi la palla, il romanzo scritto in seconda persona da Amleto de Silva, che racconta la storia di questo ragazzo talmente cretino da non accorgersi della cretineria della gente che come lui frequenta una scuola per scrittori a Roma, ovvio specchietto per le allodole dei poveri ragazzi che hanno un sogno e viene loro spezzato da una società fatta di parolai e amichetti che si parlano addosso e si scambiano favori e recensioni.

Enea, che viene dalla provincia e ha coltivato il sogno di diventare scrittore, questo non lo sa all’inizio. Non si rende conto che è necessario avere raccomandazioni, stare nel bel mondo, masturbarsi intellettualmente per poter arrivare da qualche parte. Enea quindi non ha fatto i conti col fatto che nel bel mondo di Jep Gambardella a mo’ esatto della Grande bellezza la vita è esattamente come appare davvero nel peggiore dei casi: gli intellettuali sono solo figli di papà mantenuti che giocano a fare gli scrittori, sono vacui e vuoti e non hanno nulla da dire, figurarsi metterlo nero su bianco e meritarsi uno Strega. Il romanzo di de Silva definisce così nella sua intelligenza i canoni della cretineria nazionale attraverso meccanismi malati, come la mercificazione e i favoritismi. Un libro non vende se non è passato in televisione, non ha fatto parte di un circuito in un’Italia dove si scrive più di quanto si legge (che dolore tutti quei poveri alberi tagliati, che sono il mezzo per mettere nero su bianco la cultura, e meno male che nel frattempo sono spuntati i supporti digitali, anche se forse hanno peggiorato la situazione perché ormai davvero chiunque pretende di avere le doti della scrittura). E magari il povero Enea, che forse un po’ di talento ce l’ha, capisce quanto è stato cretino ad essersi illuso. Così, molte persone simili a lui si rassegnano a fare altro pur avendo talento, mentre chi non ce l’ha si pavoneggia con un cocktail in mano a presentazioni pomeridiane e qualche malmesso paragrafo affrancato da qualche ridicolo premio dove a votare sono i soliti amichetti che si scambiano il voto a turno.

Il romanzo di Amleto de Silva fotografa proprio attraverso il mezzo culturale che critica il panorama letterario italiano, fatto di compravendita di favori, di negligenza morale, di violenza umana, di mancanza di dignità, di baronie. Dove nessuno che lo merita davvero è destinato a venir fuori. E Amleto de Silva, che poi in fondo in fondo scrive la solita storia della nostra Italia, fa la sua critica a quel mondo con una ironia talmente divertente che nella sua crudeltà uccide di risate dalla prima all’ultima riga. Fa fare talmente tante risate che Enea sembra l’Oliver Twist o il David Copperfield di Charles Dickens. Solo che quelli vivevano in un altro Paese e in un altro secolo e anche se partivano svantaggiati alla fine ce la facevano sempre. E noi?

La nobile arte di misurarsi la palla
Autore: Amleto de Silva
Casa editrice: ‘round midnhigt edizioni, 2014
Pagine: 496
Prezzo: 12,00 €

 



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Category: Libri