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Medea : Fuori le Mura


Medea





7 aprile 2014 |



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medea Un meccanismo perfetto, dove ogni attore, ogni parola, ogni gesto si incastrano come in un magnifico ingranaggio, che fa esattamente ciò per cui è stato costruito. Medea vive, ancora, dopo duemilacinquecento anni, il suo dolore intatto. E terribile. E funesto.
La sua ira si manifesta appieno in una ragione irragionevole.
Maria Paiato, al centro dell’emozione profonda, come le si addice, appare a volte compressa, tenuta a bada. Si ha, a tratti, la sensazione che la sua recitazione sia imbrigliata in una costruzione scenico-coreografica ipercontrollata e controllante quasi a voler sottolineare il distacco tra la realtà e il desiderio di altro.
L’indiscutibile talento della Paiato (e dell’intero cast) si esprime in una raffigurazione della tragedia che sembra non lasciare spazio al respiro. Degli attori e di chi assiste. E forse era questo l’intento.

Accanto a lei (che non è – come ci si potrebbe aspettare – indiscussa protagonista della scena) Orlando Cinque è Creonte, Max Malatesta interpreta Giasone, Diego Sepe veste i panni del corifeo e Giulia Galiani è la nutrice.
La tragedia dell’ira, come la definì lo stesso Seneca, è diretta da un magistrale – e a tratti forse quasi visionario – Pierpaolo Sepe che fa arrivare al pubblico la sensazione di una reazione a catena in costante divenire in cui i personaggi diventano quasi spietati e spregiudicati in un incalzare crescente di ritmo e pathos.  Luci, atmosfera, musica, location: tutto rende il senso della pesantezza, dell’oppressione, del dolore, del male e della colpa che incombono, inevitabilmente, anche sullo spettatore che si sente tirato in causa e partecipe di quel dolore e di quello strazio che hanno un’aurea di modernità significativa e per nulla casuale.

L’attrice veneta – che incarna il personaggio dell’antica mitologia greca – richiama temi attuali con un copione che sembra scritto appositamente per lei, nonostante sia un testo teatrale atipico.
Paragoni? Similitudini? Inappropriati e inopportuni. Un glicine e una calendula sono entrambi splendidi fiori.

 

Medea
Di: Seneca
Regia di: Pierpaolo Sepe
Traduzione e adattamento di: Francesca Manieri
Con: Maria Paiato, Max Malatesta, Orlando Cinque, Giuliana Galiani e Diego Sepe
In scena dal 1° al 17 aprile 2014
Martedì, giovedì e venerdì alle 20,45; mercoledì e domenica alle 17; sabato alle 16,30 e alle 20,45
Teatro Eliseo
Via Nazionale, 183 – Roma
Prezzo biglietti: platea da 33€ a 16€, balconata da 29€ a 15€, prima galleria da 18,50€ a 13€, seconda galleria da 13€ a 9€



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Category: Roma-Teatro